Recensione su Antica Osteria della Valpolicella Marano di Valpolicella
visitato da carolingio il 29.09.2011

Recensione su
Antica Osteria della Valpolicella
Marano di Valpolicella

Visitato il 29.09.2011
Consigliato!
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 25.50
Coperti: 1
2 commenti
Quando di sera salgo a S.Rocco e c’è sereno, di solito guardo il cielo. Così feci l’ultima volta che andai a mangiare alla Trattoria al Sole, trenta metri di distanza da questa Antica Osteria (una distanza “breve”, ma pur abbastanza significativa, dopo l'esperienza, anche per ambiente e rapporto qualità-prezzo). Io credo che nessuno possa rimanere indifferente di fronte allo spettacolo dell’universo... che ci fa sentire piccoli piccoli, poco significativi, che ci aiuta a perdere un po’ di autostima, se ne coltiviamo troppa. Il locale è costituito da una sala non tanto grande (una trentina di coperti, massimo quaranta) a forma di elle. Mattonelle quadrate nere, rosse e senape, stile anni trenta; dentro è carino, con qualche pietra delle murature perimetrali lasciata a vista e tante bottiglie di vino esposte. Luci soffuse, a basso consumo, con degli indovinati abat-jours. Sulla porta d’ingresso una lunga sequela di adesivi del Gambero Rozzo, di Alice, di Mangiarozzo e di diverse altre guide culinarie che segnalano questo posto. Siamo solo noi (direbbe il Vasco), ma il proprietario (che scopriremo poi essere il cuoco) non si danna per accoglierci. Dopo cinque minuti che siamo seduti ci dice: “Volete un prosecchino come aperitivo?” Sono stati quindici giorni di passione, quelli appena trascorsi, e anche di mangiare e bere “a stecco”, quindi, all’unisono, io e il falchèto diciamo sì. Il prosecco è freddissimo, quasi troppo, ma ha un buon perlage e scivola giù bene. “Che prosecco è?” chiedo al cuoco che aveva portato via la bozza dopo avercene vuotato nei flutes “Non so... è di Valdobbiadene, bisogna che varda...” Operazione demandata in saecula saeculorum e mai conclusa... non ce l’ha detto, forse si è dimenticato. Però... con tutti quegli adesivi... non sapere neanche che prosecco si serve... Arriva un secondo uomo (sembra socio del primo): è il cameriere vero e proprio, che ci porta il menu e la carta dei vini, fornitissima. Da bere ordiniamo una minerale gasata e poi, visto il prezzo eccessivo di una 37,5 di ripasso superiore Valpolicella (15 euro... !? di una cantina sconosciuta...), e considerato che la Marta il vino lo assaggia appena, optiamo per un quartino di ripasso superiore della Cantina Sociale di Negrar. Il vino, però, viene versato distante dalla nostra tavola e non possiamo verificare che sia proprio quello. Anche il gusto si rivela un po’ flaccido e troppo morbido, la bottiglia evidentemente aveva preso un po’ aria, o era un ripasso non proprio ottimale. Il cameriere ci dice che avrebbe dovuto fare 13,5 gradi, ma quello a malapena ne faceva 13, più probabile di meno. Ci è stato fatto pagare solo 4 euro, poco in proporzione al prezzo della bottiglietta di ripasso superiore... mmmmmmmm... mi rimane il dubbio che invece fosse un Classico svampito nel tempo... Tanto per aprire lo stomaco e per far fuori i grissinotti tiepidi che c’erano nel cestino del pane, io mi faccio portare un prosciutto di Praga alla brace con cipolline in agrodolce e aceto balsamico di Modena. Piatto mangiabile, ma di scarso costrutto: il prosciutto era tiepidino, tre fette larghe ma poco spesse, le cipolline mi parevano quelle del vasetto preso al supermercato, l’aceto balsamico di Modena, penso che sia rimasto a Modena. Se uno mi fa il prosciutto alla brace... intanto lo vorrei caldissimo, e poi vorrei che fosse alla brace, invece quello, dalle strisce e dall’odore, mi pareva alla piastra. Posso sbagliarmi, anche in questo caso. Arrivano i primi: bigoli al sugo di cortile per me, con coniglio, pollo e tacchino, assieme a verdurine varie tagliate finissime. Piatto abbondante, bigoli cotti alla perfezione e gran sughetto, non troppo unto, ottimi con una spolverata di grana. Per la Marta gnocchi “sbatùi” conditi con i tartufi. Serviti in una ciotolina di terracotta, anche questi abbondanti e squisiti, delicatissimi, inondati di tartufo nero grattugiato, completamente marron. Colto da fervore, ne ho assaggiato uno anch’io, ricordandomi dopo che non mi piacciono i tartufi... non era poi male :). Ottimo per mia moglie anche questo secondo primo. Per non perdere l’allenamento, mi cimento nella caccia, alla mosca, stavolta... che viene seccata con precisione chirurgica, dopo essere stata anche, inutilmente, preavvertita. Ci facciamo portare quindi un secondo in due: polenta e bacalà. La polenta era un’unica fettina (ostrega... poteva metterne anche un’altra...), con una porzione invece abbondante e gustosissima di bacalà in umido, molto molto buono. Assieme al secondo, il cameriere ci porta anche un contorno che non avevamo ordinato... ????? ... non protestiamo... perché era un ovale con metà funghi porcini, che piacciono a mia moglie e che, a suo dire, erano squisiti; l’altra metà erano erbette in teglia, che mi sono sorbito io, niente di particolare. Il conto totale è di 51 euro, forse appena un filino caro. Alcune cadute poco comprensibili per un locale così “segnalato”. Più le cose positive di quelle negative. La mia valutazione è di tre su cinque, ma, ad essere sincero, non potrei dire di consigliarlo.

2 commenti

joy
01/10/2011
Lo "sconsigli" :mmm:
carolingio
01/10/2011
Non lo sconsiglio. Ma non mi sento di consigliarlo :) :) Ho scritto così, perchè in fianco ai tre cappelli, valutazione che mi sembra congrua per questa cena, c'è scritto "consigliato". In realtà, temo di essere un po' influenzato dalla vicinanza dell'altra trattoria, molto più ruspante, meno (o per nulla) "segnalata" su guide specializzate, dove ho mangiato sempre bene, tante volte, spendendo meno. Un locale "segnalato" a me crea sempre delle aspettative, spesso superiori a quello che è il risultato. Ma magari, tornandoci un'altra volta, chissà che non cambi idea... :)
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