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elenco completo recensioni Recensione su , scritta da grog il 2009-01-05
Ci sono andato il 5 gennaio per festeggiare il compleanno di mia moglie, avevo quindi prenotato, perché non si sa mai, alle 12.30.
La trattoria si trova a Modena in via Poletti.
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BREVE CENNO STORICO
Poletti (Via Luigi)
Prima a destra di via G. Muzzioli, attraversa viale Reiter e mette in viale Ciro Menotti. (Denominata dal 1911).
Di onorata ma non ricca famiglia oriunda di Fer¬rara, poi stabilita in Modena da molti anni, nasceva Luigi Poletti il 28 ottobre 1792 da Giuseppe Poletti e dalla Domenica Carretti. Compiuti gli studi nel patrio ateneo a spese dello Stato andò a perfezio¬narsi a Roma. Fu geniale architetto.
A Roma dove aveva compiuto i suoi studi lasciò monumenti insigni del suo valore, quali: la riedi¬ficazione e decorazione della Basilica di S. Paolo, distrutta dal terribile incendio del 1823; la costruzione del monumento alla Concezione di Maria, in Piazza di Spagna e del Collegio ecclesiastico dei nobili Scozzesi. Altri lavori rimangono di lui ad Assisi, a Ca¬merino, a Montalto, ove innalzò la Cattedrale sui fondamenti fatti al tempo di Sisto V; a Fano, Terni e Rimini costruì teatri.
Morì all'etàdi 77 anni, il 2 agosto 1869, a Mi¬lano e il suo corpo, come egli aveva precedente¬mente disposto, fu trasportato a Roma, ove ebbe degna sepoltura in S. Paolo.
Tutti i suoi beni e la sua ricchissima biblioteca egli lasciò alla cittànatia; inoltre con le rendite del suo patrimonio istituì un fondo a vantaggio dei giovani modenesi che più di tutti si fossero distinti nella pittura, architettura e scultura, affinchè aves¬sero modo di recarsi a Roma per continuare gli studi.
A Modena, nel Palazzo dei Musei trovasi la “Galleria Poletti”, che raccoglie le opere dei gio¬vani da lui beneficati, e la “Biblioteca Poletti”, ric¬chissima di opere scientifiche e matematiche e d'altre che trattano d'architettura, d'arte e d'archeologia.
A ricordo dell'insigne Architetto, nell'atrio della Galleria e Biblioteca è posta una statua in marmo bianco eseguita da Carlo Baraldi.
Da una lettera del Poletti (5 settembre 1865), diretta al marchese Cesare Campori, si rileva non potersi precisare la contrada dove nacque.
« A me par certo ( egli scriveva ) d'essere nato in una casa di proprietàdi famiglia nella contrada degli Armaroli marcata S. N. 872, come rilevo dall'istrumento di vendita fatta dal mio genitore a certo Carlo Masini nel 1806. Ho qualche dubbio ancora che possa essere un'altra di cui non ricordo la situazione, che parimenti è un antico livello di famiglia da me donato al figlio del defunto dott. Cavani cancelliere vescovile, mio cugino. »
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Puntuale come la morte (mia spiccata caratteristica, sono un maniaco della puntualità, arrivo sempre prima), mi presento davanti al locale alle 12.20.
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TARGA IN MARMO
Osservo le tre vetrine. Tutte coperte da tende a cupola, me le ricordavo, devono esserci sempre state, cambiate ovviamente ma sempre presenti, poi alla sinistra della vetrina d'ingresso vi è una targa commemorativa in marmo, con tanto di fotografia:
ALLA MEMORIA
DI
ABELE MISELLI
QUI TRUCIDATO
DA SGHERRI FASCISTI
IL 13 SETTEMBRE 1944
E sotto alla base della targa un cartellino colorato in plastica appoggiato sopra, che ci sta proprio come un calcio in bocca, una sigla bianca su fondo blu *CVL sopra a tre bandiere, due italiane con in mezzo una rossa.
Per la cronaca CVL sta per “Corpo Volontari della Libertà”.
Beh, vi dico io dove potevano mettere quel cartellino…..dappertutto, ma non proprio sulla targa di marmo….lasciamo perdere la zucca di certa gente.
Ho dato un occhio in giro nella rete per capire chi era ‘sto Abele Miselli, l'unico ad aver scritto un accenno sulla sua esistenza sembra essere stato il Prof. Bruno Zucchini.
BREVE PARENTESI SU ZUCCHINI
Chi ha la mia etàsicuramente se lo ricorda, o perlomeno ne ha sentito parlare. Io l'ho conosciuto perché prima andavo a fare ginnastica presciistica presso il suo Athletic Club, poi perché ci sono stato nel vano tentativo di buttare giù i quintali superflui con evidenti scarsi risultati.
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Bruno Zucchini è l'autore del libro “Vista dai vinti – La guerra civile nel modenese (1943-1945) – Tra cronaca e storia – ed. Tel
All'interno della copertina si legge:
“Questo libro è costato al suo autore, il prof.Bruno Zucchini, 15 anni di pazienti e meticoleose ricerche. Un lavoro lungo e faticoso che ha avuto come unico scopo quello di dare alle stampe una testimonianza sulla guerra civile nella provincia di Modena secondo la prospettiva dei perdenti. L'importanza del libro riesiede proprio in questo; al di làdelle prese di posizione e dei giudizi espressi, che non a tutti potranno piacere e che comunque sono proposti con l'onestàintellettuale che contraddistingue gli uomini coscienti, a qualunque parte essi appartengano, questo testo è un documento fondamentale per consegnare alla storia la voce di chi di solito voce non ha.
Bruno Zucchini fu insegnate di educazione Fisica presso le Scuole Medie Foscolo, Cavour e Paoli; presso il Liceo Scientifico Tassoni e Wiligelmo e concluse la sua carriera scolastica presso l'ITI Corni.
Ha diretto la Palestra Athletic Club per trenta anni, preparando oltre che campioni mondiali e nazionali in varie specializzazioni sportive, generazioni di giovani modenesi, avviandoli all'attivitàmotoria e sportiva oltre che ad insegnare agli adulti a mantenere e a migliorare le proprie capacitàpsico fisiche.
E' stato presidente per oltre un trentennio dello Sci Club Modena ed organizzatore di vacanze sportive sulla neve. Oltra alla ginnastica in palestra ha prodotto la collana di VHS denominata “la palestra in casa”.”
Di Abele Miselli scrive:
MERCOLEDI 13 SETTEMBRE 1944
A Nonantola, in un feroce agguato, viene colpito a morte il giovane squadrista della Brigata Nera, di venti anni e nativo di quel paese:
BEVINI SPERINDIO.
A Spilimbergo (Udine), cade in combattimento contro formazioni partigiane di quella zona, il maresciallo della GNR di Modena, di ventinove anni:
CAMURRI RENZO.
A Modena e a Medolla vengono fucilati, da parte di formazioni delle Brigate nere, due partigiani: si trattava di ABELE MISELLI e di EDOARDO CAVALLINI.
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IL RISTORANTE
Per la prima volta vi eviterò la minuziosa descrizione del locale, perché, se volete sapere com'è, in un paio di minuti ve lo potete vedere, sì proprio vedere, coi vostri occhi, qui: http://www.gustamodena.it/anceschi/galleria.php.
Cosa c'è di meglio che un'immagine per capire come sono sistemate le cose…..
Dirò soltanto che la sala è a forma di L rovesciata, dove la parte più corta è la retrostante saletta e che il locale dentro è bello …..grazie Kava per le splendide foto…. Purtroppo quel giorno tutto quel ben di Dio che c'è sulle foto non c'era, molto probabilmente perché era mezzogiorno.
Entro e dopo un'attesa di 15 secondi si presenta una spilungona, una mora giovane e piacente (“eddaje” direte, non se ne perde una….vi ho detto che mi sono rimasti gli occhi e li uso) di nazionalitànon italiana che ci fa accomodare. Il locale è ancora deserto, vuoi che è presto, vuoi che fuori c'è un freddo bestiale, vuoi che siamo in periodo di “ponte”….
Scegliamo un tavolino nella saletta dietro, accomodati arriva la ragazza, che parla benissimo la nostra lingua, e prende le ordinzioni del bere. Acqua gas e bottiglia di Lambrusco. Apprezzo moltissimo il fatto che avendo io chiesto solo una bottiglia di Lambrusco lei mi abbia portato una bottiglia di Sorbara.
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Qui vorrei fare una disquisizione, non so se avete per caso letto il mio post sul lambrusco: (http://www.gustamodena.it/lavagna.php?cod=574) che decanta le caratteristiche del Sorbara.
Quando si parla si Lambrusco si intende solo il Sorbara. La qualitàGrasparossa o Salamino sono, se vogliamo, due “perversioni” di tale vino. Quindi è opportuno che quando si va al ristorante se si vuole bere il Sorbara basterebbe chiedere “…del Lambrusco” e il cameriere di turno deve immediatamente capire di cosa parliamo; se volgiamo invece uno di quegli altri, dobbiamo specificarlo.
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Intanto cominciano ad arrivare altri avventori. Alcuni di loro capisco essere o clienti abituali, cioè persone sole che, avendo fatto una convenzione, vengono a mangiare un pasto a prezzo X, o lavoratori in zona la cui ditta ha una convenzione col locale.
Arrivano i beveraggi. Il Lambrusco è della Casa Vinicola Messori Giancarlo - Cittanova, ha una strana etichetta che non ho mai visto, su cui si legge anche il solito DOC per esteso e più sotto Vino Frizzante (strano mi chiedo, anche i sassi sanno che il Lambrusco frizza…..), il sapore è discreto, senza infamia e senza lode, di colore decisamente e stranamente troppo scuro, sembra un grasparossa (a volte le cantine sbagliano a mettere le etichette…. eppoi questa spiega anche la frizzatura….bah!!).
Intanto che assaggiamo il vino ci siamo giàsparati due panini, pane comune pittosto pallido ma molto buono e morbido, freschissimo.
Arriva il titolare in perfetta tenuta “da oste”, calzoni neri, camicia a maniche rimboccate azzurro intenso con sopra gilet nero sbottonato, purtroppo senza menu scritto, e recitando tutto a memoria incomincia a elencarci i primi piatti….. non mi ricordo più quanti ne abbia nominati, ad ogni modo io ho optato per i ravioli ai carciofi e mia moglie per quelli ai funghi.
Qui apro una parentesi.
D'accordo che questa è una trattoria sopra le righe (intendo che è più ristorante che trattoria), io considero abbastanza giusto non avere un menu scritto se la quantitàdelle portate è minima, non lo ritengo corretto invece nei riguardi del cliente se la quantitàdelle portate è tanta. Quando la decantazione arriva a superare un certo numero di portate non ci si ricorda più cosa c'era all'inizio (http://www.gustamodena.it/anceschi/menu.php).
In questo caso infatti ha cominciato con tutti questi nomi….io mi sono perso e alla fine ho scelto quello che mi ricordavo…carciofi….
Forse alla sera il menu stampato esiste, boh. Ad ogni buon conto una cosa sono i clienti abituali, un'altra quelli occasionali, anche se le portate per loro sono altrettante e oltremodo diverse. Sì, diverse, ho sentito al tavolo a fianco un elenco diverso….e se avessi voluto mangiare il passato di verdura anch'io? A me non lo aveva nominato. Ed è per questo che sarebbe più giusto presentarsi con qualcosa di scritto, un menù normale con tutto il suo bell'elenco in vista e i suoi prezzi, in fondo eventualmente una scelta o due di menù fissi, punto e basta. Tutti felici e contenti.
Stesso discorso vale per il vino. La ragazza è arrivata e ci ha chiesto cosa volevamo bere ancora prima che avessimo scelto il mangiare. Giàquesto è sbagliato, come faccio a sapere che cosa voglio bere se non so ancora cosa mi darai da mangiare? Allora sarebbe più corretto portare un menù scritto e la carta dei vini, per altro qui la cantina è fornitissima (http://www.gustamodena.it/anceschi/vini.php).
Fine parentesi
Nell'attesa, giusta direi, mi guardo intorno. Il locale adesso e quasi pieno, non c'è rimbombo nonostante la tanta gente e nonostante un televisore appeso per aria (era meglio se non c'era o se era posizionato diversamente) che trasmetteva “Studio Aperto”.
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Anche qui ho da ridire.
Madonna che brontolone che sono, mia madre da piccolo mi chiamava signor borsari, che la dice tutta.
Ok che siamo nell'era massima della tecnologia e siamo tutti oramai schiavi delle immagini monitoriali, però magari quando si mangia fuori si può non aver voglia di sentire i bling blong delle varie pubblicità… allora, dove possibile, ricaverei due sezioni diverse dello stesso locale separate, una con presenza di televisione ed una senza. Il volume era basso e non dava fastidio (mi è capitato di peggio), però se non ci fosse stata sarei stato meglio.
Qui la sala ad L rovesciata sarebbe l'ideale, la salettina separata da una parete leggera dall'altra e senza Tv, un po' più intima…..
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Passa e ripassa la ragazza e noto che non porta una tenuta da cameriera, a dispetto del titolare che sembra un oste in piena regola. La ragazza, che oltretutto non lesina neppure un minimo accenno ad un qualsiasi sorriso, è vestita semplicemente, calzoni di jeans con stivaloni neri, maglietta blu scuro a maniche lunghe a girocollo ampio a righine colorate orizzontali, decisamente più una tenuta da “due passi in tranquillità” che da “ristorante”.
Concordo con titina, che in una recensione di qualche giorno fa, ha definito la ragazza “scornatissima”. Effettivamente non sorride mai, è serissima, gira tutta impettita, sembra quasi le scocci fare quello che fa e sembra che le diamo fastidio, peccato perché è brava, precisa e puntuale e soprattutto di bella presenza. Se mollasse questo suo atteggiamento “da orco incazzato” e fosse più sciolta sarebbe quasi perfetta.
I PRIMI
I ravioli ai carciofi sono più piccoli di quelli ai funghi. Entrambi sono quadrati ed adagiati su un sughetto “leggermente pannoso” (termine utilizzato in onore di dj_lagra) a base uno di carciofi e l'altro di funghi, ma vah. Il ripieno, ovviamente di ricotta, anche qui con carciofi e con funghi, e rimavah!!.
Nel complesso molto buoni, ingredienti non intensissimi ma delicati, nessuno prevale troppo, ma si capisce bene con che condimento hai a che fare. La pasta è tirata a mano e si sente. Ripeto molto buoni.
Scarpetta d'obbligo, la faccio anche nel piatto di mia moglie….
Altra breve pausa e il titolare si ripresenta col suo tacquino in mano e ci sciorina un nuovo elenco…… stessa difficoltàa ricordarsi tutto, mia moglie opta per prosciutto al forno con verdure bollite, io non mi ricordo più un tubo e alla fine chiedo grigliata mista con verdure alla griglia….e faccio una battutina “và, prendiamole alla griglia, giàè accesa per la carne, così fate tutto insieme…”.
Per fortuna che ho fatto la battutina, la prossima volta stò zitto.
Arrivano, prima le verdure e poi la carne. Le verdure di mia moglie vengono prese dal buffet di fianco alla porta della cucina, mi sembra di ricordare fagiolini e patate. La mia arriva direttamente dalla cucina, zucchine, melanzane e peperoni.
SONO FREDDE GELATE!!!!!
Per fortuna che avevo fatto quella battutina….. forse l'addetto alle verdure è un eschimese? Fatto sta che appena assaggiate ci si raggela il sangue, per foruna arriva la carne che fuma.
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Altra parentesi.
Diciamo che mi sono girati gli zebedei, mi sono chiesto con che testa, in pieno inverno, si possano presentare a tavola le verdure cotte fredde, non tiepide, gelate.
Oltretutto quella mattina lì era successo un patatrack, da quello che ho sentito, si era rotta la ventola o qualche altro pezzo dell'impianto di ventilazione del riscaldamento (conosco questo tipo di impianto, lo avevo nel mio studio, una delle più grosse ciofeche che ci possano essere in giro e che viene generalmente imposto dall'USL, non va mai bene, se c'è molto freddo [come fu quella notte] si ghiaccia il liquido dentro ai tubi e quando si accende addio…..qualcosa si sbraga sempre) e quindi c'era un po' freddino nel locale. Nessun problema verso le 13 sono arrivati i tecnici ed hanno risolto il tutto, peccato che ce ne siamo andati che stava riscaldandosi.
Questo però non giustifica la temeperatura delle verdure e mangiarle fredde al freddo non ha giovato di sicuro.
Chiusa parentesi
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I SECONDI
A detta di mia moglie, e poi l'ho assaggiato anch'io, era il miglior prosciutto al forno che avesse mai mangiato in tutta la sua vita. In effetti era tenerissimo e cotto perfettamente, grandioso.
La grigliata.
Titina ne ha parlato piuttosto male nella sua recensione. Io debbo smentirla. Era buonissima e, contrariamente al solito, abbondante. Un bel pezzo di salsiccia, SBUCCIATA, un pezzo di petto di pollo, pezzi vari di manzo, vitello, maiale. Cotta alla perfezione e soprattutto tenerissima. La salsiccia era uno spettacolo!
Le verdure grigliate, anche se fredde, erano di ottima qualitàe grigliate a puntino, stesso discorso per quelle cotte, fredde, avevano mantenuto però tutto il loro colore ed erano giustamente sode.
IL DOLCE
Alla fine mia moglie, visto che era il suo compleanno, su mio consiglio (una volta i dolci potevo mangiarli, e in questa stagione la coppetta di mascarpone era l'ideale) ordina una coppetta al mascarpone.
Perfetta, coperta di scagliette di cioccolato e buonissima. Non c'era un sapore che prevalicasse l'altro, tutti ben accostati ed amalgamati.
Due deca, buoni, e via alla reception.
In bagno non ci sono stato e confesso che non ho neppure visto dov'era.
Conto finale 56.80. Nel complesso direi giustissimo ed in linea.
Forse troppo elevato il coperto, 2.80, ma appena ti siedi fai fuori un cestino di pane per cui….
Acqua 2.00
Vino 6.50, neppure troppo caro.
Primi 7.30 l'uno.
Prosciutto 7.00
Grigliata 13.00
Contorni 2.80 l'uno.
Dolce 2.50.
Caffè offerti
Nel complesso dò 4 cappelli, un po' di incoraggiamento, ci sono cose da affinare, 3 sono troppo riduttivi, l'ideale sarebbero 3½.
Si sente che la cucina è genuina e chi dirige i giochi sa il fatto suo, anche nella preparazione delle paste ripiene.
Io mi sono trovato molto bene e sono rimasto assai soddisfatto.
Ricordo con piacere quando venivamo anni addietro, ho sempre mangiato bene, c'è stato un periodo, direi a metàdegli anni '80 che con la mia compagnia ci venivamo quasi tutti i sabati, ricordo che i primi titolari lo lanciarono all'inizio degli anni '70, ed erano anche i padroni dell'Albergo Stella, in via P.Ferrari. Questo particolare lo ricordo bene perché il titolare, di cui ricordo ancora il cognome, era stato un mio paziente e spesso mi parlava delle difficoltàche c'erano giàallora a gestire locali del genere, però lui e la sua famiglia erano abituati, perché li aprivano, li lanciavano e poi li vendevano, un business faticoso ma redditizio. Questo invece lo avevano tenuto parecchi anni, avendo anche l'albergo lì vicino. Infatti lo avevano tenuto fino alla fine degli anni '80, poi nell'arco di 5-6 anni è passato di mano tre volte fino a che non l'ha rilevato la presente gestione, che se lo ha portato sano e salvo fino ai giorni nostri, vuol dire che tuttosommato sa come si fa da mangiare.
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