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Recensione su , scritta da il 2010-09-21

A un mese esatto dall'inizio della nostra nuova avventura nell' ambito della ristorazione, io e la mia Compagna, di vita e di affari, decidiamo, approfittando della giornata di chiusura dell' Hosteria, di fare visita a 2 vecchi amici che gestiscono uno splendido ristorante in quel di Spilamberto e dedicarci finalmente una serata di assoluto relax dopo un periodo così intenso di lavoro. La villa d'epoca è piccola ma molto suggestiva, entriamo dallo stretto cancello e parcheggiamo nel cortile sotto a un austero albero secolare. Saliamo 3 gradini e la padrona di casa ci spalanca la porta. Daniela e Giacomo sono sempre molto cordiali; le loro origine sarde traspaiono decisamente, più in lui, e nel suo accento ancora abbastanza marcato. Daniela invece ha addolcito decisamente la pronuncia e risulta più complicato scovarne la provenienza. Anche i modi sono assolutamente tipici: Giacomo misura e centellina le parole e non ne spreca nessuna. È asciutto ma preciso e non dice mai nulla fuori posto. Poi appena entri nelle sue grazie il primo impatto da burbero svanisce all'istante. Lei è molto carina, di modi e tratti dolci, tono di voce mai oltre una certa misura. Una bella coppia, decisamente. Giacomo ai fornelli è un portento, e ce ne darà ampia dimostrazione anche questa volta; Daniela, sommelier professionista si districa tra i tavoli con estrema naturalezza, ha grande professionalità e certamente una preparazione non comune. Ci accomodiamo in una piccola saletta su un ampio tavolo rotondo ben apparecchiato e drappeggiato. Tutto il contesto è molto elegante ma non eccessivamente sfarzoso. Alla fine è un lusso che però mette a proprio agio. Vista la serata particolare optiamo, senza consultarci, ma cogliendo lo stesso spunto, per un menù tutto di pesce, anche se tra le proposte di carne avevo individuato alcune cose degne di sperimentazione. Chiediamo di poter fare alcuni assaggi avendo addocchiato diversi piatti interessanti; Giacomo esagera e ci mette del suo, assolutamente a proprio agio nel poter creare. Decidiamo di accompagnare il tutto con un ottimo Brut Rosè di Franciacorta Cornaleto, appoggiati nella scelta da Daniela, visti i nostri dubbi a scegliere questo, piuttosto che un bianco. Le uve Pinot la fanno da padrona e l'abbinamento con quanto mangeremo è azzeccato. Arriva il vino con il suo cestello di ghiaccio e una bottiglia d'acqua. Si parte. Il primo piatto che arriva è da fotografare: una tavolozza di colori appagano completamente la vista e già fanno immaginare il godimento che se ne trarrà all'assaggio. Si tratta di un tris di antipasti composto da code di gamberi scottate con la paprika, insalata di polpo con patate prezzemolate e fagioli cannellini con bottarga di muggine e polpa di orata. E' un' apoteosi di profumi e sapori. I gamberi sono da urlo, perfetta la consistenza del polpo, deliziosa la bottarga. La fame era a buon livello e in pochi minuti resterà sul piatto solo qualche guscio. Proseguiamo con dei paccheri con carbonara ai frutti di mare. Doveva trattarsi di un assaggio e invece sono 2 piatti da portata unica. Fantastici. La pasta fatta in casa è di una consistenza perfetta; i calamari, le mazzancolle, le vongole e 2 stupende ostriche fanno presto la fine delle loro colleghe del piatto precedente. Resta un sughetto di uovo e fondo di cottura dei pesci, leggermente denso. Un veloce sguardo tra di noi, una rapida occhiata in giro, nessuno ci osserva e allora vai di scarpetta. Avremmo potuto proseguire tutta la sera con questa goduria. La pancia comincia a riempirsi. Giacomo ci fa una breve visita e raccoglie i complimenti dovuti e meritati. Facciamo presente che il nostro livello è quasi al limite e lui “ma come, vi devono arrivare 2 piattoni adesso ….”. Arrivano davvero. Ed è un'altra apoteosi di colori. Mezzo astice campeggia sul bordo del piatto e domina la vallata occupata da un branzino al pomodoro fresco in guazzetto e un rombo in crosta di porcini. I miei occhi e quelli della mia commensale si incrociano nuovamente e il pensiero all' unisono immagino sia identico: ma chi la mangia tutta sta roba? Noi, e chi se no! Si tratta di 3 piccoli capolavori, leggeri, i sapori non sono invasivi e non giocano a sopraffarsi, delicati, deliziosi. Finito tutto non ci accorgiamo neppure di aver aggiunto un altro piatto alla nostra cena. Uno spettacolo. Anzi, diventa il trampolino di lancio per chiudere in bellezza con un dolce. La scelta è ampia, dal classico, all'elaborato al trasgressivo (un dolce ai 2 cioccolati e lenticchie mi ha più volte tentato); andiamo sul classico: Semifreddo al mascarpone, cioccolato e amaretti e tiramisù con pistokkeddos (spero sia giusto il nome), che mi si dice essere un tipico biscotto sardo simile al nostro savoiardo. Ottimi anche questi a degna conclusione, con una nota di merito per il semifreddo. Cerchiamo di fare un' ipotetica classifica di quanto mangiato ma risulta impossibile. Il livello di preparazione, presentazione e gusto è davvero diffusamente notevole e risulta quindi improbo addentrarsi in qualunque tipo di confronto. Sazi ma non appesantiti, paghiamo con soddisfazione il conto (110 euro probabilmente arrotondati visti i rapporti di conoscenza), le ultime chiacchiere “da colleghi” non mancano e via tutti a letto, felici per un'ottima serata passata con persone veramente piacevoli. 52010-09-22 00:00:0055.001
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