Recensione su Baito dei Santi San Zeno di Montagna
visitato da carolingio il 10.08.2011

Recensione su
Baito dei Santi
San Zeno di Montagna

Visitato il 10.08.2011
Consigliato!
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 7.30
Coperti: 1
2 commenti
Aria frizzantina... dal parcheggio della macchina si sale a piedi di brutto (molto ripidamente) per un bosco di faggi, con un profumo intenso di ciclamini... ce n’è dappertutto... - ... Ci viene in mente quando facevamo le medie, io e mia moglie, e, senza saperlo, eravamo in vacanza nello stesso posto in Lessinia, dove di ciclamini allora ce n’era una valanga e io, su suggerimento dei miei “padri spirituali” (che spero si siano un po’ pentiti di questo, come me ne sono pentito io), ne facevo incetta, contribuendo alla quasi estinzione in loco, per metterli sotto el quadro de la Madòna... - Non ci vuole molto ad arrivare al bàito: è una malga vera e propria, costruzione rettangolare con tetto a capanna, finestrine piccole e già un buon profumino di formaggio che ne esce. Così, tanto per gradire, la paròna ce ne fa assaggiare due cialde, uno mezzano e uno tenero… sono squisiti entrambi, a me piace di più il mezzano, più saporito, sa da vacca e da erba... gnammmm... Ma resistiamo, ora dobbiamo proseguire la camminata... Neanche mezz’ora di salita e arriviamo ad un’altra malga di pietra, Prà, completamente abbandonata e cadente, terreno di vipere, ma con un panorama strepitoso: tutto il lago di Garda sotto di noi, azzurrissimo, con le barchette e i paesi della sponda bresciana... Sirmione, Desenzano, Salò, Gardone, Toscolano-Maderno di fronte a noi e sotto di noi... che spettacolo... e la struttura poi, restaurarla sarebbe un bijou... Il percorso che abbiamo fatto era completamente deserto, non anima viva, sentiero appena accennato, quasi per nulla segnato, con un gran profumo, stavolta, di timo selvatico… sempre gli stessi profumi di tanti anni fa... mancava solo che uscisse fuori l’orso del Baldo dal sottobosco... - E ripensiamo ancora, io e mia moglie, che, senza saperlo, da piccoli eravamo al mare a Jesolo vicino allo stesso bar, alla stessa colonia, stessa spiaggia, stessi profumi di creme, rumori di zoccoli... che roba... il destino crudele... :) :) - Rientriamo in un’altra mezz’ora, mangiando (più che altro la Marta) more dolcissime che crescono spontanee vicino ai noccioli. E’ rischioso, secondo me, spingersi oltre: ho frequentato molte montagne e l’unica volta che sono andato vicino a perdermi fu una ventina di anni fa proprio sul Baldo e proprio per la carenza di segnali sui sentieri. Manca un quarto a mezzogiorno, ma la fame è tanta. Il bàito ha uno spazio all’aperto con tavoloni e panche, recintato da un bella staccionata in legno, con tanti vasi di gerani rosa. Sullo sfondo il Brenta. Sopra, due falchèti volteggiano. Facciamo subito amicizia con tre ciclisti che sono arrivati fin lì in bici (ma l’ultimo tratto hanno dovuto farlo a piedi, spingendo la bici a mano) e, nell’attesa degli gnocchi di malga, che lì fanno con la ricotta (è la loro specialità) ci facciamo portare un bel piatto con parecchi pezzi di formaggio, mezzano e tenero, alcune fette di soppressina e alcune fette di pancetta tonda, assieme a mezza gasata e a mezzo litro di rosè della Valpolicella (era un Valpolicella con le bucce tirate via presto dal tino di fermentazione). Vino leggero (avrà fatto 11,5 gradi, forse 12) con un ottimo boccato da pasto. Ci viene detto anche il nome del cantiniere (Gasperini) che però mi suona nuovo, ovvero, mai sentito. Il salame è eccellente, penetrante, profumatissimo, così la pancetta, porchi locali, porchi di montagna, il gusto ci guadagna... Del formaggio sapevamo già: straordinario... Mi faccio anche dire il prezzo: 9 euro il mezzano e 8 quello tenero, pazzesco! E’ bene precisare che loro non hanno altro da mangiare, a parte i funghi, che lì crescono ovunque... ne abbiamo schivato parecchi assieme alle "boasse"... “sloffie” le chiamiamo in dialetto, sarebbero i prataioli, ma poi anche porcini... Purtroppo la signora non è organizzata tanto bene, ha un fornellino piccolo con tutti i fuochi occupati dai ragù, aspettava tanta gente (questi avevano prenotato) e aveva messo su un pentolone enorme che non bolliva mai. Tra l’altro siamo a mille metri e l’acqua in montagna fa più fatica a bollire. Gli gnocchi di malga alla ricotta sono arrivati dopo un’ora, con una certa impazienza da parte nostra (stavo svenendo dalla fame...) e con tante scuse da parte loro. Qualcun altro si sarebbe innervosito oltremodo (e con ragione), ma io stavo troppo bene lì. Comunque, sti gnocchi sono particolari e straordinari, conditi nel burro fatto da loro, con una spolverata di grana, delicati e deliziosi, non li avevo mai mangiati con la ricotta. Decidiamo di comperare anche della roba da portar via: mezzo chilo di soppressa media, cioè salame largo sei sette cm. (9 euro), sei etti di mezzano (5 euro e 40), due etti e venti di formaggio tenero con le erbe (2 euro... sapeva di timo...), un chilo di burro (10 euro) e il mangiare e il bere lì… 14,60 euro in due! Se anche avessimo deciso di strafare e di mangiare un piatto a testa di salumi e formaggi, assieme ai due piatti abbondantissimi di gnocchi di malga... avremmo speso in tutto 19 euro circa... Un posto meraviglioso, dove torneremo di sicuro. In cucina non c’è varietà (né, credo, la si può pretendere in un ambiente così), ma fanno tutto loro, tutto a parte il vino, e si va lì per mangiare le loro cose e per godersi il paesaggio. Questa volta ne dò tre per l’oggettiva lunghissima attesa, ma si tratta di un altro quattro cappelli “imperdibile”. Se qualcuno volesse camminare, suggerisco giornata limpida e con bello assicurato, perché se sale la nebbia son dolori... il rischio di perdersi aumenta notevolmente, anche per coloro che non avessero sintomi da Alzheimer...

2 commenti

Il_Conte
13/08/2011
Eccellente recensione come sempre, carolingio ! Mai pensato di scrivere per qualche guida?
carolingio
13/08/2011
Grazie Conte, sei sempre gentile :) Non conosco nessuno che fa guide enogastronomiche... intanto mi godo così :)
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