Recensione su , scritta da Bonce il 2013-02-09
Da tempo ero appostato in attesa di trovar posto alla Secchia, così sabato chiamo e mi Cristiano mi conferma che ce l'ha! Senza pensarci due volte prenoto per 8, la solita compagnia di "sicuri". Saputa la notizia si associano altri 3 e il giorno dopo Cristiano mi prenota per 11.
Il locale è da trattoria anni 70, molto perlinato, tavoli 80x80 a comporre tavolate rettangolari, vecchie foto di vecchie moto alle pareti. Ci mette in una saletta con due tavoli da 12 e uno da 6. Diciamo che lo spazio è sfruttato al massimo, un pò meno gente in quella sala, visto il rumore che si generava quando si è riempita, sarebbe stato meglio.
Una volta tutti seduti una ragazza senza troppi convenevoli ma simpatica, ci porta due bei piatti di salame molto buono, tagliato abbastanza spesso e cipolline. Ci chiede per il bere. E' abbastanza usuale per il personale delle nostre trattorie chiedere prima l'ordine del bere di quello del cibo, contrariamente alla "regola", che vedrebbe cercare un abbinamento tra cibo e vino. Suppongo che l'abitudine provenga anche dal fatto che il più delle volte i menù non sono molto variegati. Così qui alla Secchia, dove il menù che ci dice a voce il buon Cristiano, dal fare spicciolato e leggermente (sapientemente) provocatorio, è abbastanza ridotto: 4-5 primi e 3-4 secondi. Ci facciamo portare l'unico Sorbara che è quello di Settecani. Una cameriera, indiana, ne porta una sola bottiglia. Io e gli altri ci guardiamo sorridendo commentando che non ci ha visti bene! Poi delle bottiglie ne arriveranno che non le abbiamo potute contare, forse nemmeno Cristiano…
Ordiniamo in ordine sparso anche di arrivo: tagliatelle al ragù, tortellini in brodo, tortelloni ricotta burro e salvia, stinco e carne alla griglia. Contorno di patate fritte e cipolline.
Le mie tagliatelle sono a dir poco sublimi, la pasta è molto sottile e irregolare, il ragù (io non sono un amante del ragù perchè difficilmente trovo quello perfetto e sono contro il pomodoro che copre troppo i sapori) è decisamente ottimo, ben amalgamato con le tagliatelle, calde fumanti e dall'ottimo profumo (ancora adesso a pensarci mi viene la goccia) meritano una menzione speciale.
I tortellini in brodo, non assaggiati, mi dicono essere buoni anche se la sfoglia è troppo sottile e tendono ad aprirsi. Il brodo saporito "della nonna". Anche i tortelloni sono piaciuti moltissimo. Insomma tutti i primi sono generosi di sapore e di quantità.
Alcuni secondi arrivano insieme ai primi come richiesto, la carne non è esattamente alla griglia, anzi non lo è proprio. Infatti è al forno, oppure lessa e poi fatta al forno, non l’abbiamo capito, ma molto ben fatta. La costina si stacca bene dall’osso, la salsiccia saporita e ben condita. La coppa non era da applausi, è piaciuta moltissimo a mia moglie. Lo stinco l’ho preso solo io, la carne ben cotta e il colorito scuro del "fatto in casa". Qualcuno un giorno mi spiegheràperché quelli che compri al supermercato sono “rossi”. Patate fritte regolari.
Siamo tutti satolli e forse oltre, ma decidiamo di assaggiare la famosa zuppa inglese. Quando ti fai troppe aspettative il rischio di mitizzare è alto, e così è stato, infatti non ci ha soddisfatti. Buona si, ma non eccezionale.
Il brusio è molto forte, per sentirsi si alza la voce in un crescendo assordante. Non fosse per la confusione diventerebbe un posto “ricorrente”. Credo che questa sia l’unica pecca del locale. Per il resto promosso a pieni voti. Ottimo rapporto qualità/prezzo.
Piccola nota di costume: alcuni nostri vecchi chiamano la trattoria Secchia “la Malnèta”, i modenesi sanno cosa significa. Ovviamente è un soprannome che forse proviene da passate gestioni e nulla ha a che vedere con l’attuale proprietario. Ne riimane l’aspetto goliardico.
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