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Recensione su , scritta da crilli il 2017-03-11

La Lanterna di Diogene è un posto speciale, da tanti punti di vista. Speciale la sua storia, fatta di ostinata volontà di riscatto, anche dopo il terremoto del 2012 che fece letteralmente crollare la terra sotto i piedi. Speciale il luogo in cui si trova, in una bassa silenziosa, vicino al fiume, ma riempita dal suono di piccole campane agli alberi. Speciali soprattutto le persone che vi lavoravo, legati al centro "La lucciola".

Da troppi anni mancava un pranzo o una cena qui con mio marito (ma il nostro 5x1000 è sempre andato alla loro associazione!).

Il 40esimo compleanno del maritozzo, in quest'inizio di primavera, imponeva un festeggiamento degno di questo nome. Un pranzo a sorpresa qui è stata la prima idea che ho avuto, anche per far conoscere questo luogo a nostro figlio G., ancora piccolo di età, ma per i bei luoghi e le belle persone non si è mai troppo giovani, no?

Arriviamo alle 13, non senza perderci un po' (il navigatore non aiuta), ma in realtà la strada da Modena è molto semplice.

L'accoglienza è calda. In un attimo riceviamo menu e carta dei vini. Chiedo scusa ma ho completamente resettato il nome del vino preso dal consorte (sono astemia e in più allatto, quindi l'alcool è ricordo loooontano). Ma della bottiglia non resterà che il fondo. Buon segno, direi.

Tra menu alla carta e menu degustazione, optiamo per quest'ultimo, servito per minimo due persone.

Il buffet è libero, all'ingresso della sala. Ottime verdure, coltivate dai ragazzi stessi, con abbinamenti di spezie o frutta inconsueti e saporiti.

Poi via con i primi.

Si comincia con una vellutata di zucca e cavolo nero. Ottima e saporita.

Si continua con tagliatelle e ragu di bianca modenese. Olè. G. ne prende a manate nel suo piattine.

Si passa poi ai due secondi: uno non lo ricordo (poi spiegherò perché), l'altro uno stracotto divino. Ad accompagnare: purè di topinanbur e papate arrosto.

Qui il fattaccio: il figlio piccolo, solitamente gran mangione, a un certo punto si blocca, comincia a piangere e poi... a rimettere! Mamma e papà intervengono per pulirlo e pulire il tavolo. I bagni sono puliti. Dalla cucina ci aiutano e propongono di darci un cambio di vestiti.

Il resto del pranzo sarà dunque in velocità per portare a casa il piccolo colto da virus.

Prima di andarcene però i dolci a buffet, serviti in monoporzioni, li assaggiamo TUTTI e sono divini: di una crema alla ricotta farò il tris.

Non c'è modo di fermarci a chiacchierare sulla Lucciola e la Lanterna o di passeggiare nel giardino e lungo l'argine.

Torneremo, promesso.

Ai ragazzi della Lanterna: continuate a cercare l'uomo, come insegnava il filosofo. Voi ci mostrare davvero cos'è umano!

 

 

 

 

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