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Recensione su , scritta da grog il 2012-02-18

Sabato, appoggiamo la belva alla nonna e finalmente ci concediamo un pranzo fuori dalle balle…. ma a Modena, non ho voglia di guidare in mezzo al pantano della neve che si scioglie, per cui decido di venire qui, è un bel po’ che non ci metto piede e siccome ci passo davanti da un paio di settimane per questioni di parcheggio e siccome alcuni amici me lo decantano continuamente, prendo la palla al balzo e mi butto da questo lato della città…. L’ho sempre detto io che con le palle non ci so fare, avrei fatto meglio se andavo da un’altra parte, vuoi forse perché avevo certe aspettative e sono state tutte demolite in pochi minuti, vuoi perché mi aspettavo una cosa e ne ho trovata un’altra, vuoi perché ho sempre diffidato dei pareri altrui sul “come si mangia bene lì” e stavolta non ho obbedito al grillo parlante…. Arriviamo in loco senza problemi per il posto auto, in giro ci sono solo quattro gatti, entriamo infreddoliti, locale ben riscaldato e quasi deserto, se non per un solo avventore che sta chiacchierando amabilmente col titolare. Onde evitare le chiacchiere che non ci interessano ci posizioniamo dall’altra parte della sala, per fortuna il televisore sopra le nostre teste è spento. La sala non è cambiata per nulla dall’ultima volta che ci sono venuto, così come il resto del locale, potrebbe essere che qui si adotti il “squadra vincente non si cambia…”. L’ambiente è tutto tappezzato di legnetto un po’ scuro, stile baita di montagna, ma dà l’idea del familiare. Appena accomodati in un bel tavolone da quattro, così sguazzanti nella nostra ciccioneria stiamo belli larghi, arriva la cameriera con i menù. Non troppo carichi di roba, bene, poca cucina buona cucina penso io, ma forse era meglio se pensavo poca roba poca fatica. Studio il menù con zelo, tanto so cosa voglio, sono venuto qua apposta, e come sempre io i secondi e mia moglie i primi. Lei ordina una gramigna con salsiccia e io mi butto sulla cotoletta …. “Non ce l’abbiamo”. Attimo di incertezza, rileggo bene, costata ai ferri, “Non abbiamo neppure questa”. Panico, adesso cosa mangio? Sono venuto qui solo per la cotoletta, e nel caso per la costata. Scorro le altre portate, cavallo no, non ne ho voglia, le altre cose non mi attirano, poi la ragazza mi propone una entrecote, la guardo male e penso “la entrecote te la mangi tu!”, allora opto per la tagliata rucola e grana, ma la ragazza mi dice che non è la solita tagliata, ma è come una bistecca a fette…. Va beh, accetto, perché non ho capito, anche perché il resto del menù non mi dice nulla. Antipasto, chiedo un buffet, mia moglie invece lo sceglie per secondo. Da bere un Messori Sorbara e gassata. Arrivano i beveraggi, la ragazza ha qualche difficoltà ad aprire la boccia di Messori, proprio non ci riesce, allora io faccio lo sborone e dico “ghe pensi mi” e mi faccio lasciare la boccia. Ci provo in tutti i modi leciti e anche in qualche illecito, ma neppure io riesco a smuovere il tappo che sembra saldato col silicone, disperato ed assetato vado dal boss e lui in due secondi la apre buttando lì “basta prenderla da sotto…”. Grazie, l’abbiamo ravanata in due, il terzo gode e ce la fa… sotto il naso. Bevo un goccetto e mi avvio al buffet. Il buffet, quello sconosciuto. Forse è meglio che qui si documentino un po’ meglio su cosa sia un buffet. Qui troviamo cinque o sei piattoni con verdure cotte: patate, zucchine cotte in due modi, carote, spinaci e forse un’altra che non ricordo e BASTA. Prendo un po’ di assaggi e torno al tavolo, più che deluso. La verdura non è male, ma questa me la so fare anch’io! Arriva il cibo, la gramigna è discreta, forse un po’ troppo al dente, il sugo senza infamia e senza lode. La tagliata mi lascia invece di sasso, diciamo che sì è una tagliata, ma non nel senso in cui noi siamo solitamente abituati a mangiarla, bensì sono come degli straccetti di entrecote piccoletti, come delle bistecchine striminzite, una tagliata orizzontale, stracotta e coperta di rucola e grana, senza condimento alcuno…. SP (senza parole) in italiano e WW (without words) in inglese, la delusione aumenta a vista d’occhio. La ragazza passa e chiedo se posso bissare il buffet, solitamente quando si prende al buffet ci si può andare varie volte, ma quando vedo la ragazza che si fionda per segnare il secondo giro la stoppo, un parco giro a pagamento, una volta sì ma due no. Mia moglie chiede un dolce, anche questo nella norma, io invece chiedo se hanno un po’ di formaggio, finora mi sembra di essere stato a dieta.… La ragazza spalanca gli occhi e mi guarda stranito, come se le avessi chiesto Marte, accenna allo stracchino, ma le rispondo “Stracchino???!!! Non avete una fetta di caciotta o pecorino o del grana?” Non mi sembrava di aver fatto una strana domanda. Dopo una lieve attesa ritorna con un piattino con una fetta di pecorino misto molle, simpatico, e alcune grosse scaglie di grana, buono, e per fortuna si è salvata in corner portandomi una boccetta di aceto balsamico veramente valido, tanto da strapparmi i complimenti finali per la sua qualità…. Due caffè non male e poi via si paga. Al conto finale lascio 48€, che come asserisco sempre, sono un prezzo esagerato per quello che ho effettivamente mangiato, e cioè un antipasto (formaggio), un primo, un secondo, due contorni (buffet), un dolce e due caffè, acqua e vino. In certi posti con meno si mangia molto meglio le stesse quantità (non faccio nomi). Per chi non mi conosce, non voglio mangiare molto, ma mangiare bene e spendere il giusto. Ero orientato a dare zero cappelli, ma la grande qualità dell’aceto balsamico da loro propinatomi vale un cappello, e un cappello sia. Mi ero riproposto di non metterci più piede, ma non posso giudicare su emozioni falsate da aspettative deluse, per cui mi riservo una ulteriore verifica sperando di non incorrere in una siffatta sfiga…. 12012-03-02 20:52:4024.001
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