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Recensione su , scritta da Jimi-Hendrix il 2013-03-02

Due miei compagni di bisbocce insistono da tempo perché provassi con loro l’agriturismo Peri al Verde. Ci passo davanti ogni giorno, ma l’aspetto esterno, dalla strada, non mi ha mai entusiasmato; previa telefonata prenotiamo per la sera stessa, c’è posto.

Arriviamo alle 21 e 30; dopo aver lasciato l’auto in mezzo agli alberi ci dirigiamo verso l’ingresso, passando per l’aia, fra la stalla col somarello, l’officina e la casa ex abitazione. L’area esterna ha conservato in tutto e per tutto un aspetto contadino e ruspante, con tantissimo verde e pochissimi interventi d’ammodernamento, o quantomeno mimetizzati ottimamente!

Appena entrato penso: dove sono?? Tutto è estremamente rustico e campagnolo: vecchissimo laterizio sui pavimenti e per le scale, travature in legno a vista (anche queste assai antiche), intonaco grezzo pitturato sommariamente, infissi stravecchi ecc. ecc. Insomma, sembra di stare nella casa di campagna di un qualsiasi bis nonno agricoltore, un bel po’ di anni or sono. Compreso l’odore di vecchio. Per dare un’ulteriore aspetto campagnolo i gestori hanno sistemato ovunque vecchissime botti ovali e un numero infinito di ciarpame assortito: attrezzi da lavoro contadino, pignatte, quadri e quadretti, qualche vinello, canovacci e chi più ne ha più ne metta. Per le cose più piccole e per documenti vari, anche questi di almeno un centinaio d’anni, ci sono delle vetrinette molto caratteristiche, accanto i tavoli.

Gli spazi per gli avventori sono numerosi, con tante stanze. Non c’è tanta gente, siamo da soli in una stanzetta attigua a una più grande, quella quasi piena di avventori.

I tavoli, anzi, tavolacci e le sedie sono in legno e metallo grezzo, in perfetto “stile” con tutto il resto.

Il coperto è assai ricco e pulito.

Dopo che la gentilissima ragazza ci ha fatti accomodare, ci porta l’acqua e il vino in caraffa, un discreto lambruschino grasparossa.

Il menù è fisso, bisogna fidarsi dello chef..

Sul tavolo, assai grande, c’è già una sorta di focaccia a cubetti con 4 contenitori in ceramica contenenti cipolla al balsamico, finocchi, broccoli e ceci con pomodoro; c’è anche un tagliere con un affettato che non ho riconosciuto, simile al prosciutto cotto; iniziamo subito la cena con questo antipastino. Ottima la focaccia così come le verdure.

Dopo un po’ ci viene portato un vassoietto di farro e delle simil pizzette con impasto morbido e molto alto, con in cima pomodoro e parmigiano; una bella sorpresa, molto appetitosa!

Tutto questo era l’antipasto! Iniziamo bene..

Come primi arrivano i classici tortelloni vecchia Modena, davvero fenomenali, ottima sia la pasta che il ripieno, cotti perfettamente. Così buoni pochissime volte ne ho mangiati. Discreta quantità.

Il secondo dei primi è il risotto ai porri; anche qui andiamo molto bene, gran riso, saporito e succulento.

Dopo una giusta attesa arrivano i secondi: maialino al latte e “sfiziose alette di pollo impanate”, come ha detto la cameriera, con contorno di patate al forno e finocchi gratinati. Le carni sono buonissime, tenere e davvero sfiziose; ordinari i contorni. Discrete quantità.

Come dolce ci sono un pezzo a testa di strudel, buono, e pezzetti di torta sbrisolona, ottima, anche se forse un tantino troppo dolce.

Concludiamo con due caffè buoni, credo fatti con la moka, senza amari.

 

Al tavolino adibito a cassa ci vengono chiesti € 105, che a testa sono 35. Secondo me sono un tantino troppi. Per me il prezzo giusto si aggira sui 30; in altri agriturismi sempre a menù fisso, spesso, ho mangiato anche di più spendendo da 25 a 30 euro.

Intendiamoci, qua va tutto benissimo, la qualità, la quantità, la varietà, la cortesia del personale che sa fare egregiamente il proprio lavoro; però tutto sommato non ritengo del tutto giustificato il costo. Magari un terzo primo, magari una scelta più ampia dei vini (anche se, devo dire, hanno puntualmente riempito la caraffa ogni qualvolta si sia svuotata), magari un assaggino di dolce in più; allora sì che sarei d’accordo.

E poi: sicuramente quello che incassano non lo investono nella ristrutturazione degli edifici; sono ancora come 100 anni fa! :-)

Ce ne andiamo, comunque soddisfatti e satolli, salutando l’asinella Cleopatra e riguardando questo rusticissimo antico complesso agrituristico. 5 cappelli, imperdibile, per l’ambiente e per la cucina.

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