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elenco completo recensioni Recensione su , scritta da pagello il 2010-02-13
Erano anni che clo periodicamente mi diceva "Ti devo portare da italo, sono sicuro ti piacerebbe..." e così, ieri sera, baby birba dalla nonna, ci siamo avventurati nelle campagne modenesi e abbiamo raggiunto l'ostaria.
Amici e parenti, tutti dalle nostre parti sono andati almeno una volta da italo, mi hanno sempre parlato dell'avversione dell'oste per i telefoni cellulari, delle consuete battute maschiliste e devo dire che, nonostante lo sguardo burbero che ti scruta da sotto gli occhialoni, niente mi è parso sopra le righe.
I cellulari riposti in armadietti ad hoc, la battuta una sola, quella buttata lì nel portarti il piatto "prima gli uomini e poi le donne se ne rimane...". Del resto mi dicono che il meglio lo offra a chi lascia qualcosa nel piatto e con me non si corre il pericolo!!!
L'unica scelta che devi fare, da quando ti siedi, è tra vino rosso (lambrusco) e vino bianco (pignoletto), tutto della casa, e tra acqua naturale e gassata. Per il resto il menù è fisso, ti viene portato tutto con i giusti tempi di attesa durante i quali puoi ascoltare lo spadellare, e qualche battibecco, proveniente dalla cucina.
Si parte con i tortellini, buonissimi, in un brodo giustamente grasso e saporito. Il piatto è abbondante, ma, potendo, si potrebbe anche fare il bis. Dopo i tortellini arrivano gli "strichetti" con il ragù che, per il mio personalissimo gusto e a voler essere pignoli, risulta leggermente saporito. Ma sulla pasta nessuno può dire nulla, a parte il vicino di tavolo che azzarda un "...la parte centrale un po' crudina...", ma come, il buono degli strichetti è proprio il loro "cuore", destinato a rimanere al dente!?! Ah, se l'avesse detto una donna...
Sul finire del secondo primo piatto, il lambrusco inizia a scarseggiare così ne ordiniamo una seconda bottiglia. Si riparte con i secondi. Ci viene portato un piatto con diverse carni arrostite e patate al forno. Non vado pazza per l'arrosto classico, tagliato a fette sottili, ma non posso negarne la bontà. Il meglio però è una costina bella arrostita e ricca di sapori (aglio, rosmarino e altre erbette) che all'interno è tenerissima. Completa il piatto una coscia di pollo, anche questa molto tenera e saporita. Le patate buone, anche se poco arrostite, arricchite da un filo di aceto balsamico della casa. Giunge quindi il pezzo forte: pollo al lambrusco. Un bel pezzo di carne, tenero, avvolto in una specie di glassa (oggi la chiameremmo "riduzione") che sprigiona il sapore del vino. Veramente buono, cosa si può dire?
Ma qualcosa non va...vedo nello sguardo della mia dolce metàun'ombra, un luccichio che non so se attribuire al vino (ormai siamo alla bottiglia e mezzo di lambrusco, l'acqua praticamente intonsa...) o alla malinconia. "Tutto buono, ma manca la poesia...". A parte non aver mandato giù la mancanza della frittata all'aceto balsamico, clo è un po' deluso dal modo di portare le vivande, tutto giàimpiattato. "Un tempo italo portava tutto in piatti da portata che ti lasciava sulla tavola...questo ti faceva sentire ancora di più a casa." E via con un altro bicchiere di lambrusco! Non posso dargli torto: non che aspettassi con ansia il confronto con le battute di italo, che praticamente non vediamo per tutta la cena, ma il servizio risulta un po' freddo, in contrasto con l'ambiente in tutto simile alla sala da pranzo della casa di campagna dei nonni. Non una parola su ciò che ti viene servito, alla fine tutto sembra scontato e questo fa perdere un po' di valore ai piatti che, al contrario, sono vicini alla perfezione.
Arrivano i dolci, accompagnati ai liquori: grappa, nocino e archibugio, tutto fatto in casa e multipremiato. Assaggio di dolci fatti in casa: torta di ricotta (buonissima), crostata, torta di tagliatelline (una delle mie preferite), torta al cioccolato e amaretto. Finiamo tutto, naturalmente, rinunciando all'unica cosa a cui si può dire di no: il caffè!
Conto finale: 70 euro, 35 a testa. Ci saluta, in maniera garbata e sorridendo il figlio di Italo, che non ha nulla a che fare con l'immagine tipica dell'oste burbero e scontroso.
Mi è rimasta la voglia, che non so se saràmai soddisfatta, della frittata all'aceto balsamico e del tradizionale contorno di insalata, che mi raccontano fosse portata direttamente da italo con il suo pluripremiato aceto.
Ancora una volta mi manca la possibilitàdi dare anche i mezzi cappelli...Avrei dato 4,5, ma do 4 per solidarietàcon i ricordi nostalgici della mia dolce metàche ha chiuso la serata con un serafico "Italo, tutto come un tempo, niente come un tempo". Sono d'accordo con lui, la perfezione è fatta anche di dettagli.42010-02-14 00:00:0035.001