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Recensione su , scritta da grog il 2009-05-05

Martedì sera. Serata già organizzata. Sono fuori per lavoro, non rincaso e vado direttamente da piggo a fare due chiacchiere…… ma non salto la cena. Di solito prendo una pizza al take away più vicino a casa sua…. Vengo da Vaciglio, passo lungo la tangenziale e svolto in via Emilia. Mi verrebbe voglia di ritornare a prendere i kebab che mi sono sparato a pranzo, ma la ragione vince sul sentimento. A pranzo mangio carne e a cena minestrone o frutta. Stasera eccezione e prenderò una pizza. Ma dove???? Passo davanti all'O Sole Mio. Butto un'occhiata malinconica all'interno del locale, è aperto e…. c'è posto per la macchina lì, vicino, parcheggio. Salgo i gradini e subito rivedo i tavolini sulla balconata, le sedie sono nuove, la vista strada è sempre quella. Qui si mangia la vera pizza allo smog….la migliore però!!! Entro, non è cambiato nulla. Gran bancone bar, a sinistra la cassa e di fronte il banco pizza con subito dietro la grande bocca del forno a legna spalancata ad accogliere i cerchi di pasta condita. Il titolare si gira e sgrana gli occhi. Saluti, baci, abbracci, pacche sulle spalle, strette di mano, buffetti, come stai, ma quanto tempo (almeno 10 anni), non sei proprio cambiato, un po' di pancetta a causa dell'età, tutto bene il lavoro, la famiglia tutto a posto, sono proprio contento di vederti….cosa prendi? E io secondo voi cosa prendo? Una marinapoli. Glielo spiego, una volta sola, è sufficiente. Vedo l'allievo pizzaiolo che segue alla lettera le direttive del maestro. Prende il panetto di pasta e con abili mosse rotatorie lo fa diventare un tondo piatto, poi afferra una ciotola contenete la salsa di pomodoro. Il suo colore è diverso da quello delle altre pizzerie, è più rosso, sembra abbia il turbo. Muove con maestria il cucchiaione senza toccare la pasta e distribuisce in un battibaleno la salsa sul disco bianco. Si gira e prende una ciotolina contenete la salsa aglio e prezzemolo già pronta, la distribuisce a zig-zag nelle zone “che lui sa”, poi afferra una manciata cospicua di mozzarella, una mozzarella strana, sembra più soda, la mette non distribuita, ma a chiazze, poi branca i filetti di acciuga e li spezza con dolcezza e li pone dove non c'è la mozzarella. Infine agguanta l'oliera e piroettandola distribuisce l'olio sulla sua creazione. Il capo allora prende un po' di farina e la getta sul tavolone, con una digitale presa sapiente afferra due lembi della pasta e la sposta sopra la farina, poi infila l'enorme piatta paletta sotto al disco, la sistema ben bene, lo solleva e imbocca il forno spalancato. Dentro ardono a fuoco vivo alcuni ceppi di legna. Osservo il disco, dopo qualche secondo il bordo comincia a gonfiarsi e a cambiare colore, da pallidino che era diventa più che abbronzato. Mentre prima intravedevo il rilievo del ripieno, ora vedo solo una collina ambrata rossiccia…. Zack. La pala si infila nella bocca da forno sotto la pizza , la solleva e la estrae. Pronta. Saranno passati massimo tre minuti. Eccola e buon appetito. Ciao alla prossima, aggiungo io nella mia testa: speriamo non sia ancora fra 10 anni…. Arrivo da piggo, mi siedo e apro la scatola. Eccola, la mia marinapoli. Bella, calda e fumante…e che aroma. Taglio le fette e l'addento….ma come ho fatto ad aspettare tanto tempo per mangiare una pizza così. Dovevo proprio essere un cretino. Perché ho aspettato tanto???? È letteralmente divina. Il pomodoro è una spanna più buono di tutti quelli che ho assaggiato in questi anni. La mozzarella è distribuita “alla falconline”, ovvero non è stata sparsa in modo da sciogliesi ed invadere tutto, ma è posizionata strategicamente e, avendo cotto la pizza in fretta a calore altissimo, è rimasta un po' soda dove era stata messa, soda ma ottima. Il pesto agliato non è tremendo, c'è, si sente, ma non è imponente, non maschera gli altri sapori. Le acciughe sono abbondanti e dissalate al punto giusto. Il bordo è bello, gonfio, morbido, non tiramolla, il fondo tiene, non si rompe, rimane calda fino alla fine. Anche adesso che scrivo la recensione, al solo pensiero, mi si è inumidita la lingua, la saliva frigge e l'acquolina mi fa quasi sbavare…. Cosa volete che vi dica. Rimane sicuramente “la meglio”. Quanto è costata? 5 euro, come i cappelli che dò a questo locale. Forse un po' più cara di altri, ma siccome la classe non è acqua, la qualità si paga. E questa qualità la si paga volentieri. A casa sua piggo mi ha gentilmente offerto, oltre ad una bella serata e ad amabili chiacchiere anche con Rainman, un'ottima Birra Moretti chiara. 52009-05-11 00:00:002009-05-11 00:00:005.001
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