Consigliatissimo!! Scritta da
Heinrich-von-Trotta Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
19.00 Coperti:
1 0 commenti Castel d’Ario è diventato, da un po’ di tempo, luogo d’incontro per alcune vicende professionali.
Ed anche per cambiare dai soliti eccellentissimi locali della zona optiamo per incontrarci all’”Edelweiss”. Ad essere sinceri è la seconda volta che metto piede in questo ristorante anche se mai sono riuscito a consumare un pasto completo (la prima volta abusai del solito, ma sempre eccellente, risotto alla pilota).
L’ambiente esterno è piuttosto semplice se non un poco trascurato (ampissimo parcheggio non asfaltato) ma l’interno è decisamente gradevole e ben curato.
Colori alle pareti tenui ben abbinati a quelli del pavimento. Le tovaglie sono di stoffa così come i tovaglioli e la seduta, rispetto all’altezza del tavolo, è perfetta! In sala i tavoli sono ben ordinati e distanziati; un paio di mobili d’epoca ben fatti ed un tavolo accolgono le bottiglie di distillati e liquori nonché tutti gli strumenti connessi al vettovagliamento.
Paolo e Matteo Pergher sono i due fratelli titolari dell’attività; Paolo, che è anche sommelier, opera in sala mentre Matteo è lo chef. E forse così si spiega del perché “Edelweiss” visto che il cognome è sicuramente di origine trentina…
Lo stile di entrambi è notevole e molto professionale. In sala, il Paolo, sotto i suoi baffi, è impeccabile nei suoi pantaloni neri e camicia bianca immacolata nonchè ben stirata… ed impiega movenze morbide e collaudate che è un piacere vederlo scivolare da un tavolo all’altro.
Appena si entra nel locale, sulla destra, si viene accolti da un grande tavolo con una eccellente scelta di vini. E ciò è un buon viatico verso la sala da pranzo. Il pane ed i grissini, fatti in casa, attendono giàsul tavolo.
Interessante è anche la forma ed il contenuto del “menù” (speisekarte); il formato, rettangolare, di circa 12 x 20 cm. è di un bel cartoncino bianco lucido con copertina più spessa di colore nero. Due anelle di metallo laterali tengono uniti una ventina o più di fogli tra cui si può scegliere anche tra un paio di percorsi relativi alle specialitàmantovane.
Si può scegliere spaziando in tutta la straordinaria cucina mantovana… dal risotto alla pilota, ai tortelli di zucca, ai bigoli con le sardelle, al luccio in salsa, e così via…
M si può anche provare altro, come ad esempio i fiori di zucca lessati ripieni di ricotta, raviolini ripieni di melanzane con pomodorini pachino, oppure, tagliatelle con gamberi e zucchine.
Io ho provato questi ultimi e devo lodarne l’eccellenza; la pasta all’uovo cotta al giusto “dente”, ben amalgamata al sugo ed i gamberi (non gamberetti!) ben puliti e tagliati in modo di farne un bel boccone.
Un calice di bianco di Custoza accompagna questo bellissimo ed abbondante primo piatto.
Salto il secondo, anche perché non sono in ottima forma, ed opto per le pesche al succo di limone e zucchero. Sono fresche e dunque piacevolissime per un fine pasto; belle succose ed asprigne…
Ma avrei potuto optare per una crema catalana su una crema di frutti di bosco, un millefoglie con crema chantilly, la sbrisolona…
Chiudo non con un caffè ma con un cappuccino, a prova del fatto che non sto benissimo e a riprova dei recentissimi dodici giorni trascorsi sulla riva tedesca del Bodensee (Lago di Costanza).
Locale fortemente consigliato ma soprattutto da “scoprire” in più occasioni.
Per chi volesse eccedere con le libagioni il ristorante è anche hotel.
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