Recensione su
La Rana
Magreta
Visitato il
19.03.2011 Consigliatissimo!! Scritta da
sonsincero Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
19.50 Coperti:
1 2 commenti Nonostante sia una delle più tipiche e da tempo note trattorie della zona, sono stato a mangiare alla Rana solo questo sabato, assieme ad altri 5 amici.
Per prima cosa, occhio alle indicazioni che trovate sulle mappe di Google: il civico 134 non è a Nord di strada Pomposiana, ma a Sud: in pratica, venendo dalla Via Emilia, passate Marzaglia Nuova in direzione Magreta, passate la strada che porta all’aeroporto e poco dopo, sulla sinistra, ci sono alcune case ed una carrozzeria. Ecco, è lì che si trova la trattoria, molto ben nascosta… ;D
Naturalmente abbiamo prenotato, il locale è pieno zeppo e da quanto ho capito almeno il sabato è sempre così.
Arredamento da trattoria, tavoli da trattoria, piuttosto ravvicinati, gente da trattoria: a me piace, e anche molto, ma certamente non è un locale da primo appuntamento. Al momento di ordinare il vino non me la sento neanche lontanamente di domandare qualcosa di diverso dal lambrusco (Grasparossa, l’etichetta riporta il nome della trattoria, più che corretto in consistenza e sapore)! :)
Le ragazze invece ordinano birra, a più riprese, per un totale di 4 bottiglie, e acqua.
La ragazza che prende le ordinazioni è cortese e ci sciorina i primi disponibili. Ordiniamo 3 piatti di tagliatelle col ragù, due piatti di tortelloni burro e salvia ed un’insalata (con noi c’è anche chi non mangia gran ché…). I secondi li ordineremo dopo.
L’attesa non è brevissima, ma appunto il locale è pieno; nel frattempo si chiacchiera e appena arrivano i piatti ci si dimentica tranquillamente del tempo trascorso.
Le tagliatelle, fumanti, sono abbondanti sia nella quantitàche nel condimento. Tipicamente nostrane, non delle pappardelle larghe ma le tipiche tagliatelle emiliane, con la sfoglia fine ed il gusto pieno della pasta all’uovo fatta in casa dalla nonna. Il ragù è saporito, ottimo, ed ha il bel pregio di essere gustoso senza avere squilibri di sapore (a volte capita di mangiarne di quelli, pur buoni, in cui eccessi per esempio di cipolla o di salsiccia tendono a restare con te fino a diventare tuoi amici…). Insomma, roba che ti mette sereno col mondo.
Ci scambiamo assaggi con chi ha preso i tortelloni, anch’essi proprio come da tradizione: non troppo grandi, né piccoli, sfoglia come sopra sottile e gustosa, ripieno uniforme e nel quale la ricotta al tatto del palato non risulta grumosa ma anzi ben amalgamata con gli spinaci. Burro e salvia anche in questo caso equilibrati, non eccessivi: sono delicati, e in questo caso una leggera spolverata di Parmigiano Reggiano completa certamente bene il piatto.
Non so perché, ma nessuno chiede di assaggiare l’insalata… ;D
C’è ancora spazio per i secondi: un coniglio al forno, tre piatti di involtini fritti, patate al forno per tre e un piatto di formaggi misti (chi ha preso l’insalata colpisce ancora, dividendolo con l’altra ragazza che è quasi sazia del primo).
Gli involtini sono saporiti, l’impanatura è croccante, ruvida, asciutta. All’interno la carne è invece umida, morbida e saporita. Non sono un piatto leggero, specie accompagnati dalle ottime patate al forno (morbide, irregolari, un po’ ammaloccate ed esteticamente forse non le più belle del mondo, ma davvero molto buone!), ma vale la pena assaggiarli, se andate.
Per dover di cronaca (cosa non ci si inventa pur di scroccare!), assaggio anche un pezzo di coniglio: è morbido, per nulla stoppaccioso (rischio sempre presente in quello fatto al forno) e saporito, buon piatto.
Terminiamo con dolci per tre: zuppa inglese, crostata al limone e mascarpone. Zuppa inglese “tonica”, alcoolica al punto giusto, non da bambini ma nemmeno con eccessi da togliere il fiato. Crema saporita e genuina, il tutto si fa spazzolar via che è un piacere.
Vedo che anche i due amici fan fuori i loro dolci senza proferir verbo: non li assaggio, ma giusto per descriverli le fette di torta sono due, quindi porzione abbondante, con una bella copertura di crema di limone e una pasta frolla sotto dorata e invitante. Il mascarpone è in veritàun dolce al mascarpone, con pralinature varie di amaretti e nocciole (mi pare).
Tre caffè e un Montenegro, il locale è ormai vuoto: le ragazze sparecchiano tavoli su cui sembrano essere sbarcati i marines e li riapparecchiano in bell’ordine. Chiediamo il conto, e son 117€ (19.50€ a testa, direi un prezzo ottimo per cibo così).
Uscendo nel parcheggio (a proposito, non è proprio enorme, ma c’è anche un po’ di spazio di fronte alla vicina carrozzeria), le ultime chiacchiere allegre, le ultime battute con i cari amici prima di salutarci, sotto ad un cielo velato con una luna piena, enorme, che ogni tanto fa capolino. Non so voi, ma io adoro le serate come questa!
Sonsincero
2 commenti
21/03/2011
Son d'accordo con te: la Rana è da amici, da complicità a/sessuata, appartiene a quella categoria di locali che si prestano a chiacchierate "leggere" come un mascarpone con tante uova, come gli involtini fritti e magari qualche fetta di zampone con i fagioli. Non è per sottili conversazioni fatte di ammiccamenti ed ironia, di ambiguità costruite con un dispendio "ragionevole" della propria intelligenza. Per quanto profonde, davanti a tagliatelle e tortelloni, le discussioni devono essere dirette, al limite del cinismo o dell'ingenuità.