Recensione su , scritta da vejo il 2017-05-20
A casa mia, il sabato mattina si concentrano varie commissioni che spesso ci impegnano fino all’ora di pranzo, giunta la quale si deve decidere se possiamo sbrigarcela con i nostri mezzi (leggasi: il ns. frigo…), ovvero se dobbiamo ricorrere ad “aiuti esterni”.
Sabato scorso abbiamo optato per la seconda e ci siamo diretti alla Vecchia Pirri, della quale avevamo un ottimo quanto recente ricordo.
Il clima è mite e prendiamo posto in uno dei tavolini esterni che sono quasi tutti ancora liberi, ma che non tarderanno a trovare occupanti.
Ci vengono subito portati i menu e qui nasce il primo dilemma:
Tagliatelle or not tagliatelle, that is the question, nel senso che non deve trattarsi della “grande abbuffata”, quindi o un primo o un secondo.
Decidiamo quindi di lasciare la certezza delle ottime tagliatelle al ragù e di orientarci sulle cotolette:
milanese per mia moglie e bolognese per mio figlio ed il Vs. relatore.
La milanese ci è già nota, mentre la bolognese è ancora da sperimentare, quantomeno nell’interpretazione della Vecchia Pirri (perché mia madre la faceva ripassando al forno le cotolette già impanate e fritte, sulle quali metteva una fetta di prosciutto e una bella manciata di parmigiano - slurrp).
Qui, invece, viene “ripassata” in padella con prosciutto (ok), formaggio non meglio identificato (ok) e panna (KO !!!) con il risultato di ottenere una cotoletta letteralmente annegata in una salsa che annulla, in pratica, la croccantezza della panatura.
A onor del vero devo dire che il procedimento era sommariamente descritto nel menu quindi, cliente avvisato…
Comunque l’effetto finale si è rivelato accettabile (anche se continuo a preferire quelle che faceva la mia mamma).
Quanto ai contorni, moglie e figlio si orientano sugli spinaci al burro, io invece chiedo una porzione di patate arrosto che però sono presenti solamente sul menu: in alternativa mi viene proposto il puré (Grunt!!!).
Da bere chiedo la solita minerale frizzante e una bottiglia di Pignoletto che, a mio gusto, doveva essere adatto a entrambe le tipologie di cotoletta.
La risposta è: “Non lo abbiamo, ma se vuole le possiamo portare il vino alla spina della casa che è quasi un Pignoletto.” (doppio Grunt!!!)
Ora non voglio aprire un dibattito sul fatto che un certo vino possa essere “quasi un Pignoletto” ma sta di fatto che il mezzo litro che ci hanno portato a-n n'era gnanch al sô terzanèl, come ho letto in una dotta disquisizione sui modi di dire modenesi sul vino.
Comunque sia ce lo siamo fatto andare bene.
Concludo (era ora!!! Direte voi….) con qualche considerazione sul servizio.
Qualche volta mi è capitato di pranzare o cenare in ristoranti di un certo livello, con un cameriere “dedicato” al mio tavolo che pur stando in disparte si materializzava – nella sua impeccabile livrea – non appena c’era un bicchiere da rabboccare o un piatto vuoto da togliere.
Non pretendo questo dalla Vecchia Pirri (anzi, devo ammettere, che a livello generale un po’ mi imbarazza): avrei invece desiderato cameriere/i con indumenti meno “vissuti” e con un atteggiamento più sorridente nei confronti dei clienti.
Conto finale 61 euro (20,33 a testa)
Tirando le somme non posso confermare i 5 cappelli della prima volta: mi sembra equo fermarmi a 3, già sapendo che ci ritornerò (quantomeno per le tagliatelle !!!)