Recensione su La Campana Sevilla (Spagna)
visitato da carolingio il 17.07.2011

Recensione su
La Campana
Sevilla (Spagna)

Visitato il 17.07.2011
Consigliato!
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 4.75
Coperti: 1
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La seconda “confiteria” che segnalo è quella che abbiamo utilizzato a Siviglia. La Campana è la pasticceria più antica forse di Siviglia, risale alla fine dell’800, se le informazioni che abbiamo avuto sono giuste. E’ in pieno centro storico, abbastanza vicina alla Plaza Nueva e alla Cattedrale. Per arrivarci si deve percorre tutta la lunga Calle Sierpes, che, come qualche altra strada della città, è in più punti coperta da teli bianchi, agganciati sulle gronde delle case che si fronteggiano, per creare un po’ di ombra durante il passeggio. Il suo arredo è ancora molto datato. La vetrina, fuori, ha quei cassettoni di legno scuro sopra, con le scritte dipinte, che si usavano proprio un secolo fa, a cavallo degli inizi del secolo scorso, e che mi fanno venire in mente quelli che c’erano anche qui da noi quando ero piccolo, e mio nonno mi portava in città a prendere i confettini colorati. Il servizio di bevande calde e di paste comuni inizia alle 8 di mattina, mentre la pasticceria vera e propria espone le paste per la vendita dalle 9 in poi. Ho visto una varietà notevole, ma niente di straordinario: qui da noi certe pasticcerie le fanno la barba, alla grande. Comunque non male. Noi andavamo a far colazione alle 8,30 – 9,00 perché poi montava il caldo, quindi ci siamo accontentati di una briochona enorme (tipo croissant, buono, normale), di un the (sempre verde per me) e del succo di arancia, anche in questo caso spremuto all’istante (ottima idea, per loro che hanno arance praticamente tutto il tempo dell’anno). Servizio gentile e svelto. Per due: 9,50 euro al banco e 13 euro sui tavolini fuori. Tengo buono il prezzo del banco e lo consiglio, perché, come mi è successo l’anno scorso a Bourges, la volta che siamo stati fuori, seduti al tavolino, è arrivato puntuale il camion delle immondizie a svuotare un cassonetto dell’umido lì adiacente, e deve averlo svuotato fino al centro della terra, perché se n’è andato quando siamo andati via noi.

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