Recensione su
Le Vieux Bistrot
Cabrières d'Avignon - Gordes
Visitato il
24.07.2011 Imperdibile!!! Scritta da
carolingio Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
36.50 Coperti:
1 5 commenti
Se un giorno, troppo gravato dalle angustie di questa vita terrena, decidessi di farmi frate ;) :), sceglierei l’abbazia di Senanque come sede, lavorando per estrarre il lavandino dalla lavanda e il miele dalle arnie.
Se qualcuno non l’ha vista e non la conosce, può inebriarsi su Google Immagini.
Intanto, mi limito all’ultima cena delle vacanze, lì vicino a Senanque, dove nessuno però ha tradito nessuna delle aspettative.
Le Vieux Bistrot è anche hotel ed è situato in un posto nascosto, un altro villaggetto bellissimo del Luberon. Strade deserte, case di pietra, tutto bello pulito in giro, sole splendido alle otto di sera, e una forchetta Michelin per il ristorante, qui conosciuto soprattutto dagli autoctoni.
C’è anche un porticato esterno con tanti tavoli che danno su un giardino, con fiori e fontanella, racchiuso da mura, ma dal Mont Ventoux arriva giù un vento gelido… e all’ombra fa freddo anche col maglione, troppo per mangiare, quindi decidiamo di star dentro.
“Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell'acqua...”
L’ambiente interno è tra il classico e il rustico. I muri sono rosso scuro, le sedie sono di paglia, ma larghe e comode, il nostro tavolo rotondo, con una tovaglia provenzale molto bella con fiori bianchi lavorati su un fondo di raso rosso antico.
Il cameriere ci porta una mise en bouche di olive nere schiacciate e denocciolate, messe via con erbette di Provenza e servite con un cesto di pane tiepido, probabilmente fatto da loro, buonissimo, morbidissimo.
Naturalmente, le olive sono quasi solo cosa mia e le spazzolo via tutte.
Da bere, assieme ad una S.Pellegrino (che ci verràfatta pagare 6 euro! ma non mi sono arrabbiato stavolta… ) prendiamo una bottiglia di bianco del Domaine de la Citadelle, di Mènerbes, un altro bellissimo paesino di pietra, aggrappato alle colline lì vicino. La cuvèe è Le Chataigner, il vino è del 2010 e fa 13,5 gradi. Secco in bocca e molto profumato all’olfatto, servito nel cestello del ghiaccio, dopo averlo aperto lì davanti a noi, giàa temperatura ideale. Eccellente. E’ fatto con uva Clairette, vitigno usato quasi esclusivamente in quella zona della Francia.
Con la Marta ci dividiamo tutto: entrèe, piatto e dessert.
Prima entrèe: tartare di cabillaud (che sarebbe come il nostro merluzzo) che ha preso forma da una coppa pasta, base di ratatouille di verdurine, cabillaud concassè con il mango e top di finocchio tagliato molto sottile, aromatizzato con il balsamico. Piatto scenografico bellissimo e anche buonissimo, delicato.
Seconda entrèe: divagazione al pomodoro. In un piatto rettangolare, al centro c’è una concassè di pomodori aromatizzati al basilico e poi a fianco: un bicchierino con panna montata salata e semi di sesamo tostati, un bicchierino di salmorejo al basilico, un bicchierino di gelato al basilico con affogato un pomodorino confit. A fianco un pugnetto di misticanza e, a guarnire, tre grissini incrociati, a sezione quadrata, fatti in casa con farina e pomodoro. Anche questo era un piatto “superiore”, sia come presentazione, che come gusto e unione di sapori... visibilio...
“... Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle,
chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?...”
Primo piatto di portata: risotto cremoso con fave e piselli, accompagnato da pezzi di salmone arrosto e da una ciotolina di crema di formaggio fresco. Delizioso, quantitàquasi abbondanti.
Secondo piatto di portata: spiedino di capesante alla piastra con concassè fine di carote, patate e sedano. Sopra le capesante una spruzzata di tapenade nera e sopra il tutto sottilissimi germogli di senape. Segni laterali di pasta di grissino. Altra presentazione spettacolare, grandissimo piatto, tutto squisito, cucina superiore, da applausi.
Primo dessert: trionfo di melone. Ciotolina con cubetti di melone aromatizzati con qualcosa di strabuono che non siamo riusciti ad individuare. Sorbetto al melone con cialda di caramello (favoloso). Spuma al melone e semini al cioccolato. Un altro che non ricordo... ero andato in estasi.
Secondo dessert: fondente del Vieux Bistrot. Dentro un piatto rettangolare in una cocotte bianca abbastanza grandina c’è un sufflè di cioccolato, poi a fianco una spuma di cioccolato con granella di fondente, e poi, ancora, gelato al pistacchio con pezzi di pistacchio (che col fondente c’entrava poco, ma era buonissimo lo stesso, anche come accostamento), spolverata a neve con cioccolato in polvere.
Servizio perfetto, secondo tutti i sacri crismi di un locale di qualitàdecisamente superiore. Conto di 73 euro in due, che è molto molto poco (per questo non mi arrabbio per i 6 euro della S.Pellegrino compresi nei 73).
Il livello è come il Ruta del Veleta di Granada, cioè cinque cappelli con stellina, uì, jevusanprì. Forse questo aveva, rispetto a quello, un arredo interno di qualitàinferiore, ma... per il resto... libidine allo stato puro...
TUM! TUM!
Pa-tum. Pa-ta-tum-trac. Pa-trac-tu-trac-trac. Pa-tum-tum-trac-trac-tatrac. Pa-tum- tum- Tum. TUM.
Ta-trac. TUM!
TUM!
Fuochi d’artificio anche stavolta. Abbiamo finito i ristoranti della vacanza in bellezza... pur col mio pensiero rivolto al rientro... a ripercorrere gesti e luoghi... a riprendere in mano una ciotola... a ripetere inutilmente gesti... a ripercorrere luoghi...
Usciamo fuori e, bellezza nella bellezza, possiamo ammirare uno splendido e nitidissimo cielo stellato, perché il villaggio... è completamente privo di illuminazione pubblica. Impensabile in Italia.
“Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti...”
(P.Neruda)
5 commenti
07/08/2011
Evvai, finalmente 5 cocottes!