Consigliato! Scritta da
carolingio Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
14.70 Coperti:
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Vagava, a tratti, il profumo dell’erba appena tagliata a bordo strada dalla parte dell’Adige... ondeggiava... spaziando assieme ai miei pensieri ed ad un vento leggero, che spesso si incanala in questa valle.
Di fronte, lungo il fiume, c’era il winebar della Cantina.
Come poter sostenere l’emozione del paesaggio mutevole e fantastico della Terra, dell’evolversi instabile e straordinario della vita, se tutto questo non è quasi parallelamente preceduto, di poco preceduto, dalla ricerca del suo significato più profondo, quella del senso della nostra vita?
Oppure, come canta qualcuno, un senso non ce l’ha? e ognuno vive e muore solo secondo la sua cultura, la sua educazione, la sua predisposizione, l’avvenimento accidentale, le offerte e le difficoltàdel suo territorio?
La Cantina Valdadige è lungo la strada parallela alla riva destra del fiume, contorna il paesino di Rivalta, che non è niente di particolare.
Lì il sole lo vedono poco anche d’estate, racchiusi come sono dagli alti costoni della Lessinia ad est e del Baldo ad ovest... in inverno quattro cinque ore di sole al giorno e per l’uva non è il massimo.
Però riescono a fare ugualmente un prodotto discreto, anche buono. Vicino alla cantina vera e propria c’è questo winebar di degustazione ed acquisto, una idea interessante per un posto un po’ depresso, ma all’interno è curato bene, anche nell’arredo di legno e nelle scansie da enoteca; almeno dentro, il posto, è senz’altro meno sconfortante di me.
Poi... vedo che al fresco dell’aria condizionata del bancone ci sono due venticinquenni indigeni, un po’ tristi (o sono io che li vedo così?), seduti col bicchiere in mano, e penso che questo non sia il massimo per una zona dove l’alcolismo fa breccia fin dall’etàadolescenziale, non essendoci molte altre alternative: non sanno cos’altro fare nel tempo libero…
Il primo calice che assaggio, e ne vuole assaggiare un goccino anche la Marta, è un Pinot Grigio. Faràcirca 12 gradi, 12 e mezzo. Giallo paglierino, ha un profumo mescolato tra fiori e frutti, gusto secco e persistente. Un buon bicchiere (fresco tra l’altro), seppur niente di trascendentale.
Chiediamo il Marzemino, ma non lo fanno, non hanno vitigni di questo tipo (forse dovrebbero cercare di ovviare). Qui il nero migliore è il Teroldego (che però appartiene alla zona Vallagarina, a nord della Valdadige veronese), quello “peggiore” (si fa per dire) è la S-ciàva, un rosè povero povero, e leggero, da 11,5 gradi, molto da pasto, che risente della mancanza cronica di sole.
Torno da Trento e riporto questi appunti dopo una serie di esami clinici che mi hanno reso, come dire... avulso, teso, preoccupato, quasi estraneo ad eventi che, tra cento anni o anche solo un giorno, chi lo sa, non mi vedranno partecipe.
I miei più cupi pensieri non vengono risollevati troppo dal secondo assaggio, nonostante sia di una qualitàmigliore del primo, o comunque più sorprendente, nuovo. L'Enantio è un vitigno che sembra si richiami alle Naturalis Historiae di Plinio il Vecchio, il quale, duemila anni fa, citava le Enantinae Uvae coltivate in questa parte della Retia, da cui si otteneva un vino selvatico dalle decantate proprietàmedicinali. Il profumo è particolare, un po’ speziato.
Chiedo lumi col pensiero agli sguardi che incrocio e a quelli che incrocio anche nella mente. Ma non c’è risposta, non riesco a vederla... è caduta nel vento... o non riesco a decifrarla bene, sta soffiando nel vento...
Vino. La gentile ragazza balcanica, di turno dietro il banco, mi apre una bottiglia di Pinot Grigio Ramato, anche questo mi è nuovo qui... una specie di rosè provenzale, color buccia di cipolla chiara, come i capelli della ragazza... però costa la metà, o anche meno, di quello francese, e cioè 4,90 euro a bottiglia. Il profumo è fruttato come il Pinot Grigio normale e il gusto meno secco, più morbido. Paragonarlo al rosè provenzale non è secondo me il top dei complimenti, non riesce a risollevarmi del tutto... ci vuol altro... però non è per niente male, lo trovo qui a buon mercato, faccio contenta la moglie, amante dei vini rosati, ne prendiamo tre bozze e ritorniamo fuori nel venticello della valle...
“... domani arriverà... domani arriveràlo stesso... senti che bel vento...”
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