Modenese
Tant per cambièr
al sol as-fà aspetèr,
al teimp balota al-fà da padroun
e nueter a druvam ancarra al maioun…
Ma premma o dop l’isteè a vgnirà
e souncamè dal cheld a-s murirà ,
al teimp pasè nueter apinsarem
parchè ed suder piò a-n psem…
Traduzione in italiano
Aspettando l’estate
Tanto per cambiare
il sole si fa aspettare,
il maltempo la fa da padrone
e noi usiamo ancora il maglione…
Ma prima o poi l’estate arrivera’
e sicuramente dal caldo si morira’,
rimpiangeremo il tempo che fu
perche’ di sudare non ne potremo piu’…
Per gli stranieri
It’s still raining
the sun we are waiting,
the weather is the master
and we still use the sweater …
Sooner or later the summer will come and,
definitely, for the hot it will be our end,
the past time we will regret
because we don’t want more to sweat…
by Grog
13 risposte
Un amico mi ha mandato un'altra traduzione:
Siciliano
Aspittannu a stati
Tantu ppi canciare
u sule si fa spittari,
u malutempu cumanna iddu
ie nuiautri ancora avemu u magghiuni.
Ma prima o roppu a stati veni
e sicuru ca muremu ro cauru,
ie nuiautri chianceremu 'n fututu u tempu c'avevumu
e di surari cchiui nun ni putemu.
Simpatica 'sta cosetta…. 🙂
Grazie vejo per avermi mandato la traduzione in Malese.
Per tutti, basta andare in google translate per avere la traduzione in tutte le lingue, però attenti perchè ovviamente non siete in grado di correggere le discrepanze…. 🙂 🙂 🙂 🙂
Menunggu Summer
Sekali-sekali
Matahari diharapkan,
cuaca adalah raja
dan kita masih menggunakan sweater …
Tapi musim panas akan datang lebih cepat atau lambat '
dan pasti kamu akan mati dari panas ',
menyesal waktu itu
kerana 'tidak berpeluh lebih daripada yang kita' …
Sì, proprio simpatichino sto refrain. Pronto, mi ci ficco! E spero che sia di buon auspicio, perchè sarei stufo di pioggia…
Senza andare su Google Translate, veronese della Valpolicella:
Spetàndo l'istà
Tanto par cambiàr
el sol el se fa spetàr
el bruto tempo el fa 'l paròn
e noialtri gavèmo 'ncora el maiòn.
Ma prima o dopo l'istà la rivarà
e de sicuro de caldo se scioparà
diremo benedeto el tempo che ghera indrìo 'n pochi de dì
parchè de sudàr no ghe ne podarèn pì.
🙂 🙂 🙂
Grande carolingio, mi mancava il dialetto veneto, tu non sai quanto…..
L'ho mandata ai miei amici a Verona, ma purtroppo nessuno ha mai curato l'aspetto “dialetto” e non hanno ribattuto, e pensare che ho rischiato di diventare veneto pure io…..
Ciao, mi piacerebbe conoscerti per scambiare due chiacchiere, mi sembri proprio una persona a posto.
non è dialetto veneto, è dialetto veronese, che è diverso 😉
Bicio, candidati per il Veneto libero, e allora possiamo discuterne…..
sono duretto, non ho capito 🙂
Io sono per l'Emilia Romagna libera, ma regalerei volentieri la provincia di Piacenza alla Lombardia, tu suppongo sia per il Veneto libero, regaleresti volentieri la provincia di Verona alla Lombardia…. ma vuoi regalare solo la provincia di Verona? questo io non ho capito. Se me lo spiegate forse eviterò ulteriori gaffes… 🙂 🙂
Ehi, ehi,… tranquilli… sorvolate, sorvolate… non baruffate per questo… 🙂
Forse il riferimento era che non esiste un dialetto “veneto”. Questa definizione è frutto più che altro di classificazione/schematismo giornalistico/politico, perchè solo la provincia di Verona ha almeno 15 cadenze dialettali diverse (non a caso ho scritto sopra la poesiola “veronese della Valpolicella”), alcune delle quali quasi incomprensibili tra loro, e una lingua diversa vera e propria, il cimbro dell'isola di Giazza (che è un tedesco mescolato con la lingua dei dintorni), il tutto abbastanza diverso dalla provincia de Vicensa, de Padoa, Venessia ecc. Gli stessi numerosi dialetti presenti nelle province venete sono per schematizzazione inquadrati nell’origine neo latina, ma la semantica e l’analisi diacronica e sincronica (me moièr l’à studià lengue… se capisse?) fanno risalire numerosi termini anche al mescolamento germanico anglosassone. Penso ad esempio alla parola “schèi”, soldi, che deriva da scheidemunze, termine tedesco riportato sui centesimi di Kreuzer (una moneta medievale della bassa Germania, Austria e Svizzera) e che sta a significare “monetine”.
Bisogna però anche capire che chi non vive sul posto magari non è a conoscenza di tutto questo. Anch'io fino a poco tempo fa pensavo che l'emiliano fosse una lingua unica, e non stavo lì a fare tanti distinguo. Invece non è proprio così, la realtà di questa penisola è che le lingue e le culture e i campanili sono tanti, diversi, variegati, anche a pochissima distanza tra loro. Se qualcuno scrive la poesiola in reggiano o in pramzàn, vien fuori diversa ancora da quella modenese. Guardate il dialetto bergamasco (solo di Bergamo città): non ha nulla a che vedere con quello milanese e quello bresciano confinanti… e anche “milanese e bresciano” sono delle definizioni schematizzanti, perchè anche in quelle province parlano in modo diverso da paese a paese…
L'importante, penso, è vivere in pace, valorizzando le diversità, la cultura e le tradizioni differenti come elementi di arricchimento reciproco (anche culinarie come si sta facendo bene su questo sito), e cercando di migliorare i rapporti interpersonali e quelli economici per vivere meglio tutti, perché su questo pianeta ci stiamo per poco tempo, tanto vale farsi voler bene.
Ciaoooo! 🙂 🙂 🙂
(dài Grog, quando vuoi fare quattro chiacchiere… fai una rimpatriata in quel di Verona… io son venuto già la settimana scorsa a fare la biciclettata a sud… e il mio compleanno l'altro mese l'ho passato a cena a Modena alla Cervetta… oppure troviamoci a metà strada, che è sempre la soluzione migliore… 🙂 )
Tranquillo, io e bicio ci pigliamo per i fondelli spesso e volentieri, poi andiamo a fare le gite a valdobbiadene insieme…… mitica!!!!!!
In verità a Verona dovrei venirci presto per una mega cena con i vecchi amici, quando la organizzeremo ti dirò “un qualo”
🙂 🙂 🙂
Splendido e interessantissimo intervento Carolingio, grazie! 🙂