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elenco completo recensioni Recensione su , scritta da damiani il 2009-03-28
Sabato mattina, partiamo con una coppia di amici ristoratori e i loro gemellini terribili di 4 anni, Niccolò e Lorenzo, per intraprendere l'impervia strada che da Mantova ci porteràa Badia di Moscheta. L'obiettivo è vedere finalmente questo eremo delle godurie e pranzare con una fiorentina degna di tale nome.
Da Roncobilaccio fino alla meta impieghiamo circa una mezz'ora fatta di curve e almeno un milione di saliscendi e con lo stomaco che da mezzogiorno reclama attenzione ci godiamo lo spettacolo dei boschi della Futa e delle valli ai piedi della scarpata, il tutto guastato soltanto dalla giornata nuvolosa che incombe sul weekend.
Arriviamo davanti al ristorante che manca poco all'una, c'è la piacevole sorpresa di vedere mio fratello e mia madre che ci aspettano all'ingresso: il loro viaggio da Faenza è stato meno impervio e ci hanno preceduto.
Il posto è davvero incantevole, ai piedi di un bosco si trova una struttura di sassi e pietra serena che comprende ristorante, camere e una bella corte lambita da un arzillo torrente che taglia in due la proprietà, lasciando il maneggio e le scuderie al di làdi un piccolo ponticello. Peccato davvero non potersi godere questa vista con un bel sole primaverile.
Appena sceso dall'auto corro verso il banco bar per stringere la mano al gestore e ordinare un piccolo aperitivo di prosecco e carde cruda condita (da altre recensioni si può capire la meraviglia ). Il breve prologo ci porta (dopo qualche brindisi) alla sala superiore, raccolta, ben apparecchiata e giàoccupata da una tavolata di una trentina di simpatici ravennati che faranno un casino indiavolato per tutto il pranzo obbligandoci a parlare a voce altissima per farci sentire.
Ordiniamo subito crostini misti e un po' di affettati per i bambini, acqua gas e naturale e il Chianti di casa che arriva giàimbottigliato; come primo due tortelli di patate con sugo rustico (maiale e funghi), tagliolini all'olio e fiorentina per tutti con patate fritte e verdure miste. Inganniamo l'attesa saggiando l'eccellente olio di casa su fette di pane toscano lasciato in abbondanza sul tavolo. Arrivano dopo pochi minuti una ventina di crostini con patè di fegatini, funghi (sublimi) e quello che a noi sembra un pesto di aglio, prezzemolo e pecorino dolce (mondiale), poi qualche fetta spessa di saporito prosciutto toscano e salame (buoni anche se ho sempre preferito il salume nostrano.) Il tutto dura pochi minuti, nei vassoi non resterànulla. “…principio sì giulivo, ben conduce…”
Ecco finalmente i primi: i tortelli di patate, che adoro, sono almeno per quattro persone, piccoli, sodi, saporitissimi e coperti da un sugo meraviglioso. Sono fantastici; senza pensare a quanto mi toccheràdopo, ne mangio due fondine strapiene. I tagliolini non li ho assaggiati, ma dalla faccia dei miei commensali deduco siano perfetti. I primi hanno subito la stessa triste sorte degli antipasti: spariti nell'oblio.
Quando la signora ci porta la seconda boccia di Chianti, arriva in delegazione anche il collega per farci vedere la carne che ci toccheràin sorte: sono due fiorentine imponenti, alte quattro dita; dal colore si può facilmente intuire una lunga e sapiente frollatura. Il peso complessivo è di kg. 2,7.
Usciamo dieci minuti per una sigaretta, approfittando della pausa per rifiatare e curiosare un po'all'interno della corte e nei paraggi delle scuderie. Penso che sarebbe la location perfetta per una grigliata del 1°maggio, con deriva alcolica e pernottamento. Ci penserò…
Al rientro ci aspetta sul tavolo il vero motivo del nostro viaggio: le fiorentine sono due meraviglie che Emilio sta giàsezionando per la mattanza. Posso solo dire che erano perfette per cottura, morbidezza, sapore e quantità: giustamente non ne resteràtraccia, anzi spariranno anche le ossa, gentilmente imbustate dalla cameriera per i golden retriver di mia madre. Ma anche le verdure sono degne di lode: carciofi, cipolle, zucchine, patatine, tutto eccellente.
Siamo sfiancati e quasi pronti al caffè, quando per curiositàmi faccio elencare i dolci: crostata di albicocche o prugne, creme caramel, torta di ricotta e torta della nonna. Alla riusciamo a ordinarli tutti, facendo vergognosamente anche il bis. Sono davvero meravigliosi dolci di altri tempi, i migliori che abbia mai mangiato. La torta della nonna è qualcosa di indescrivibile: alta, piena di una crema pazzesca (ma come fanno!?) e ricoperta da una valanga di pinoli tostati che quasi certamente arrivano dal bosco alle nostre spalle. E' talmente buona che resteràindelebilmente il punto più alto del pranzo, anche più di quella incredibile fiorentina. E dire che solitamente sono uno che non impazzisce per i dolci…
Addirittura la nostra amica Serena se ne porteràa casa una fetta per tentare un'analisi utile alla sua riproduzione: dalla cucina infatti sono arrivati solo labili e vaghissimi indizi (“…è facile: pasta frolla, crema pasticcera e pinoli. Tutto qui!). Macchè, cotanta maestria vale da sola il viaggio!!
Caffè per tutti gli adulti e 4 grappe per me e Emilio, che indugiamo lungamente al banco mentre le donne e i bambini sono a vedere le scuderie e i bellissimi cavalli al loro interno.
Si discute con l'oste amabilmente di Mantova, di tortelli, del tanto vituperato Vinitaly e della possibilitàdi pernottare e fare una cavalcata notturna nei boschi per la notte di S. Lorenzo. Paghiamo un conto di € 233 diviso per 6 adulti (€ 38 ca. a testa) e salutiamo i gestori e il personale in cucina.
Ci tornerò prestissimo, magari in scooter, con tappa intermedia a Faenza e mi fermerò a dormire.
La media impressionante di cappelli su GM è assolutamente legittima e meritata e io non sarò di certo meno generoso.
Alla prossima
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