Recensione su
Paradores
Tortosa (Spagna)
Visitato il
22.07.2011 Imperdibile!!! Scritta da
carolingio Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
31.60 Coperti:
1 2 commenti
Terzultima sera, risaliamo lentamente la Spagna e, dopo 700 km. rientriamo in Catalunya.
Tra Barcelona e Valencia c’è Tortosa, una decina di km. dentro il delta del fiume Ebre (che è anche parco naturale).
A Tortosa cittànon c’è niente di particolare, tranne un castello medievale (del X sec.), sulla cima del promontorio che domina la città, e una festa medievale, rinomata in tutta la Spagna.
Noi mangiamo e dormiamo nel castello, che si chiama Parador de Tortosa (letteralmente significherebbe “ostello”), e capitiamo a Tortosa proprio la sera in cui c’è la festa :)
L’hotel è stato ricavato bene dall’albergo, con tanto di piscina esterna (l’acqua è gelida… solo il falchèto si butta impavida, come fosse un pinguino), ma io recensisco il ristorante, che, secondo le guide locali, è uno dei migliori della zona, se non il migliore in assoluto.
La sala da pranzo sembra una sala d’armi, con soffitto altissimo in grossi travoni di legno e numerose grandi mensole, sempre di legno. Pareti di pietra, armature in esposizione, tavoli lavorati rotondi e sedie classicheggianti, finestre ad arco con vetri colorati.
Gentili e sorridenti le cameriere in divisa, con gonna nera e camicetta bianca, tutte uguali.
Ci portano subito una mise en bouche offerta dalla casa: olivette in salamoia, cucchiaio di mousse al salmone con una salsa dolciastra molto buona (non abbiamo capito cos’era), fettine di salamino locale. L’offerta è abbondante. Io, come al solito, mi faccio fuori quasi da solo le olivette che sono molto diverse dalle altre andaluse… queste sono più piccoline e saporite, assomigliano a quelle dei miei olivi, e sono state messe in salamoia evidentemente in modo artigianale dalla cucina (cioè non comprate).
Da bere ordiniamo un bianco Barbara Forès, da 13,5 gradi, del 2010, fatto con uve Garnacha Blanca (95 %) e Viognier (5 %). Molto aromatico, con un fondo pepato e di mandorla, si beve benissimo fresco col cestello del ghiaccio che ci hanno portato, dopo avermelo fatto assaggiare e stappato davanti a me. Avevo chiesto un bianco 2010 della Catalunya e la maitre ha fatto un ottimo lavoro.
Avevo giàassaggiato il Viognier in un bianco a Forlimpopoli... gusto particolare...
Assieme al vino ci viene portata un’acqua minerale gasata naturale Vivaris, della Fonte Vella, poco vicino al parco del Montseny. Merita un accenno, perché il suo gusto salinato è molto simile a quella eccezionale, ferrugino-carbonica, che si beve direttamente dalla fonte in Val di Rabbi, nel Trentino (superottima mescolata con lo sciroppo di lamponi...)
Anche con un occhio ai prezzi… ordiniamo tutti la paella del delta de l’Ebre, con gamberi, seppioline, cozze e verdurine strapazzate dentro, tagliate fini.
Le porzioni sono gigantesche, il gusto squisito… giàl’avevo mangiata buona a Valencia… ma questa la supera… riso cotto perfettamente e perfettamente amalgamato e mantecato con tutto l’insieme, pesce freschissimo all’olfatto e anche al gusto (sapeva di mare), tutto servito nella pentolaccia enorme appoggiata su un tavolino tondo a fianco a noi, e svuotata all’occorrenza dalla cameriera.
Mangiare due piatti colmi di risotto con tanti pesciolini riempie parecchio, così, visto che siamo in Catalunya, ordiniamo una crema catalana, da dividerci io e mia moglie.
Arriva dopo poco… ma è enorme… non è servita nelle solite ciotoline da 10 cm. di diametro, ci viene portata in una ciotola marron di terracotta grande come un piatto da 20 cm. di diametro circa.
Inoltre è squisita, anche in questa si sente la freschezza degli ingredienti e una composizione ottimale… buonissima…
Il servizio è stato giusto, mai invadente, ma sempre pronto.
Abbiamo dovuto aspettare circa mezz’ora per mangiare la paella, ma questo è buon segno: vuol dire che è stata fatta apposta per noi e si sentiva (nel locale di Valencia, anche quella paella era molto buona sì, ma ci è stata portata in un quarto d’ora, vuol dire che il riso era parzialmente precotto, la differenza, seppur leggera, di qualitàsi nota).
La cuenta è stata di 63,20 euro in due, proporzionata al tipo di locale (di lusso).
Tutto è stato perfetto, niente che non andasse più che bene... non posso che assegnare il massimo dei voti, anche se il nostro assaggio è stato limitato come tipologia (ma non potevamo morire lì per assaggiare tutto), e il massimo stavolta lo dò sulla fiducia per il resto, avendo anche visto gli altri piatti che passavano e i mugolii di approvazione degli altri clienti... da andarci assolutamente se si passa di lì...
La festa dopo cena è molto bella: tutti gli autoctoni erano vestiti in costumi medievali, stile Carlo V per capirci, alcuni favolosi, elegantissimi, c’erano bande che suonavano qua e là(spostandosi) pezzi medievali, usando strumenti medievali e sempre in costume, si facevano grigliate immense di maialini e chorritzos, che lasciavano evaporare fumi e profumi che io immagino essere simili a quelli dei villaggi nel medio evo, anche perché erano mescolati a quelli degli artigiani del cuoio, del legno, delle pozioni naturali, delle spezie… una fiumara di gente in ogni dove… noi camminiamo per digerire (digeriamo molto bene infatti) e ci comperiamo qualcosa da mangiare, tra le cose fatte lì al momento, in previsione del viaggio del giorno dopo… (e la scelta si riveleràazzeccata)
2 commenti
05/08/2011
Notevole.. Quanto ti invidio!!