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Recensione su , scritta da grog il 2010-02-09

Da Luci a San Siro di Roberto Vecchioni: “……ma dammi indietro la mia seicento, i miei vent'anni e una ragazza che tu sai….” Serata mitica quella che abbiamo trascorso noi, “I Tre del Porcodicci”, come ci siamo rinominati. Io, Piggo e Vejo. Forti di vecchia conoscenza, ultraventennale, quest'anno abbiamo deciso di andare, ogni tot giorni, fuori a cena insieme, vuoi perché siamo delle ottime forchette, vuoi perché siamo dei notevoli ingollatori di vino, vuoi perché ci troviamo bene isieme e abbiamo tanti argomenti in comune con cui confrontarci. Questa serata è stata organizzata a fagiolo, in un paio di giorni, due telefonate ed ecco fatto. Siamo partiti da Modena verso le 19.15, per essere il prima possibile in quel di Rodiano. ----------------------------------------------------------------------------------- Rodiano Antico insediamento di epoca romana, ubicato sulla strada provinciale, il Borgo di Rodiano presenta un edificio ottocentesco di un certo interesse con archi e portale di pregevole fattura. Insolito l'edificio adibito a porcilaia strutturato curiosamente su tre piani con ballatoio. Nei pressi è Prediera, antica stazione di posta per cambio cavalli in età romana, ha subito varie modifiche; un loggiato è del Cinquecento, l'altro è ottocentesco, i portali e le finestre sono in pietra, con cornici decorate. Analoga tipologia presentano le case-torre con colombaia di Cà Misley presso Rodiano e Casa Blù vicino ad Ospitaletto. ------------------------------------------------------------------------------------ Il viaggio scorre tranquillo, c'è un po' di traffico, ma tutto sommato ottima visibilità. Piggo spera di arrivare su entro le 20.00, abbiamo già fame. Quello che trovo assai difficile spiegarvi sono le sensazioni, le emozioni, i sentimenti che questa estemporanea uscita mi ha suscitato. Improvvisamente sono rimbalzato indietro nel tempo, fin verso la fine degli anni settanta, i miei vent'anni, cinquanta chili fa….. Appena lasciata la Fondovalle si comincia a salire e la sensazione che ho provato nella guida, ogni volta che affrontavo un tornante, era quella di liberarmi degli anni in più, come se buttassi via della zavorra, dei sacchetti pieni di anni buttati fuori dal finestrino….. Non so se riuscite a seguire il corso dei miei pensieri, non è facile descrivere queste emozioni. Quando finalmente siamo approdati a Rodiano, alla vista del luogo, mi sono rivisto ventenne, con la mia vecchia Ford Escort gialla col culo nero, arrivato fin quassù mentre nevicava, senza gomme da neve (ma chi ce le aveva allora???? Nessuno!!!), parcheggiare ed introdurmi nel locale, che è rimasto identico ad allora, i soliti abituè che giocano a carte, sono invecchiati pure loro, e la stanza sulla sinistra, strapiena. Allora si salivano le scale e si andava al piano superiore, altra stanza stracolma, ma un posto lo si trovava sempre. Nulla è cambiato, i gradini sono logori per le tante scarpe che li hanno calpestati, il bagno è sempre lo stesso, squalliduccio con la sua porta sgangherata e la chiusura a catenaccio, in quella stanzetta al primo piano, dove c'è lo stesso divano di allora che si usava per pomiciare con la morosa del momento. Il tempo qui non è passato, si respira un'aria ormai dimenticata, profumi obsoleti, mi sono sentito quasi felice, felice di esserci ancora e di esserci potuto tornare. ---------------------------------------------------------------------------------- Dal web: "La trattoria nasce come luogo di aggregazione nel 1952 ed era composta da un piccolo bar, una sala con biliardo ed alcuni tavoli per il gioco delle carte. Oggi il biliardo non c'è più, ma tutto il resto non è cambiato, anzi... Niente lusso e ricercatezza" ----------------------------------------------------------------------------------- Le padrone sono sempre le stesse, da una vita. Quando moriranno questo posto andrà in malora, e noi perderemo un altro pezzo di storia gastronomica modenese. Ci accomodiamo nella prima saletta, è deserta. Appena seduti la padrona arriva e piggo chiede una boccia di gas e una di no-gas, che rifiutiamo, la gas la toccherò io a fine pasto per prendere le mie pillole, micca potevo prendrle con la grappa…..ahahahahaahaah. Ordiniamo anche una boccia di Lambro Grasparossa della casa, discreto, bevibile. La prima di quattro bocce. Tre le seccheremo in comune accordo, la quarta se la spara tutta piggo, tanto guido io. La signora ci chiede cosa vogliamo, lasciamo la scelta a vejo che chiede tagliatelle al ragù. Mentre aspettiamo la signora arriva con un cestino di tigelle e un vassoio di affettato, “tanto per ingannare il tempo mentre aspettate la tagliatelle….”. E noi non ci siamo fatti pregare di certo. Il vassoio conteneva prosciutto crudo, pancetta arrotolata, pancetta stesa, coppa, salame, il lardo e il formaggio erano già in tavola. Appena finito il primo cestino, circa quattro a testa, arriva ci viene allungato un vassoio di tagliatelle fumanti, pasta fatta in casa, cotte perfette, con ragù “come lo fa mia madre…”. Il vassoio ci permette un bis a testa e un quasi tris. non abbiamo ancora spavirato il piatto arrivano i borlenghi……….. ecco, questi meritano un discorso a parte. Me li ricordavo, uguali, buonissimi, mentre addento il mio, confesso, mi è scappata una lacrimuccia di gioia, mi sono commosso, avrei voluto inchinarmi davanti alla signora e baciarle la mano, era tanto tempo che non ne mangiavo di così buoni. La signora ritorna, ci allunga anche un piattino con formaggi freschi, caciottine e pecorini e scaglione di grana. E intanto continua a portarci delle tigelle, oltre che un meraviglioso piatto ovale con pollo alla cacciatora….. ormai sulla tavola non c'è più spazio, le tigelle continuano ad arrivare, i borlenghi pure e noi continuiamo a mangiare a quattro ganasce, con calma, riuscendo anche a commentare, fare battute, dire stronzate, emettere vari rumori più o meno moltesti, fino a che non arriva una coppia di ragazzi (lui e lei) che si siedono giusto il tempo per bere un bicchiere d'acqua e mangiare due borlenghi a testa e qualche pezzo di gnocco, poi via, siamo di nuovo soli. I padroni della situazione!!!! Non ho idea di quante tigelle ci siamo sbafati, ma direi tante, belle morbide, con bordo rotondeggiante, un po' di mollica dentro, cotte perfette. A mio parere le migliori che si mangiano dalle nostre parti, con un lardo poi da Oscar, pasta morbida, poco aglio, talmente soffice che si spalma a meraviglia, non lascia la bocca e l'alito mefitico, non impegna lo stomaco e non fa ruttare ed emettere fiamme tutta la notte. Crediamo di essere in fondo, la terza boccia di vino è andata, il vassoio di salumi vuoto, alle tigelle abbiamo detto stop, ci siamo sparati l'ultimo borlengo, anche qui non so quanti, il formaggio è sparito….. ma piggo ha ancora sete e ha visto passare i pezzi di gnocco dei due “fidanzatini anoressici”. Vejo abdica definitivamente, io e piggo chiediamo un paio di fette di gnocco solo per sentirlo, e l'ultima boccia di lambro. Pochi minuti dopo arrivano quattro pezzi di gnocco, molto buono, soffice e morbido, e un altro vassoio di prosciutto crudo. “Micca potete mangiarlo così da solo, o no????” ci chiede sghignazzando la signora. E noi? E dentro…… Io bevo acqua per via della guida, vejo boccheggia, piggo si secca la boccia e io e piggo spaviriamo gnocco e prosciutto. Siamo in fondo, tre caffè, ci stanno tutti e bocce di nocino e grappa sul tavolo. Vejo va a nocino, io e piggo a grappa, secca, locale e senza etichetta. Bella fortina, va giù che è un amore. Ce ne beviamo un po', poi mi ricordo che devo guidare e allora mi stoppo. Paghiamo, 25 € a cranio e dopo dieci minuti di considerazioni, rimontiamo sulla GROGCar e traghetto le nostre anime satolle verso Modena, via Campiglio-Castelvetro, tant per cambièr, come as fèva ‘na volta….. Una volta si partiva da Modena e si andava in montagna per vedere chi c'era, si andava in tutti i locali di una zona sol par vadèr chi ghéra, ci si fermava un po' qui e un po' là a fare due chiacchiere, a bere un bicchierozzo di lambro, se poi c'erano certe “penne” ci si fermava, sennò si proseguiva verso il locale successivo. Se non trovavi nessuna di quelle da “cuccare” che ti interessavano, poteva succedere che si andava in una decina di locali, per poi finire immancabilmente a Montale alle “Quattro Madonne”. Di solito il giro era su per la Giardini fino al Postigione, poi si scendeva per Valle, si montava su per Riccò, poi San Dalmazio, Coscogno, Vignola, Marano, il Cacciatore, Leonelli, la Tana, poi Campiglio, alla Rocca di Castelvetro ed infine a Montale….poi finalmente a letto, quasi a mattina. E pensare che queste escursioni eravamo capaci di farle quasi tutte le sere, perché i locali erano sempre pieni imballati. O tempora, o mores. Però che bei tempi. Tornerei indietro, farei le stesse cose che ho fatto allora, cavolate comprese. Rimpiango molte cose, tipo la musica in macchina con le cassette audio, le videocassette VHS, i capelli che non ho più, la pancia che non c'era, e tanta voglia di divertirsi, perché ci siamo proprio divertiti, e con poco. Posso dire di essermi proprio goduto la mia giovinezza. E ringrazio piggo e vejo, e anche tutti quelli che c'erano da Leonelli, anche quelli che hanno solo fatto presenza, per avermi fatto rievocare un passato glorioso che purtroppo non tornerà più. 5 cappelli senza remore……………. A-v salut magnadôr bóss, arváddres…. Tempi andati - by GROG Il mutare del tempo, la corrosione del vento, gli eventi atmosferici, l'inquinamento.... quello che fu allora sempre sarà.... quello che è adesso non durerà.... 52010-02-10 00:00:0025.001
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