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elenco completo recensioni Recensione su , scritta da Edo il 2010-06-15
Martedì sera: approfittando del fatto dell'essere tornati... giovani sposi e non genitori, ovvero affidato il pargolo ai nonni, al mare, decidiamo di regalarci una cena fuori. E visto il meteo infame, propendiamo per Lo Stallo del Pomodoro, locale a pochi passi da casa, che abbiamo spesso ingiustamente trascurato.
L'ambiente è sempre quello, curato e intimo, la cortesia del cameriere che ci accoglie inappuntabile: spigliato e informale senza essere volgare o chiassoso.
Il menu è sempre ricco, e la carta dei vini importante. Sul tavolo, per allietare la consultazione delle carte, un piattino di gnocco ingrassato tagliato a tocchetti. Fuori carta, il cameriere ci informa, è disponibile un battuto crudo di carne bianca dell'appennino. Che mi tenta, ma visto che la moglie non gradisce la carne cruda, e che la filosofia della serata è di assaggiare anche il piatto del consorte, decido di passare.
Dopo una rapida consultazione, decidiamo per due antipasti e due secondi. Io scelgo spiedini di bufala e pomodorini in crema di ceci e gnocchetti fritti, seguiti da una tagliata di vitello con emulsione argentina - il menu specifica che trattarsi di carne fresca, bianco dell'appennino. La moglie preferisce una crema di parmigiano su ratatouille e salsa di balsamico, e il maialino da latte al forno con salsa di cottura. Per il vino, la scelta cade su un Lamorèmio 2000 di Benanti, giànoto e apprezzato dal sottoscritto - IGT di Nero d'Avola, Cabernet e Nerello mascalese, robusto di grado ma non tanto complicato da richiedere abbinamenti forzati.
Il cestino del pane e l'acqua arrivano in un batter d'occhio, e gli antipasti seguono a breve. I miei spiedini sono ottimi, delicati nel gusto - la crema di ceci è impreziosita da un azzeccato aroma di basilico - e ben supportati dall'insolito accostamento con i gnocchetti fritti, per parte loro soffici e non unti. Gradisco meno l'assaggio della crema di parmigiano di mia moglie: in generale sicuramente buona, ma la ratatouille ha una marcata predominante di peperoni, che personalmente non gradisco troppo.
Non attendiamo troppo per i secondi, che si rivelano ottimi. Assaggio la mia tagliata prima di condirla con olio (leccese, marcato Stallo del Pomodoro, buono) e una spruzzata di pepe, e la carne si rivela ottima. Tenera, completamente priva di nervi e "nodosità" varie, cotta al punto giusto (non mi è stato chiesto il livello di cottura, il piatto è stato presentato al sangue senza esagerare con la... crudité) e con il gusto, netto ma allo stesso tempo delicato, che uno si aspetta da una tagliata.
Altrettanto gustoso il maialino di latte: ben cotto, magro (per quanto può esserlo il maiale), tenero e arricchito da un sugo di cottura saporito senza esagerazioni.
Nonostante le dichiarazioni bellicose del pre-pasto, entrambi siamo pieni, e quasi intenzionati ad andarcene. Non fosse che, nel frattempo, Giove Pluvio si scatena. E allora, tanto vale dare un'occhiata alla lista dei dolci. Propendiamo per un tortino di prugne e cocco in crema di gianduia, che si rivela forse un po' troppo "invernale" per l'occasione, ma al di sopra delle critiche. Concludiamo con un caffé deca per la moglie, mentre io mi affido al consiglio della casa per un Rum (di cui confesso una certa ignoranza) e mi viene servito un vieux agricolo del quale però non ricordo, purtroppo, il nome - la bottiglia di vino e il rum stesso hanno colpito duro.
Veniamo alle note dolenti: il conto. La ricevuta parla di:
coperto gratuito
32€ per il vino (ricarico onesto)
2,5€ per l'acqua minerale
17€ per i due antipasti (2x8,5)
40€ per i due secondi (19+21)
8€ per il dolce
5€ caffé/liquore.
Totale: 104,5, arrotondato a 104. Abbiamo rifiutato un ulteriore liquore offerto dalla casa, visto l'infrasettimanale e il mio tasso alcolico giàelevato. Pur nel contesto di una cittàMOLTO cara sotto l'aspetto ristorativo, i 104 di ieri sera sono un po' troppi.
Non ho un palato da critico di haute cuisine, ma credo di poter serenamente dire che la qualitàdel cibo, del locale e del servizio sono indubbiamente elevati, ma altri locali offrono livelli pari, o comunque paragonabili, con pretese economiche più contenute. Il posizionamento geografico del locale e il suo blasone, relativamente parlando, fanno evidentemente pagare pegno.
L'esperienza è sicuramente positiva, pur con un rapporto qualità/prezzo meno favorevole che altrove. Il quinto cappello se ne va solo ed esclusivamente per questo motivo.42010-06-16 00:00:0052.001