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elenco completo recensioni Recensione su , scritta da carolingio il 2010-06-06
L'appuntamento è alla Dogana Veneta, splendido edificio posto nel centro storico di Lazise, attaccato al caratteristico porticciolo e alla piazza centrale.
Costruita nel 1300 e punto d'incontro degli scambi commerciali all'epoca della Serenissima, la Dogana è stata recentemente oggetto di ottima ristrutturazione che l'ha restituita agli originari splendori. Oggi è centro congressuale polivalente, ospita mostre d'arte classica e contemporanea, concerti, sfilate di moda, o degustazioni di cibi (come, fatalità, quando ci arriviamo alle porte noi...)
Ma, per non esagerare e tutti consci di quello che ci aspetta dopo, proseguiamo verso il Porticciolo.
Siamo in otto: con me ci sono Golosona e marito Mauro, Lucy e marito Roberto, Zio e moglie Brunella, Alfi.
Giornata limpidissima di sole, tra le viuzze del centro di Lazise a far i turisti.
Quando il paese sul lungolago sembra finire, appare, in mezzo ad un verde giardino, una casetta color granata con il ristorante. Il nostro posto è riservato sotto il tendone del giardino.
Visita ai bagni, che sono belli in ordine.
Ho suggerito (per esperienze precedenti) di non prendere tutti l'antipasto di pesce, altrimenti non si arriva al secondo, perché il buffet di pesce di lago e di verdure è “finchè ce ne sta nel piatto”, cioè traboccante. Tutti mi hanno inizialmente ascoltato, ma poi era talmente buono ed abbondante che “qualcuna” ha deciso di prenderlo anche come secondo. Storione, pesce persico, cavedano, tinca, sarde di lago, trota, lavarello. Tutti questi pesci sono lessati e poi saltati, o composti in carpione sfilettati e deliscati, con varie salse alle verdurine, con capperi, olive, vinaigrette, salsine a base di maionese e senape, o al pomodoro. Ho visto anche il salmone in carpaccio (crudo). Sul buffet di fronte enormi vassoi di verdure di tutti i tipi, lessate, saltate, alla griglia. Comunque, “mezza” porzione ciascuno corrisponde ad “una” nutrita.
Le nostre chiacchiere si sono fuse con gli ottimi antipasti, mentre Alfi svolgeva con discrezione il compito di fotografo ufficiale.
Da bere, oltre a cinque bottiglie di acqua gasata e naturale, abbiamo ordinato tre litri di Custoza sfuso, leggermente mosso, da 12° stimati, sicuramente dell'anno scorso, fresco, eccellente, andava giù che era un piacere. Pro memoria per lo zio: piacevolmente salinato, con delicato retrogusto di semi di zucca, sedano, rosmarino, timo, carota, giglio, peperone, rosa e viola mammola... ;)
Il profumo era appena accennato, ma all'olfatto ricordava la lavanda, la salvia, l'alloro, il pepe verde, la pianta di pomodoro e il gelsomino. O forse quest'ultimo l'ho confuso con le colonne fiorite che stavano in ogni angolo di Lazise... ehm... mah... ;)
Non vorrei risultare troppo sleccagnoso, ma devo ancora una volta rendere merito a chi ha avuto quest'idea di Gustamodena, che ci ha consentito di conoscerci, di trovarci assieme, di scambiare opinioni, di mangiare in compagnia, pur abitando molto distanti tra noi e non conoscendoci prima di qualche mese fa.
Arrivano i primi: in sei scegliamo il risotto con la tinca e gli asparagi, Lucy e Brunella prendono i tagliolini con lavarello e pinoli. Porzioni giuste, tempi perfetti, cottura esemplare, mantecatura giusta, servizio cortese. Rileviamo peraltro, in più d'uno, che l'accoppiamento della tinca con gli asparagi lascia troppo prevalere il gusto di questi ultimi, perché la tinca è pesce abbastanza delicato. Ma è un difetto che siamo disposti a perdonare: nella zona di Verona e dintorni, in primavera va spessissimo di asparagi, una caratteristica d'area.
Mentre stanno per arrivare i secondi, e due signore su tre riprendono il discorso con l'antipasto, ordiniamo un Custoza Amedeo Superiore DOC dell'Azienda Agricola Cavalchina, anno 2008, 13,5°. Purtroppo non c'era il 2009 e non c'era il Piona che m'intendevo io. Comunque questo Amedeo non era niente male: più strutturato ovviamente del precedente, fatto con la Fernanda, la Garganega e il Trebbianello, lascia un gusto più pieno in bocca.
Lo zio sembra annuire, ma in realtà, posizionandosi al centro del tavolo, è più che altro concentrato a dirigere il traffico delle bottiglie di vino che, quando sono in sosta, stazionano sempre lì davanti a lui (e lì ritornano).
Leggo (ora) sul sito della Cavalchina che fu quest'azienda ad inventare il nome del vino “Custoza”, nel 1962, mentre il nome della bottiglia è preso da Amedeo di Savoia, che rimase ferito nel 1866 nella famosa battaglia.
In quattro prendiamo anguilla di lago alla brace, mentre Roberto, marito della Lucy, ordina le sarde. La mia anguilla, aperta e deliscata, era squisita, si scioglieva in bocca.
E' l'ora del dessert: io e lo zio ci dividiamo un semifreddo al limone e alla liquirizia, con gocce di liquirizia sparse sul piatto, delizioso. Alfi un sorbetto, sempre al limone e liquirizia, che avevo giàassaggiato, con esito positivo, un paio di mesi fa in questo ristorante. La Ornella Golosona e Roberto si tuffano in un semifreddo alla nutella, che sembrano aver ben gradito, mentre la Lucy si è fatta fuori un “biancomangiare” (panna cotta) con Grand Marnier. Purtroppo il Custoza mi deve aver fatto un certo effetto e non mi ricordo più che dolce hanno preso Mauro e Brunella. Mi sembra niente, forse rubacchiando dai rispettivi consorti. Semmai integrate, prego, anche come giudizio, e ugualmente se ho dimenticato qualcosa.
Prima del conto sono arrivati i caffè, che hanno preso tutti escluso me e Mauro, mentre la Lucy il caffè l'ha preso d'orzo. Quindi il rhum, gradevole, di marca che non ho fatto in tempo a memorizzare perché le bottiglie (erano due i tipi di rhum) sono state portate via quasi subito.
Il conto finale è di 330 euro. 41,25 a testa. Giusto, quasi a buon mercato per la quantitàe la qualitàdi pesce che abbiamo mangiato. Qui non ho mai preso... granchi.
Passeggiata a ritroso per le strade di Lazise, con temperatura decisamente estiva che è salita a 31°, programmando le prossime uscite insieme, prima in quel di Collecchio e poi in Lessinia, imprevisti permettendo...
Abbiamo mangiato benissimo e siamo stati benissimo insieme. Abbiamo fatto anche un'opera buona, perché abbiamo portato fuori a mangiare Golosona, che ogni tanto ne ha bisogno anche lei. ;) :)
Oltrepassiamo le mura scaligere e ognuno torna a casa sua. Grazie dell'ottima compagnia a tutti voi. :)
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