Recensioni

int(0) int(1948) elenco completo recensioni

Recensione su , scritta da g.falconline il 2008-01-12

Frequento Brescia da molti anni, e mi ci reco almeno una o due volte al mese. Il Ristorante Pizzeria “Al Teatro” è situato in un'area di rilevante pregio storico e commerciale, ad angolo con l'importante Via Zanardelli. Proprio a due passi, infatti, è situato il “Teatro Grande” di Brescia, edificato nel 1643, quando l'area fu concessa dalla Repubblica di Venezia all'Accademia degli Erranti, a ridosso dell'allora perimetro meridionale delle mura tardo medioevali dell'antica cittadella. Il locale è curato e finito con gusto, ma senza esagerare nell'arredo, il che conferisce all'ambiente una gradevole aria, insieme elegante ed informale. E' composto da due sale di media grandezza, una all'altezza dell'ingresso e l'altra al primo piano. Alle pareti diversi poster, che rimandano tutti grosso modo al periodo tra la Belle Epoque e la Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di pubblicità storiche (Coca Cola, Birra di Borgofranco e simili), e locandine di eventi legati al mondo dello spettacolo di quei tempi, ed entrati nell'immaginario collettivo della cultura da cui provengono, per lo più francese, inglese e americana, oltre a quella italiana, con le foto di attori storici del cinema. Il servizio al piano terra è curato da Franco, uno dei due gestori, persona di grande gentilezza e professionalità, che segue con attenzione il manifestarsi al tavolo di ogni esigenza. I tavolini e le sedute sono tipiche da pizzeria, ma il menù presentava alcuni piatti assolutamente da assaggiare, così abbiamo optato per il ristorante. Io e mia moglie eravamo accompagnati da mio nipote, il bresciano Jacopo (nessuno è perfetto :) ), che tra un esame di arabo e un corso di isreliano alla Facoltà di Comunicazioni Interculturali di Bergamo, due mesi in Marocco, due in Siria e poi chissà, non disdegna di familiarizzare con la cucina italiana :) . Così, ancor prima di affidargli la soluzione dei gravi problemi mediorientali, gli abbiamo sottoposto il menù ;). Appena seduti ci è stata portata una pizza a spicchi, di discreta fattura e condita con pomodoro di buona qualità. La scelta è caduta sugli antipasti di mare, serviti per tutti. Tradizionale esplorazione del piatto di mia moglie, che ospitava un polpo caldo, morbido e saporito: una pietanza ben preparata, completata da patate e fagiolini. Io e mio nipote abbiamo invece scelto un misto mare servito tiepido (cosa che apprezzo molto) arricchito con pesce marinato. A parte i filettini di seppia un po' gommosi tutto il resto, con polpo e gamberi a farla da padrone, è risultato di buona qualità e giusta cottura. Davvero squisito il pesce marinato, degnamente rappresentato da salmone ed acciughe. Con molta tempestività, nel frattempo, ci era stata portata una focaccia calda a spicchi, che ha accompagnato pesce e relativi sughetti. Ed eccoci finalmente giunti ai primi, che al momento dell'ordinazione avevano non poco sollecitato l'immaginazione, sempre molto creativa, delle nostre papille gustative. Nel menù figuravano i famigerati scialatielli, pasta di origine calabro-campana che rievoca, nella mia memoria di giovane frequentatore della costiera amalfitana, marce ordinate di frutti di mare, con a capo cefalopodi e rossicce e rubiconde ragazzotte inglesi, arse dal sole :). ll termine “scialatielli” viene da “scialare” (in italiano : sprecare, dissipare i propri beni senza curarsene) che nell'accezione comune raccolta dal dialetto, nella fattispecie significa appunto godersela senza eccessivi pensieri. Una pasta che, nella tradizione della costiera, è a forma di spaghetto corto grosso, a sezione più o meno quadrata, che si sposa molto bene con i piatti di mare. Mia moglie li ha scelti con le vongole, in bianco, mente noi con vongole e pesto alla genovese: scialatielli fatti in casa e rigorosamente al dente, ed entrambi i condimenti gustosi. Eravamo già piuttosto soddisfatti, e positivamente colpiti, ma ancora non avevamo idea di cosa ci aspettasse per finire… Chiediamo i dolci fatti in casa, e ordino un tiramisù, mentre per mio nipote mascarpone con croccantino. Scelta fortunata, quella di non aver lesinato sulle calorie proprio in quel momento, perchè mi è stato portato il miglior tiramisù che abbia mai mangiato! Presentato in forma artistica, in giusta consistenza, spolverato di cacao con rapide escursioni di crema al cioccolato: una delizia! Dalla carta dei vini, non molto fornita, ma in linea con una scelta adatta a tutti i gusti e alla pizza in particolare, abbiamo preferito uno chardonnay frizzante della Tenuta Ca' Bolani, un friulano bianco servito e tenuto in fresco, che si accompagna felicemente con i piatti di pesce. Meno di trenta euro a testa il conto totale, ulteriormente abbattuto da un generoso sconto finale alla cassa di Antonio, il secondo gestore del locale, per la nostra simpatia… e sicura fedeltà! :) Abbiamo già prenotato il prossimo tiramisù ;) NB Chiedo scusa agli amici gnoloso e Goloso, che sicuramente avrebbero preferito ricordi sulla costiera amalfitana di wine-bar con essenze di sigaro e wisky, e David Herbert Lawrence mentre a Ravello scrive gli ultimi capitoli de “L'amante di lady Chatterley”, ma il mio Tirreno, anche se non riesce ad aver completamente ragione della Ghirlandina, spuma sugli scogli della mia memoria più di un Gran Cuvè Saten Franciacorta delle cantine Bellavista. :) :) 42008-01-20 00:00:002008-01-20 00:00:0030.001
[wpuf_form id="14284"]