Periferia di Modena.E’ una tarda serata d’inverno,una spessa coltre di nebbia avvolge ogni cosa.Un’insegna di una trattoria funziona ad intermittenza a causa di una sassata.Un uomo sui trent’anni,alto di statura e vestito normalmente,entra nel locale.Ad attenderlo non c’è nessuno.La sala è piccola e desolatamente deserta.Rimane immobile sperando che qualcuno noti la sua presenza.Rumori di stoviglie e un vociferare di persone proviene dalla cucina.Nitidamente una voce di donna esclama-Guerda che secand mè l’è gnu dèinter quelchi dun!?-.Un istante dopo esce dalla cucina il proprietario asciugandosi le mani con un burazzo.E’ un uomo di mezza età  ,baffuto,basso di statura e dalla corporatura tracagnotta.Il trattore si avvicina all’uomo,e con tono bonario-Mi scusi non l’avevo sentita!Deve cenare?-.L’uomo fa un cenno di si con il capo.Il proprietario con una smorfia,alzando una mano puntualizza-Non è rimasto molto!Adesso vedo quello che c’è!-.Si assenta un attimo.Dalla cucina echeggia in sala la voce della donna che dice quello che è rimasto-L’è avanzeda dla pasta e fasoo!Dal scalupeini al limoun!-un attimo di silenzio,poi-A spol tajer un po’ d’affetè..dal parsot,dla murtadela,dla cà  ppa!-.Il trattore torna in sala e mentre enuncia quello che è disponibile in cucina,l’uomo lo anticipa sedendosi al primo tavolo vicino e dice-La pasta e fagioli e le scaloppine al limone vanno benissimo!-.Il proprietario allestisce silenziosamente il coperto,poi rivolgendosi al cliente-Le dispiace se mi unisco a lei alla cena?-ora sorridendo,mettendosi la mano sulla pancia-Ho un buchino allo stomaco!-.l’uomo con un sorrisetto,dice-Va bene!-.Il coperto è completato con una bottiglia di lambrusco e da una caraffa d’acqua.Dopo dieci minuti vengono servite due abbondanti porzioni di pasta e fagioli in tegamini di coccio con fette di pane abbrustolito.Il proprietario nel sedersi tende la mano al cliente-Io mi chiamo Gino!-,l’uomo a sua volta tende la sua-Io Giorgio!-.Si stringono la mano.I due cominciano a mangiare con un certo appetito.Gino afferra la bottiglia di lambrusco e si versa da bere e cortesemente chiede al commensale se gradisce del vino,Giorgio fa un cenno con la mano,e dice-Poco,non lo reggo molto!-,nel riempire il bicchiere Gino lo rassicura-Non si preoccupi il mio lambrusco non è impegnativo!-.Gino non è nemmeno arrivato a consumare la metà  del suo piatto e nota con un po’ di stupore la voracità  di Giorgio,quest’ultimo ha praticamente finito la sua portata e sta lucidando il suo coccio con l’ultimo pezzo di pane.Giorgio a coccio pulito rimane in silenzio.Gino nel finire un po’ faticosamente la sua pasta e fagioli,tira fiato, dialogando con l’avventore,e dice-Ma lei è di Modena?-,Giorgio risponde-Si sono di qua!Abito da poco in questo quartiere!-e aggiunge-Purtroppo per lavoro sono quasi sempre in trasferta e a casa ci sono poco!-,e il trattore ribatte-A chi lo dice!?Anche io ho fatto quella vita,vent’anni anni di trasferte!-.Gino finisce il suo piatto,si mette le mani sulla pancia,è in evidente difficoltà  ,si alza dal tavolo e si reca frettolosamente nella toilette.Dopo qualche istante dalla porta del bagno echeggia un fragoroso rutto che rimbomba nella piccola sala.Giorgio rimane in silenzio con un sorrisetto perplesso.Dalla cucina sbuca il volto della donna,nello stesso istante Gino esce dal bagno visibilmente imbarazzato.La signora scuote la testa e fulmina con lo sguardo il trattore,quest’ultimo allarga le braccia e dice-Hooo!A mè scapè..anlò menga fat apòsta!-e la donna ribatte con tono severo-A’ tira più gli occ che la panza!-.Gino torna al tavolo e si scusa del suo gesto,sparecchia i cocci vuoti,e rivolgendosi all’avventore-Allora come siamo andati?-il cliente risponde soddisfatto-Molto bene!-,Gino domanda-Mando avanti le scaloppine?-,Giorgio fa un cenno di si con il capo, Gino sorridendo-Io mi fermo alla pasta e fagioli,le faccio solo compagnia!-.Il proprietario torna in cucina e viene redarguito dalla donna,che dice-Te menga piò un ragaz da magner un piat acsè a unzor ala sira!-.Qualche minuto dopo Gino torna al tavolo con il piatto delle scaloppine,mentre lo adagia sul tavolo dice sottovoce,alzando gli occhi al cielo-Cal dà  nni chè!!Al bel che l’ha gà  ragioun!-e aggiunge-facendo un cenno con il capo verso la cucina-L’è me mujera!-.Gino si siede al tavolo e si versa un bicchiere di vino e osserva Giorgio mangiare con gusto le quattro belle scaloppine.Giorgio fa i complimenti sulla bontà  delle scaloppe.Giorgio al secondo bicchiere di vino si scioglie un po’ di più ‘ e i due cominciano a dialogare con più continuità  .Intanto la moglie di Gino esce dalla cucina tutta imbacuccata pronta a lasciare il locale,saluta cordialmente Giorgio,si raccomanda con il marito-Me a vag vers cà  ,aghè da tirer a mez la sranda!-.Gino si alza dal tavolo e accompagna la moglie all’uscita,afferra l’asta e si appresta ad abbassare la serranda,ma nel compiere questo gesto si sofferma ad osservare la via avvolta dalla nebbia,compie una profonda inspirazione,e dice-Vacchèndnamà  !Vapurlà  che aghè una bela nèbia!-.Il rumore metallico della serranda risulta ovattato dalla nebbia.Gino torna al tavolo e nota che il suo cliente ha praticamente finito la pietanza.Giorgio pulisce il piatto facendo l’ennesima scarpetta.Gino sorseggia il vino dal suo bicchiere fissando un angolo della sala,poi domanda-Allora siamo andati bene?-Giorgio,apparentemente satollo,risponde-Molto bene!-,poi si guarda l’orologio e, con pò di disagio dice-Forse si è fatto tardi!?-e Gino sorridendo-Lei ha una moglie che l’aspetta a casa?-Giorgio prontamente-No!-e il trattore-Allora che fretta c’è?!-e aggiunge-Se avag a cà  adesa a saun sicur che l’am breva e l’à  bròuntla!Alora aspet che la vaga a let!-.I due scoppiano in una risata.Il lambrusco scorre,ed effetivamente non è impegnativo,ma solletica e scioglie la lingua quel tanto che basta.Furtivamente il profondo sguardo di Gino coglie i celesti e freddi occhi di Giorgio:una lettura radiografica dell’anima.La voce leggermente metallica e nasale associati a movimenti vagamente meccanici completano il quadro:Giorgio è uno replicante.Gino e i replicanti,una lunga storia.
Gino a ventanni, con un diploma di perito meccanico, intraprende un corso di saldatore specializzato nel settore navale a Ravenna.Qualche anno dopo acquisisce altri brevetti che gli consentono di accrescere notevolmente la sua professionalità  .Nel giro di pochi anni diventa uno dei tecnici più ricercati ed apprezzati del settore.
Dopo un decennio ricchissimo di soddisfazioni nel settore navale,a trent’anni la svolta.Gino lascia il settore navale per approdare a quello petrolifero dopo mille lusinghe.Con questa scelta, Gino ha visto mezzo mondo:dalle raffinerie del Medio Oriente,alle piattaforme del mare del nord.Dieci anni vissuti molto intensamente,lavorando a contatto con le più disparate persone,fra cui numerosissimi uomini replicanti.Insolitamente fu un ingegnere canadese sopra ad una piattaforma ad illuminarlo sui replicanti,gli disse-Geneticamente sono umani,ma hanno proprietà  diverse!-e aggiunse-Loro sono creati per resistere allo svolgimento di determinati lavori,sono delle vere e proprie unità  operative!-.Lo schoccante discorso del canadese si concluse con queste frasi-L’essere umano è troppo debole e fragile per sopperire a determinati cicli evolutivi,è stata necessaria la creazione di una genetica capace di resistere a determinate sollecitazioni psico-fisiche,senza però far passare per Superman queste persone!- aggiunse-Una discreta forza oscura utile al progredire dell’umanità  !-.A distanza di anni quelle parole rimbombano ancora in testa a Gino.
Timidamente Giorgio parla del suo lavoro.E’ un montatore di nastri trasportatori presso una grande azienda che opera prevalentemente nel settore alimentare.E questo,lo porta molto frequentemente a lavorare in trasferta su tutto il territorio nazionale.Gino ascolta con molta attenzione poi,appoggia il gomito sullo schienale della sedia,con una punta d’orgoglio dice-Trent’anni!Che tempi!Avevo una squadra di cinquanta persone sotto di me!Non c’era una condotta o un comparto a tenuta stagna che poteva resistermi!-e aggiunge sempre con orgoglio-Il mio lavoro si svolgeva in diversi cantieri navali,poi decisi di tentare l’avventura nel settore petrolfero!Bellissima esperienza,grandissime responsabilità  ma altrettante soddisfazioni!Rifarei tutto da capo!-.Improvvisamente squilla un telefono fisso nei pressi della cucina.Gino va a rispondere e, prima di tirare su la cornetta,strizzando l’occhio dice a Giorgio-L’è mè mujera!-il trattore conferma l’interlocutore con un sorrisetto e risponde-A saun mè,chi vot cà  sia!?Ant’preoucuper a’ sistèm incòsa!Aghè avanzè dal mascarpoun1?Boun!…Tòt a pòst,tòt a pòst!Ciao!-.Gino chiude la telefonata e va in cucina.Dalla sala si sente un’affettatrice in movimento.Qualche minuto dopo il trattore esce dalla cucina con in mano un generoso piatto di affettato misto e lo serve al tavolo.Giorgio è leggermente imbarazzato,ma gradisce molto.Gino si siede,si versa da bere e osserva soddisfatto il suo cliente divorare l’affettato.Tempo dieci minuti e il piatto è pulito.Come da rituale Gino domanda-Come siamo andati?-e Giorgio prontamente-Veramente tutto molto buono!-.Poi Gino racconta di quella volta che fu chiamato a riparare un petroliera sul Golfo Persico che rischiava seriamente di perdere buona parte del greggio che trasportava.Un improvvisa esplosione a bordo mise seriamente a repentaglio la sua vita,fu salvato prontamente da uno dei suoi ragazzi(un replicante)che lo portò in salvo.Come postumo dell’evento Gino mostra una vistosa cicatrice di un’ustione al braccio destro e, sorseggiando il vino, con lo sguardo fisso nel vuoto, dice-Non ho avuto il tempo di capire cosa fosse successo!E’ stato cosi talmente veloce!-e continua sorridendo-Una delle pochissime volte che am soun veramèint caghè adòss,ma l’è andèda bein!-e aggiunge-Prima di svenire dal dolore diedi istruzioni ai miei ragazzi come intervenire,poi mi svegliai in infermeria!-e prosegue con emozione-I miei ragazzi furono eccezionali,fecero un gran lavoro!-.Giorgio fa una domanda-Non le manca quella vita?-e Gino con nostalgia-Certo che mi manca!Ma ho fatto le mie scelte!-e aggiunge-Ancora oggi molti dei miei ragazzi mi chiamano e mi scrivono per farmi gli auguri,mi commuovo sempre quando li sento!-e continua-Con la vita che ho fatto per vent’anni ora riesco a godermi come non mai la mia città  !Riesco ad apprezzarla in tutte le sue forme!-e ribadisce-Per lavoro ho viaggiato per mezzo mondo e, quando tornavo a Modena per un breve soggiorno,l’amavo sempre di più!-(una breve pausa)-Bisognerebbe proprio allontanarsi per un po’,per poi capire cosa si ha veramente sotto ai piedi!-e aggiunge sorridendo-La veritee che a Mòdna as magna bein!E vero?- Giorgio concorda-Verissimo!!-.Gino si alza dalla sedia afferra il piatto pulito e dice-E’ rimasto del mascarpone,l’ha fat me mujera stamatèina,è veramente speciale!-.Giorgio è titubante.Il trattore si volta verso la cucina e dice-Agg’peins mè!-.Qualche minuto dopo Gino serve il mascarpone e appoggia sul tavolo una bottiglia di nocino.Giorgio assaggia il dolce e, rimanendo estasiato, dice-E’ veramente buonissimo!-.Gino si versa un goccio di nocino e,sorseggiandolo, dice-Io nel mascarpone ogni tanto ci metto un goccino di nocino,vuole provare?-.Giorgio è indeciso se provare questo esperimento,poi si decide,versa un cucchiaino di nocino dentro al mascarpone.Alla fine i cucchiaini furono tre.Giorgio lancia un occhiata al suo orologio,è l’una passata,decide di andare verso casa.Paga il conto della cena al tavolo.I due uomini si alzano dal tavolo e si dirigono all’uscita.Gino alza la serranda per facilitare l’uscita a Giorgio.La nebbia è ancora padrona della via.Una stretta di mano tra i due sancisce la chiusura della trattoria.Gino sorridendo dice-Spero di rivederla presto!?E che abbia gradito quello che ho potuto offrirle!-Giorgio con aria soddisfatta dice-Ho mangiato veramente molto bene!-e aggiunge facendo una smorfia-Ci proverò a venirla a trovare,ma non sarà  facile!-e aggiunge sorridendo-Invidio un po’ non essere un suo cliente abituale!-.Gino sorride.Giorgio fa un cenno con la mano salutando,si volta e s’incammina,pochi metri e la sua sagoma è inghiottita dalla nebbia.Qualche minuto dopo Gino abbassa del tutto la serranda,nel compiere questa azione gli scappa un fragoroso peto.Si guarda intorno con aria perplessa e dice sussurrando-A dev mà  tter ed l’oli inlà  sranda,l’à  fà  trop casèin!-.Il trattore infreddolito si soffia nelle mani ,lancia uno sguardo sulla sua insegna che funziona ad intermittenza.Si mette le mani in tasca e si allontana,pochi metri e anche la sua sagoma scompare nella nebbia.
FINE
7 risposte
Grandissimo furz!!! 🙂
Mi chiedevo come mai con la tua fantasia non avessi ancora postato nulla!
Mi è piaciuta, da modenese vero.
Mannaggia ste serrande arrugginite…… 😉 🙂
Grazie Fritt! 🙂
Un po' il tempo,un po' la pigrizia,tendo spesso a POSTicipare…ecchecivuoifà!!!
Un Salutone!! 😉 😉
Bel racconto Furzeina, una buona novella 😉
Grazie Joy!!
Mi è venuta cosi…non penso però che il messaggio di Blade Runner sia solo una prospettiva esclusivamente cinematografico-fantascientifico.Al di la dello stereotipo,un fondo di verità c'è.Eccome che c'è.La realtà è molto più complessa di quello che appare in superficie.
Sono solo lacrime nella pioggia…
Un Salutone da Orione 🙂 🙂 🙂
A metà mi sembrava un racconto di “Ai confini delle realtà”….. peccato, mi aspettavo che da un momento all'altro Giorgio si mangiasse Gino….. 🙂 🙂
Caro Grog,se ti aspettavi un finale del genere…sarebbe stato:IL SILENZIO DEI REPLICANTI! 🙂 :)…sarebbe stata una cenetta troppo impegnativa! 🙂
Mi ha confuso la voracità di Giorgio….. la nebbia però mi ricordava Fog di Carpenter….