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Recensione su , scritta da pantagruel il 2008-02-03

Domenica di pioggia, e non è un particolare da poco, perchè per raggiungere questo locale ti devi fare una sterrata di 1 km fra buche e fango. Dovevo visitarlo, perchè fino a poco tempo fa i gestori erano quelli del "Cacciatore" (famoso) di Campogalliano e me li ricordavo molto bravi. Al termine della Parigi-Dakar si entra in un grande parcheggio e scopri che potevi anche arrivarci da una strada più grande e più comoda! Ma non è indicata............un cappello in meno. Abbiamo prenotato in otto persone, ma della nostra prenotazione si è persa traccia. Nessun problema e ci fanno accomodare nella sala più lontana che sarebbe meglio chiamare Stanzone: tavoli tipo mensa, ambiente troppo alto, con rimbombo assordante e pieno di gente (50 circa). Chiedo di essere trasferito nella sala all'ingresso (vuota, completamente) ma il mio italiano non è dei migliori e non ottengo risposta. Apro il menù e leggo (nel frattempo passano 20 minuti ma nessuni si avvicina). Personale di sala in crisi, proprietario che gira a vuoto. Menù complicato e lungo (penso: saranno almeno 5 cuochi!) con circa 50 piatti (senza contare dolci e varie) compresa molta selvaggina. Mentre ci passiamo il tempo in attesa di un cameriere andiamo tutti in bagno e visitiamo la sala vuota all'ingresso: la cucina ha la porta aperta e vedo ai fornelli un ragazzo e una anziana signora. Ecco perchè sono in crisi! Comunque non mi dilungo troppo: niente antipasti, scelta di un tris di minestre (zucca, tortelli con capriolo, pettine) e vari secondi di carne. Beviamo lambrusco (2 bocce in otto) e tanta acqua. Caffè e niente liquori. Bottarella di 40 euro a testa. Pasta dichiarata fatta a mano, ma non è vero (a Pantagruel queste bugie non si dicono: ho individuato il pastificio che le fa!) Capriolo tratto da una scatola (buono ma sempre in scatola, con il suo fedele gusto di dado knorr) Tortelli di zucca insipidi e scotti. Ma ciliegina sulla torta: i primi sono cosparsi di abbondante prmigiano grattato! Orrore, non si fa più neanche nella trattoria della melnetta. Tempi biblici, tre ore per arrivare ai dolci che non abbiamo preso. A fronte delle nostre rimostranze finali: un bel sorriso e via. Ritorno a Dakar. 12008-02-05 00:00:002008-02-05 00:00:0040.001
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