Recensione su , scritta da IlariaL il 2012-11-24
Periodo di superlavoro intenso su vari fronti, weekend che fuggono via alla velocitàdella luce, interamente dedicati a  commissioni e mille piccole cose tralasciate durante la settimana e una stanchezza che inizia prepotentemente a farsi sentire: i presupposti per concedersi una mini-mini-vacanza per staccare da tutto ci sono,per questo io e il mio moroso  decidiamo di approfittare del primo fine settimana completamente libero da impegni lavorativi per ristorarci in un posto che tanto ci aveva in passato ispirato ed incuriosito leggendo le recensioni di chi c'era giàstato, la Locanda Zita appunto.
Circa una decina di giorni prima prenoto tramite mail  una stanza con la formula della mezza pensione, nella quale sono inclusi la cena del sabato sera, il pernottamento e la prima colazione: sabato pomeriggio arriviamo con tutta calma, godendoci gli splendidi panorami offerti dal nostro Appennino nei suoi colori tardo-autunnali, ancora più suggestivi all'imbrunire. Vesale è un piccolo paesino alle porte di Sestola composto da poche case affacciate su una stradina che riconduce ad una sola piazza, al centro della quale troviamo la nostra meta.
Appena arrivati veniamo accolti dalla proprietaria, che dopo aver raccolto i nostri dati ci accompagna alla stanza che ci è stata assegnata, che si trova al piano di sopra, al quale si accede solo dall'esterno: giusto il tempo di una rinfrescata e siamo più che pronti per deliziarci con la cena, che si fa annunciare dall'intenso profumo di pasta fresca e di funghi che aleggia anche nella zona riservata al pernottamento.
Veniamo fatti accomodare nella sala del ristorante, giàpiena per metà: a quell'ora, poco prima delle otto, c'erano un paio di coppie e qualche famiglia con bambini, durante la serata i tavoli verranno tutti occupati da piccole comitive di amici e altre coppie.
Un gentilissimo cameriere, che per tutta la durata della cena si occuperàdi noi ( e che ci serviràanche una splendida colazione il mattino dopo), viene subito a domandarci cosa preferiamo bere, ci porta in pochissimo tempo le nostre due bottiglie di acqua e inizia ad elencarci i vari piatti, partendo dagli antipasti: tra crostini misti ai funghi, gnocco fritto con salumi vari e insalata fredda di porcini decidiamo di scegliere proprio quest'ultima, che risulteràessere un carpaccio di funghi affettati sottilmente e conditi con abbondante olio e scaglie di grana, un connubio finale dal sapore un pò troppo forte per me ma che il mio moroso apprezza moltissimo.
Non essendo grandi amanti dei primi piatti decidiamo di fare solo un assaggio, per poi concentrarci sui secondi e sulle varie portate a base di funghi: la scelta si rivela piuttosto ardua in quanto i primi proposti sono moltissimi, tortelloni, tagliatelle o rosette ai funghi, strozzapreti con speck, funghi e rucola, tagliatelle al ragù di cinghiale, tortellini in brodo, passatelli, gnocchi di patate ai funghi e sicuramente qualcosa ancora che sto dimenticando. Io scelgo le rosette ai funghi mentre il mio moroso si butta deciso sulle tagliatelle al cinghiale: il primo viene servito direttamente al tavolo e direttamente da una bella teglia fumante, e siccome le prime ad arrivare sono le rosette il cameriere ne offre un assaggio anche al mio moroso, che le accetta più che volentieri. Sono decisamente squisite, ricche di ripieno a base di funghi e prosciutto cotto, ben cotte e lievemente abbrustolite sull'orlo (cosa che adoro), e soprattutto quasi completamente prive di "salse", ovvero di qualsiasi traccia di panna o besciamella, per me un punto in più rispetto ai primi che abbondano in condimenti.
Le tagliatelle del mio moroso arrivano poco dopo e sono davvero ricche di ragù di carne dal bellissimo aspetto: le assaggio e noto una buona cottura al dente e poco pomodoro, a favore di un largo uso di carne.
Decisamente soddisfatti dai nostri primi, dopo una piccola pausa ci facciamo elencare i secondi, che ancora una volta spaziano dalle scaloppine ai funghi o all'aceto balsamico al pollo fritto, dalla faraona arrosto al coniglio, passando per la cotoletta, la grigliata mista di carne il filetto alla griglia, senza dimenticare il loro "piatto" forte, cioè i funghi alla griglia o fritti, e a tutti i secondi si possono abbinare come contorno le patate al forno o le zucchine fritte.
Optiamo entrambi per un bel filetto, per me alla griglia e per il mio moroso all'alpina, cotto cioè sulla griglia e con accompagnamento di cappelle di porcini, e come contorno chiediamo una porzione di funghi alla griglia possibilmente senza aglio: la carne ha una cottura media, e io che solitamente preferisco la carne ben cotta la trovo comunque davvero perfetta, morbida e saporita, ma sia io che il mio moroso impazziamo letteralmente per i funghi alla griglia, ottimi e molto semplici come piatto, ma di gusto davvero impareggiabile.
A fine cena siamo davvero sazi ma per nulla appesantiti, altro punto a favore di questa cucina, che rispetta in pieno a mio parere la nostra  tradizione emiliana senza però eccedere nei condimenti, che io non amo particolarmente: decliniamo la proposta di un dolce per chiudere la cena e ci facciamo portare due caffè. Prima però il cameriere ci offre un piattino di torte miste fatte in casa, tagliate in tanti quadretti, e non possiamo non fare anche solo un piccolo assaggio di queste meraviglie, ci sono due tipi di crostata alla marmellata, una torta morbida tipo ciambella con le gocce di cioccolato e un altro tipo di ciambellone. Mentre ci deliziamo con le torte arrivano al nostro tavolo anche due bottiglie di liquori, un mirtillino davvero ottimo e un tipo di archibugio che il mio moroso dimostra di gradire tanto per il penetrante aroma di erbe. Un buonissimo caffè e ci prepariamo per tornare nella nostra stanza.
Ci viene detto dalla proprietaria che possiamo saldare l'intero  conto al mattino: trascorriamo una notte di sonno profondo, forse per merito del buon cibo abbondante, ma anche dell'incredibile pace e silenzio che ci circondano, non si sente neppure il più piccolo rumore,tanto che veniamo svegliati al mattino dal rintocco delle campane..piccoli dettagli di quiete della natura e di ritmi rallentati di cui noi cittadini ogni volta ci stupiamo così tanto..
Il cameriere della sera prima, che immaginiamo possa far parte della famiglia che gestisce la locanda,è intento a pulire cassette di funghi e si stupisce nel vederci così mattinieri: in poco tempo imbandisce il nostro tavolo della prima colazione con tè e caffè (chiesti da noi),una brocca di succo di frutta, yogurt, pane fresco tostato sulla griglia, fette biscottate,due ciotole colme di marmellata di fragole e di pesche, un piatto di burro fresco e un vassoio con altri assaggi di torte casalinghe diverse da quelle della sera prima, che comprendono crostate con marmellata di pesche, con nutella e con ricotta e amarene, torta alla menta e cioccolato, ciambellone aromatizzato all'anice e torta bassa con noci e castagne.
Inutile dire che con molta calma spazzoliamo questa sontuosa colazione, assaporandola fino all'ultimo boccone di torta e godendoci ancora un poco questa incredibile pace: al momento di pagare il nostro bravissimo cameriere/gestore ci offre un altro caffè e ci consiglia una bella passeggiata a Fanano, poco distante, dove la domenica mattina c'è il mercato.
Il conto finale è di 104 euro, a testa sarebbero 50 euro contando il trattamento di mezza pensione con cena, pernottamento e prima colazione, da questa cifra sono escluse le bevande, dunque i 4 euro sono la spesa per le due bottiglie di acqua bevute durante la cena.
A malincuore raccogliamo le nostre cose, salutiamo calorosamente e ringraziamo per l'ottimo servzio ricevuto, non senza esserci prima annotati mentalmente che un cartello appeso accanto alla cassa annunciava che sono aperte le prenotazioni per il cenone di San Silvestro..chissà..
I cinque cappelli sono a mio parere assolutamente meritati per ogni cosa, dal servizio sempre gentile e attento alla qualitàdei cibi proposti, tutti rigorosamente fatti in casa (c'erano ovunque nella saletta all'ingresso vassoi pieni di nidi di tagliatelle), fino alla pulizia e alla cura degli ambienti riscontrati durante il nostro pernottamento. Se potessero essere assegnati ulteriori cappelli uno andrebbe senza dubbio a GustaModena, ancora una volta grazie alla lettura dei precedenti commenti mi è stato possibile conoscere un altro posticino incantevole, e l'altro alla bellezza mozzafiato e alla quiete silenziosa dei paesaggi autunnali che il nostro Appenino ci ha offerto, l'ideale per staccare da ogni cosa, che era proprio ciò di cui avevamo bisogno.
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