Recensione su , scritta da ilDelfo il 2014-04-19
Appena fuori Fanano, nella strada che porta agli impianti del Cimoncino, c'è la frazione di Canevare.
Una piazza, poche case, una chiesetta, il campanile e il ristorante Gabriella.
La giornata è piovosa, ma non grigia. Canevare è deserto. Il ristorante è aperto, sono con mia moglie e i 2 bimbi e senza prenotare ci infiliamo dentro in tutta fretta per bagnarci il meno possibile.
Chiedo timidamente: "C'è posto per 4?", il gestore mi risponde con un sorriso mostrandomi la sala vuota. Questo tempo ha rovinato il ponte di Pasqua e la gente è rimasta a casa...
Il mio ricordo risale a 30 anni fa, quando andavo da Gabriella con i miei genitori ed i loro amici che venivano a trovarci durante le nostre vacanze estive a Fanano.
Ricordo una sala grande, chiassosa, arredata in modo semplice e rustico, più quantità che qualità, in quel clima casalingo che fa tanto "Frignano" e del quale ho sincera nostalgia.
Ben presto mi accorgo che le cose sono cambiate. Il locale è molto curato, persino il bar dal quale si accede alla sala è diventato un posto veramente accogliente, ben arredato, atmosfera calda e nulla fuori posto.
La sala (che mi ricordavo più grande) è sempre la stessa, ma anche qui si nota l'intervento estetico anche se guardando bene ci accorgiamo che i tavoli sono ancora quelli di formica di trent'anni fa, abbelliti da tovaglie e tovaglioli di buon gusto.
E' molto presto, e ci siamo solo noi quindi il problema del chiasso non esiste e ci godiamo un po' di relax, guardando il panorama dalle ampie finestre che danno sulla valle.
Si alternano al nostro tavolo due persone molto gentili, entrambe della famiglia che da sempre gestisce il ristorante.
Il menù è semplice ma la scelta non manca. Notiamo immediatamente che anche in questo caso è stato fatto un importante cambiamento: i piatti, pur basati su materie prime del territorio, si sono raffinati e la carta dei vini è di tutto rispetto.
Io e mia moglie scegliamo:
- 2 polente funghi porcini e salsiccia
- 1 fritto misto di verdure
- 1 porzione di costolette di agnello alla griglia
Mentre i bimbi si "accontentano" di 2 piatti di tortellini in brodo.
Partiamo da questi: brodo discreto, tortellini buoni. Sarei ingiusto nel dire "senza infamia e senza lode", ma sarei esagerato a dire "ottimi". I bimbi invece erano di parere diverso poiché li hanno spazzolati di gusto.
La porzione era corretta.
Le nostre polente erano diverse da come ce le eravamo immaginate. I porcini e la salsiccia erano "separati" nel piatto. In sostanza erano piatti di polenta morbida con intorno il ragù di porcini (con pomodoro) e al centro 3 tocchetti di salsiccia.
Si potrebbe dire "più bello che buono"... in verità il piatto era anche buono... però non posso trattenermi nel criticare:
- non avrei messo il pomodoro che per il mio parere personale con i porcini non ci va!
- la salsiccia non c'entrava molto, così separata dal resto
- la salsiccia non era "in umido", bensì "fritta" con il risultato di seccarla un po' troppo.
- la porzione era appena sufficiente (anche a detta di mia moglie).
Dopo un'attesa di pochi minuti arrivano le costolette di agnello e il fritto misto, entrambi i piatti da dividere fra me e mia moglie.
Costolette davvero buone. Ben cotte, Un po' grasse, molto succose e profumate al rosmarino. Peccato fossero 3, numero indivisibile per 2 anche per la presenza dell'osso! Magari visto che al momento dell'ordinazione avevamo specificato che ce le saremmo divise (e per questo ci hanno portato cortesemente 2 piatti vuoti) sarebbe stato molto gradito che ne avessero cotte e servite 4, anche più piccoline. Voi direte: "che pretese!", ma questo significa "ospitalità" che è la prima cosa che mi aspetto da un ristorante in cui, peraltro, per quasi tutto il pranzo siamo stati gli unici clienti.
Il fritto misto era anch'esso veramente buono. Consisteva in un piatto con 1 fetta di peperone, 1 fetta di pomodoro, un ciuffetto di radicchio, 2 fette di melanzane, 2 bastoncini di zucchine, un paio di anelli di cipolla e un bastoncino di carota (spero di non aver dimenticato nulla!). Il tutto era pastellato e fritto meravigliosamente. Sembrava più un "tempura giapponese" che un semplice fritto di verdure.
Anche in questo caso la porzione era "calibrata".
Non ho parlato del vino. La nostra scelta è caduta su un Lambrusco grasparossa (credo az. Zucchi). Buono, fruttato ed economico (7 euro), ma quello che mi preme sottolineare è la sensibilità e l'intelligenza nella scelta dei vini da mettere in carta.
I vini del territorio la fanno da padrone: una buona scelta di Lambruschi, modenesi reggiani e parmensi, a fianco di una bella selezione dei vini dell'azianda aceto-vinicola Boni Luigi, che nobilita vitigni quasi dimenticati come il Malbo Gentile. Basterebbe questo per imbarazzare nella scelta, ma in carta sono presenti anche vini da altre regioni che, se selezionati con la stessa intelligenza (e ne sono sicuro), fanno di questa carta, seppur limitata nel numero delle etichette, uno dei punti di forza del ristorante.
Terminiamo il pranzo con 2 Cornetti Algida per i bimbi.
Il giudizio necessita di un ragionamento articolato.
Ho mangiato cose buone, in un ambiente gradevole, con gestori gentili.
Ma io pretendo di più. Io voglio un motivo che mi spinge ad alzarmi dal divano, mettermi in macchina con mia moglie e i bimbi, farmi 70 kilometri, arrivare a Canevare e pranzare da Gabriella.
Questo motivo non c'è. Tutto è buono, ma nulla è indimenticabile. Inoltre non è nemmeno economico e le porzioni non sono da ristorante di montagna.
Ci sono ristoranti in cui globalmente si mangia peggio, ma per i quali si fanno 70 km, o perchè le porzioni sono generose, o perché i prezzi sono economici.
Ci sono ristoranti in cui si spende di più, ma si gustano materie prime di pregio come tartufo e funghi freschi di stagione.
Altri in cui l'ambiente e l'atmosfera valgono da soli il viaggio, mettendo la cucina in secondo piano.
Non posso fare i nomi di tutti questi posti, ma ci sono e sono in Frignano.
La sensazione è che al Gabriella manchi qualcosa, oppure che sia qualcosa di troppo.
Il conto è stato 68 euro 8 dei quali per il coperto: tovaglia e tovagliolo di stoffa, bicchieri stile anni '60 e 4 fette di pane simil-toscano (perché il toscano vero è un'altra cosa!).
I primi piatti si aggirano sui 9 euro. Troppi, punto e basta.
I secondi, sui 10 euro (compreso il fritto misto), in proporzione sono più a buon mercato, ma i contorni si ordinano e si pagano a parte.
L'acqua non è stata conteggiata in quanto proveniente dal rubinetto (e qui è ancora buona).
La trasformazione non è completa. O si fa un passo in più offrendo qualcosa di più o si torna all'osteria di paese, ai vecchi che giocano a carte e ai maccheroncini funghi, panna, prosciutto e piselli fino a sbudellarsi per 5 euro.
Intanto altri 2 tavoli sono stati occupati, fuori piove sempre di più e i bimbi danno già segni di impazienza, forse ricaricati dagli zuccheri dei gelati. Ci infiliamo in macchina, leghiamo i bimbi ai seggiolini e scappiamo a Fanano dove ci aspetta un pomeriggio davanti al caminetto acceso.
2 cappelli e pizzico di insoddisfazione.