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Recensione su , scritta da il 2011-02-22

Torniamo a Castelvetro. Ho letto diverse recensioni su un paio di posti nei quali non sono ancora andato e ho voglia di provarne uno. Decido per la strada che da Pozza gira sopra a Solignano e arriva a Castelvetro dalla parte della zona vecchia del paese. Il paesaggio è sempre suggestivo e tra le discese e le risalite di memoria Battistiana, le curve e i tornanti, mi viene voglia di divertirmi un po’ con la batmobile, che non ne può più di stradoni lunghi e larghi con limiti assurdi. Anche lei sembra divertirsi (meno la mia passeggera) tanto che mi sembra di vedere i 232 cavalli mostrarmi i dentoni come solo Moratti sa fare. A un certo punto lascio guidare loro (per la gioia del mio benzinaio) e mi faccio accompagnare fino al parcheggio della parte alta del paese. Scendiamo e ci incamminiamo. A un certo punto vediamo l’insegna della Locanda del Feudo; ci guardiamo negli occhi e all’ unisono viene in mente ad entrambi lo stesso proverbio: “chi lascia la strada vecchia ….”. Per gli esperimenti ci sarà tempo. Entriamo. Veniamo accolti da un giovane mai visto in precedenza (è veramente tanto tempo che non ci veniamo), molto gentile e in linea con il contesto del locale. Evito descrizioni che già ho fatto nella precedente recensione, anche se l’ambiente che ci circonda andrebbe declamata ogni volta. Arriva il titolare, che noi abbiamo sempre definito “il fratello del cuoco” con il quale in precedenza avevamo maggiormente fraternizzato. Dopo qualche tentennamento si rompe il ghiaccio: “Si ricorda di noi!? Formigine …., la Gastronomia … !?” “Certo che mi ricordo, come va?” “Siamo quasi colleghi adesso”. “Come quasi!?” "Beh abbiamo un ristorante anche noi, ma il livello è diverso”. “Non esistono livelli, esiste far bene quello che si fa” “Giusto. Saggio il ragazzo. Allora, modestamente, togliamo il quasi”. Ordiniamo e scegliamo il vino. Ho voglia di bollicine. Meglio un rosè. I Franciacorta mi hanno stufato, scorro la lista e butto l’occhio su un Nerello Mascalese di Murgo. Chiedo al mio interlocutore e si stupisce per la scelta. “ E’ un brut siciliano particolarissimo; a me piace molto, ma è la prima bottiglia che vendo”. Ha ragione, è veramente notevole. Graditissimo. Gli antipasti ci ispirano tutti. Ne scegliamo 3, ce li scambiamo e li apprezziamo non poco. Tortino di pasta reale con vellutata di cannellini e salsiccia a pezzi, il piatto più estroso e strutturalmente d’impatto della serata; originale, piacevole, molto delicato ed armonioso nei sapori. Lingua di manzo marinata con giardiniera; buona la carne, fantastica la giardiniera, perfetta la consistenza delle verdure lasciate a pezzi grossi e squisito il sapore. Prosciutto di nera di Parma stagionato 60 mesi, accompagnato da panini e grissini di varie forme e tipologie; superfluo il commento. Proseguiamo con 2 Entrecote, servite in un pezzo unico già tagliato, su una piastra calda che permette di personalizzare la cottura. L’accompagnamento è il sale grosso di Cervia, perfetto anche con le patate arrosto servite come contorno, e tre salsine fatte palesemente dal nostro chef. Terminiamo con un trittico di cioccolati di diversa consistenza (una crema, un budino e una torta morbida) che ci dividiamo insieme con un profumatissimo Porto d’annata. Che dire? Una goduria. Si vuota il locale e sono immancabili 2 chiacchiere con i ragazzi a completamento di una piacevolissima serata. Conto totale 102 euro che verrà scontato per i “colleghi” me del quale non teniamo conto ai fini della recensione. Assolutamente 5 cappelli e di nuovo tanti complimenti a questi 2 giovani passionari. p.s. Funghetta perdonami ma è stata un improvvisata. p.s. 2 Tienitelo stretto, questo è bravo. 52011-02-23 08:26:5251.001
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