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Recensione su , scritta da grog il 2009-11-26

Questa recensione la dedico ad Alessandra, festeggiata del giorno. “Ad una ragazza speciale, una recensione speciale…” Giovedì 26 novembre. Appuntamento alla Trattoria Redecocca per una cena di compleanno. Tra imbucati, infiltrati, cinni, neonati, adulti e ragazzuoli, saremo forse poco più di una trentina. La giornata è cominciata in maniera strana per me, non so, forse perché sapevo che avrei partecipato a una serata particolare, comunque già fino dal mattino non ero nelle mie corde…. Nel complesso brutta giornata, per fortuna ottimamente conclusa. Umidità l'umidità ti si appicicchia addosso, ti senti pervaso da freddi spesso inesistenti. basta guardare il mondo che ci circonda per sentire i brividi. il sole sembra non esistere le nuvole la fanno da padrone, il cielo è terribilmente bigio, l'aria è pesante, carica di acqua, si respira a fatica e le ossa le senti bagnaticce. solo al pensiero di uscire all'aperto viene freddo, i rami degli alberi, ormai privi delle foglie, piangono e irrorano i prati che hanno sete. perfino gli animali girano circospetti. gli uccelli restano nascosti, si sentono più indifesi, con le ali bagnate faticano a volare. la città sembra deserta, la gente si attarda nelle case, vogliosa di sole che prima o poi ritornerà, ma piano piano le strade si rianimano.... ....nonostante l'umidità la vita va avanti....... GROG, 26 novembre 2009, ore 6.50. VERSO LA TRATTORIA E di riffa e di raffa, sconvolgendo completamente la scaletta del mio lavoro, arrivo a sera. Esco, e arrivo come previsto in netto anticipo. Tutto perché so dei lavori stradali sui viali e voglio trovare un posto comodo per la GROGCar. Io sono un maniaco della puntualità, arrivo sempre prima, anche molto prima, ma stasera non voglio esagerare, ma ho voglia di fare due passi, due passi con i miei pensieri, due passi per la mia città, due passi in solitudine….. In solitudine perché a quest'ora, sono da poco passate le 20.00, Modena è quasi deserta. La città mi ricorda New York nel famoso film con Kurt Russell. In giro poca gente, nessun modenese. Mi sembra di essere uno straniero a casa mia. La sensazione è disarmante. Mi infilo per il passaggino che da viale Vittorio Veneto porta direttamente in Rua Muro, passo davanti a Bottura, proseguo diritto e arrivo all'angolo con via Carteria. Mi fermo, guardo l'orologio, 20.06, presto. Alzo lo sguardo e sulla sinistra c'è ancora quel terrazzino d'angolo al primo piano e mi vengono in mente ricordi giovanili, le feste in casa, le prime cotte…..se non ricordo male lì ci abitava pure una ragazza molto carina…. Proseguo e sbuco in Canalchiaro, giro per via Cervetta verso Piazza Grande. Ascolto le voci che si sentono e non capisco una sola parola, una babele del terzo millennio. Mi deprimo. Quando passavo di qui da ragazzino, mentre mio nonno mi accompagnava alle elementari, giusto appunto in Piazzetta Redecocca, o più tardi quando lavoravo in centro storico, o quando si usciva la sera tren'anni fa, era solo un vociare di parole capibili, italiane o, al limite, dialettali modenesi. Con questi pensieri giungo in Piazza Grande e mi soffermo ad ammirare il cappottino, oramai terribilmente ingrigito, della nostra Ghirlandina. L'abside del Duomo è illuminato da fari di uno strano colorino, vira dal lillà al violetto e al rosa carico, di pessimo gusto, direi che sembra più un'illuminazione degna di una casa chiusa piuttosto che per una Cattedrale di questa caratura. Disgustato, giro i tacchi e mi avvio verso la mia ambita meta. Percorro via Selmi, mi soffermo sotto al portico di Piazzetta Servi ad osservare i negozi, che sono lì da una vita, sempre uguali, sempre gli stessi, sempre tristi. Ho il passo un po' troppo veloce adesso, sono ancora in anticipo, di poco, ma lo sono. Faccio il giro largo e scendo per Rua Frati Minori. Mi ha sempre affascinato questa via, non so perché, forse perché qui troviamo tra le più belle case di Modena, dentro. REDECOCCA Il locale si affaccia su Piazzetta Redecocca. Presenta una zona chiusa verandata sul davanti e si sviluppa all'interno, con la cucina sul fondo e i bagni a lato della stessa. Dentro locale pulitisso, colorato di bianco, per sfruttare appieno quella poca luce che c'è solitamente nella zona. La veranda è completamente occupata dalla nostra tavolata, con i tavoli sistemati a U. Oltre alla festeggiata ci sono già altri amici/parenti. Io sono puntuale, dopo poco arrivano alla spicciolata anche tutti gli altri invitati. I titolari del locale, che ci servono personalmente, portano in tavola bottiglie di acqua gas e no gas e vino a volontà, rosso, Morellino di Scansano, Elisabetta Geppetti Fattorie le Pupille, solo io faccio il difficile, per i soliti motivi, Lambrusco di Sorbara Vecchia Modena Premium, credo che qualcun altro abbia bevuto altri vini, ma questi sono quelli che ho visto coi miei occhi. -------------------------------------------------------------------------------------- Morellino di Scansano Cuvée predominata dal Sangiovese cui si aggiungono anche Alicante e Malvasia Nera, il Morellino di Scansano è un vino rosso giovane, fruttato e morbido. La prima vendemmia di Elisabetta è del 1985 e da allora il Morellino ha sempre accompagnato l'azienda come espressione piena e costante del territorio. Informazioni tecniche Varietà: Sangiovese, Alicante, Malvasia Nera Superficie dei vigneti: 30 ha Altitudine: 250 metri slm Esposizione vigneti: sud-ovest Tipologia del terreno: i terreni sono di varie composizioni tra questi si distingue una larga parte d'origine arenaria, ricca di scheletro e povera d'argilla Sistema di allevamento: principalmente a cordone speronato Densità dell'impianto: tra 3.750 piante/ettaro e 6.250 piante/ettaro, a seconda dell'età della parcella e del terreno Data di impianto: dagli anni '70 per gli impianti più vecchi al 2002 per quelli più recenti Resa uve/ettaro: 7/9 t Periodo della vendemmia: da fine settembre a metà ottobre In cantina: la vinificazione si svolge in vasca d'acciaio a temperatura controllata (max 27 °C). La fermentazione malolattica avviene in inox . Dopo chiarifica e filtrazione viene messo in commercio nel maggio successivo alla vendemmia Produzione media annua: 320.000 bottiglie Lambrusco Vecchia Modena “Premium” Per la prima volta un Lambrusco ottiene i ‘3 bicchieri' il massimo riconoscimento attribuito dalla famosa Guida dei Vini del Gambero Rosso. Un prestigioso riconoscimento ad un vino storico italiano apprezzato nel mondo grazie ai suoi esclusivi caratteri di leggerezza, freschezza e piacevole bouquet. Con l'etichetta originale che riproduce la “Mention Honorable” che Chiarli ottenne nel 1900 alla Exposition Universelle de Paris il Lambrusco Vecchia Modena “Premium” è uno dei vini più rappresentativi della produzione Chiarli, La Cantina Chiarli, fondata nel 1860, è il più importante produttore di Lambrusco DOC e da 150 anni rappresenta un sicuro punto di riferimento per i vini di qualità della Regione Emilia-Romagna. ---------------------------------------------------------------------------- SI MANGIA Incominciamo subito a brindare, a fare auguri e le voci si alzano. Nonostante il casotto e il continuo vocio, si riesce a parlare tranquillamente col vicino di sedia. Niente antipasti, si parte subito con i primi: - gramigna alla salsiccia: abbastanza buona, condimento direi senza pomodoro e salsiccia macinata fine. Pasta ben cotta, non troppo al dente, gramigna grossa. - tortelloni di ricotta ai funghi: pasta decisamente fatta in casa, molto buona, ripieno come piace a me, tanta ricotta e poche erbette, sugo sublime. Nel complesso il miglior primo. La pasta è cotta al dente come conviene e il ripieno è sodo, nessun tortello si sfalda spargendosi nel piatto. - risotto all'aceto balsamico. Buono, al dente, Carnaroli o Vialone, con grosse scaglie di grana. Forse un po' troppo acido l'aceto. Portati via i piatti arrivano varie ciotoline con lardo, formaggio grattugiato, pinzimonio e cipolline all'aceto balsamico, plateau di salumi misti (coppa, ciccioli, salami e prosciutto), stracchino con rucola e robiola con le noci. Poi come d'incanto si materializzano dei cestini, prima di belle fumanti losanghe di gnocco fritto, poi di belle calde tigelle. Dunque, lardo abbastanza buono, non troppo carico di aglio, meno male perché mi ha permesso di dormire con mia moglie stanotte e non in balcone……, formaggio grattugiato di ottima qualità, il pinzimonio l'ho bellamente saltato, le cipolline erano sopra a tutto. Queste veramente fenomenali, buone buone buone, anche per l'ottima qualità del aceto utilizzato. I salumi pregievoli, ottima coppa, forse un po' troppo spessa, buonissimo il prosciutto, leggermente rigidi i ciccioli, da oscar il salame, dei due formaggi freschi ho sentito solo la robiola, poca. Lo gnocco era buono, non unto, un po' chiaro. A me è arrivata una fetta un po' troppo secchina, il sapore era discreto, in bocca si scioglieva bene, purtroppo poi non ne ho visto passare più. Se non fosse stato per la festeggiata che mi ha allungato quella fetta, la ringrazio pubblicamente per il gradito gesto, probabilmente non lo avrei neppure mangiato, e dire che a me lo gnocco fritto piace molto. Le tigelle altro discorso. Sono piccole, senza mollica all'interno, si aprono facilmente, ma troppo “smoledeghe”, si fatica a spalmare il lardo, che andrebbe servito un po' meno freddo. Nel complesso sono buone, ne ho mangiate una quindicina e non me ne sono accorto, quindi molto leggere. La mia cena purtroppo finisce qui, non perché io me ne sia andato, ma perché qui sono passati ai dolci ed io ho dovuto abdicare. Hanno prima portato, richiesta a gran voce e con cori degni della peggiore delle tifoserie italiane, sua maestà la nutella. Qui ho assistito a scene di deliri terrificanti, non si sono limitati a spalmarla sulle tigelle, aberrazione totale, ma alla fine la mangiavano direttamente dalla ciotolina. Il titolare addirittura ha rischiato l'amputazione di un braccio perché voleva portare via una ciotolina vuota a metà…… Poi, dopo tanti brindisi, cori, foto e chi più ne ha più ne metta, siamo arrivati alla torta, gentilmente offerta dalla festeggiata. Unica candelina nel mezzo, di quelle tipo fuoco d'artificio. Una di queste volte in chissà quale festeggiamento, ne scoppierà una servendo direttamente la torta in faccia agli invitati….. E mentre molti cercano di conquistare una fetta di torta, che dall'aspetto è veramente favolosa, complimenti Alessandra, conoscendo la tua golosità non potevo dubitare, arrivano anche le bottiglie di Champagne Rosè Ruinart, per i brindisi finali, sempre scelte dalla nostra ospite. Mi permetto un appuntino, però, lo avrei visto meglio in un contesto leggermente diverso, cioè con piatti di volatili, piccione o anatra, ma era eccezionale anche così. Ancora grazie. “Un meraviglioso color rosa antico dai profondi riflessi ramati, perlage fine e brioso, spuma densa e persistente, caratterizzano questo grande champagne. Al naso è ricco e complesso. Servito fresco rivela note di frutti rossi cotti o macerati nell'alcool, successivamente gusto/aroma diventa speziato, con una dominante di chiodi di garofano e zenzero marinato”. Caffè finale, tassativamente deca, ottimo, poi ho chiesto una grappetta, ma mentre aspettavo mi è venuta una botta di malinconia ed ho deciso di andarmene, così su due piedi, di fretta, quasi come un ladro. Non so perché. Mi dispiace per gli ultimi rimasti e per la festeggiata. Appunto la festeggiata, continuo a ringraziarla perché ha donato a tutti coloro che hanno partecipato delle tortine fatte da lei, e so per certo che ci ha messo l'anima. Una chicca veramente deliziosa, è in queste piccole cose che si capisce perché lei è una persona speciale. Spesa finale a cranio 30 €. Ottimo rapporto qualità/prezzo, la quantità di bottiglie ha contribuito sicuramente all'elevarsi della spesa. Se volessimo essere giusti, dovrei dare 3 cappelli, ma volendo premiare la professionalità e la qualità del servizio offerto, posso tranquillamente regalarne uno di più, dovrebbe essere mezzo, ma sono stato bene, mi sono tutto sommato divertito, nonostante la giornata strana, ho conosciuto persone molto interessanti….per cui mi allargo a 4 cappelli. Faccio i miei complimenti ai gestori, che hanno fatto di tutto per metterci a nostro agio, ricreando un ambiente il più familiare possibile, non sembrava neppure di essere al ristorante, ma a una cena a casa di amici. Grazie di cuore, siete sati splendidi. Come mio primo impatto con voi, direi decisamente positivo. A-v salut magnadôr bóss, arváddres…. SALUTI Un grande bacio alla festeggiata, ovviamente. Un grosso arrivederci a tutti i Gmini presenti: Vivì, zio e zia, Alfi, Pattyb, golosona e Mauro (che vedo sempre con piacere). Saluti particolari ai vecchi amici di Alessandra (Marco sopra tutti, Stefano un vero mattatore e, mi scuserà, quello che era a fianco di Vivì e che avevo conosciuto da mongi), siete simpaticissimi ed è stato un piacere conoscervi e passare una serata con voi. CONSIDERAZIONI FINALI DI UN EX VIVEUR DI MEZZA ETA' Esco dal locale, inforco via Tre Re e mi dirigo verso Corso Canalchiaro. Guardo di qua e di là, poi giro a destra e punto verso il Duomo. Non ho sonno, ho solo voglia di un po' di silenzio cittadino. Non piove ma è come se piovesse. È notte inoltrata, mi aggiro per le vie del centro con passo lento, il silenzio è palpabile, come palpabile è il tabarro bagnaticcio che avvolge la città. I miei passi echeggiano cadenzati. Percorro le strade della mia giovinezza, Canalchiaro, Corso Duomo. In giro poca gente oltre me, qualche straniero si avventura in questa notte uggiosa, ma fugge via repentino…. Mi soffermo davanti alla facciata del Duomo e la ammiro. È tanto tempo che non venivo a salutarla, di notte, e finalmente mi sento felice. Una volta, tanto tempo fa, prima di andare a dormire, a qualsiasi ora, se non passavo a controllare se era tutto a posto, non riuscivo a prendere sonno. Una specie di rito, durato anni, che l'atmosfera calorosa della serata mi ha rievocato. Perché in fin dei conti il Duomo sta a noi modenesi come la maglietta di cotone….appiccicata addosso. E mentre ritorno sui miei passi, verso il parcheggio, a causa di tutta questa aura di ricordi mi sorprendo a canticchiare una vecchia canzone di Domenico Modugno: E' giunta mezzanotte si spengono i rumori si spegne anche l'insegna di quel'ultimo caffè le strade son deserte desterte e silenzione, un'ultima carrozza cigolando se ne và. Il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti la luna splende in cielo dorme tutta la città solo và un'uomo in frack. Ha il cilindro per cappello due diamanti per gemelli un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello e sul candido gilet un papillon, un papillon di seta blu s'avvicina lentamente con incedere elegante ha l'aspetto trasognato malinconico ed assente non si sa da dove vien ne dove và chi mai sarà quel'uomo in frack. buon nuite bonne nuite buon nuite bonne nuite Bouna notte va dicendo ad ogni cosa ai fanali illuminati ad un gatto innamorato che randagio se ne va. E' giunta ormai l'aurora si spengono i fanali si sveglia a poco a poco tutta quanta la città la luna s'è incantata sorpresa ed impallidita pian piano scolorandosi nel cielo sparirà sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso e nella luce bianga galleggiando se ne van un cilindro un fiore e un frack. Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare verso il mare se ne và chi mai sarà, chi mai sarà quell'uomo in frack. Adieu adieu adieu adieu addio al mondo ai ricordi del passato ad un sogno mai sognato ad un'attimo d'amore che mai più ritornerà. Grazie anche a tutti quelli che hanno letto fino in fondo. 42009-11-27 00:00:0030.001
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