Recensione su Lorenzo Forte dei Marmi
visitato da Kava5150 il 05.10.2011

Recensione su
Lorenzo
Forte dei Marmi

Visitato il 05.10.2011
Consigliatissimo!!
Scritta da Kava5150
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 190.00
Coperti: 1
27 commenti
Solitamente il racconto di un'esperienza culinaria appena conclusa, se scritto subito, è caratterizzato da ricordi freschi, quasi si sentissero ancora i profumi ed i sapori che poche ore prima si sprigionavano dai piatti. Andare in un ristorante come questo, però, non è cosa da tutti i giorni, almeno per il sottoscritto: sicuramente per la spesa, di certo per la distanza da casa e, non ultimo, per il tipo di cucina. Mi ci è voluto almeno un giorno per capire, a mente più lucida, se questo sia un ristorante da consigliare o meno. E la risposta non è così scontata. Innanzitutto partiamo col dire che siamo in Versilia, precisamente nella via centralissima e più bella di Forte dei Marmi. Anche questo influirà sul giudizio e certamente sul prezzo finale, perchè il Forte è comunque una zona ricca, dove viene gente ricca, e di conseguenza i prezzi sono sicuramente più alti che in altre località. La comitiva non ha eguali: c'è chi viene da Bologna, chi dall'Appennino Modenese, chi da quello Toscano. Ristoratori e non, semplici appassionati, ma comunque tutti amici, che grazie ad un invito di alcuni clienti del luogo, esteso poi a quei pochi che sicuramente avrebbero apprezzato, si sono trovati tutti allo stesso tavolo per passare alcune ore insieme, degustando quello che secondo tante guide è uno dei templi sacri del pesce in Italia, insignito tra l'altro di una stella Michelin. Arriviamo intorno a mezzogiorno, in effetti un po' in anticipo rispetto all'orario di ritrovo, dopo circa due ore di viaggio. Visto il clima ancora estivo, ne approfittiamo per visitare il paese, a me e ad altri sconosciuto, e dare un'occhiata al mare, dove a conferma del caldo ancora importante, diverse persone stanno facendo il bagno. Il ristorante si trova a pochi metri da dove comincia la z.t.l. del centro, ma il parcheggio non è un problema: nelle vie limitrofe si trovano senza difficoltà zone libere e gratuite ed altre con le strisce blu (comunque molto meno costose che a Bologna). Nel giro di una mezz'ora ci siamo tutti e varchiamo la soglia. L'ambiente che ci troviamo davanti è elegante, fine e curato, ma non ostentato. Un bell'ingresso con due divani in pelle, apre a due sale, più una terza privata con il tavolo presidenziale, dove verremo fatti accomodare noi (che in barba alla sfortuna, siamo in diciassette). Pareti in un color crema chiaro, bei tendaggi bianchi a coprire le tante zone finestrate che danno su un cortiletto interno. I tavoli sono ben distanziati, apparecchiati con posateria di pregio e con sottopiatti in argento. Veniamo accolti dal patron del locale, Lorenzo Viani, da sua figlia Chiara e da quattro collaboratori, che ci serviranno in modo esemplare per tutta la durata del nostro pranzo. Qui si mangia sia carne che pesce, anche se è proprio quest'ultimo a farla da padrona. A dire il vero, non vedo nè il menù nè la carta dei vini. Il motivo è semplice: alcuni dei nostri commensali qui sono di casa e su loro consiglio decidiamo di affidarci alla fantasia di Lorenzo, dandogli carta bianca su tutto. Le danze cominciano con l'apertura di una Cuvèe Prestige di Cà del Bosco da 6 litri, accompagnata da una eccellente schiaccia toscana calda, con la quale fare la "fettunta", insieme all'olio, ottimo, presente sul tavolo in diverse ciotole. Durante questo inizio, viene anche servita l'acqua e portati grissini fatti in casa, pane e dei piattini con dei mezzi limoni tagliati, confezionati dentro ad un tessuto a rete bianco, atto a non sporcarsi e a non far cadere sul piatto la polpa ed i semi, ma solo il liquido, durante la spremitura. La schiaccia è terribile, nel senso che già da sola è uno spettacolo, con l'olio poi è irresistibile, al punto che si rischia di mangiarne subito mezzo vassoio. La Cuvée Prestige, beh... mi dispiace per gli estimatori di questo prodotto, ma a me proprio non piace. Troppo ruffiano, troppo acido, addirittura troppo amarognolo: nonostante il 6 litri, che dovrebbe migliorarlo, si rende abbastanza antipatico al mio palato. Ma questo è un mio personale parere. Di certo, l'impatto scenico di una bottiglia che sembra un'ogiva è notevole. Finalmente si comincia con il pesce: su di un piatto quadrato, viene servita una composizione con una tartare di gallinella, un carpaccio di pagello ed uno di branzino, accompagnati con un solo filo d'olio a crudo e delle verdure alla julienne. Eccellenti e delicatissimi. E' la volta dei crudi, di cui personalmente vado matto: arrivano sul tavolo grandi vassoi di scampi, spaccati a metà e puliti, alcuni piatti di ostriche e altri di gamberi rossi. Incredibili tutti. La consistenza degli scampi, il loro sapore, è qualcosa di indescrivibile. Davvero eccellenti i rossi, ottime le ostriche, fra le migliori mai assaggiate. Intanto il giovane cameriere e sommelier, Lorenzo Giannini, o come lo chiamano da queste parti, "'i Giannini", che serve il nostro angolo di tavolo si premura di riempirci i bicchieri, ogniqualvolta l'acqua o il vino vengano a calare e ci chiede se vogliamo altri scampi. Il ragazzo mi sta già simpatico, e fosse per me ed il buon Sandro che siede alla mia sinistra, mangeremo tanti scampi quanti Lorenzo ne ha nell'abbattitore... ma preferiamo contenerci per provare un po' tutto. E se questo è l'inizio, siamo convinti che ci sarà ancora da divertirsi tanto. Passiamo ad una fritturina: polpette di gamberetti, gamberi bianchi di fondale e calamaretti. Anche questa eccellente, frittura perfetta, croccante, non unta. Il mio socio commenta semplicemente "Oh ciccio, questi sono da inchiesta!" facendo segno che ne mangerebbe una vasca intera. A seguire, piatto di calamari: cinque bei calamari al forno a testa. Incredibili, teneri e morbidi. Nel frattempo, per la gioia mia e di qualcun'altro, il 6 litri finalmente si esaurisce e vengo incaricato di scegliere il prossimo vino: rimanendo ancora su una bolla, scelgo un'altro Franciacorta, ma questa volta un Bellavista Saten, di un livello certamente superiore al Cà del Bosco. Le bottiglie aperte saranno otto, se non qualcuna in più. Nello stesso tempo, viene stappata anche una Magnum di Cervaro della Sala 2009, e versato in grandi calici per dare il tempo di aprirsi ed ossigenarsi. I primi: vellutata di fagioli e farro con bocconcini di rana pescatrice, seguita da uno spaghetto alle vongole. La vellutata è, per consistenza, profumi e sapore, uno dei piatti più riusciti. Lo spaghetto può sembrare tanto semplice e banale come preparazione, ma questo sicuramente no, a partire dalla pasta, di ottima fattura, cotta perfettamente, per finire alle vongole, eccellenti, il tutto leggermente piccante. E' il momento dello show de 'i giannini: la maionese espressa. In un angolo della sala, il giovane cameriere comincia ad aprire uova e a sbatterle con tutti gli ingredienti del caso in un grosso recipiente trasparente, dando vita ad una maionese con la emme maiuscola, creata come accompagnamento per gli scampi al vapore che nel frattempo ci vengono serviti, ma che è già puro godimento mangiata così. Gli scampi, eccezionali, manco a dirlo. Sono incaricato di scegliere un altro vino, e decido di finire in bellezza con uno Champagne: dapprima una magnum di DeVenoge, che però viene sostituita, forse perchè mancante, con una di Philipponnat Royal Reserve. Il Cervaro invece rimane a molti in parte nel bicchiere: anche in questo caso, un vino a mio parere troppo pesante e complesso per quello che stiamo mangiando. La barrique è troppo spinta, nonostante negli ultimi anni sia stato alleggerito, ma il legno in questo vino rimane talmente marcato che l'unico piatto con cui lo si può abbinare è la vellutata, dove comunque prevale lo stesso. Decisamente meglio la bolla francese, che ben va a sposarsi con l'ultimo piatto, una catalana di aragosta e scampi senza cipolla. 10 e lode. Come si suole dire con un proverbio famoso, bisogna fare un assaggio di formaggi prima di alzarsi da tavola, nella fattispecie un pecorino toscano eccellente ed un Parmigiano 36 mesi. Non solo, vista la provenienza di un buon due terzi dei commensali, ai formaggi vengono accompagnati diversi vassoi di mortadella Pasquini e Brusiani e di un crudo dolce stagionato 36 mesi. A ripulire il palato dal grasso, un'ennesima magnum, un Lambrusco di Lini. Ormai sazi e contenti, possiamo indirizzarci verso il caffè finale (ottima la miscela), impreziosito da cestelli di piccola pasticceria (croccanti con mandorle, cantuccini, biscotti e altro) e seguito da uno Zacapa XO per tutti. Ne approfittiamo anche per fare un giro in cantina, al piano di sopra (incredibile ma vero), dove mi soffermo davanti a diverse annate di Romanee Conti e di grappe di Romano Levi, che al mio rientro in sala 'i giannini mi porterà come assaggio. Finiamo di fare due chiacchiere con il patron Lorenzo, durante le quali chi deve guidare farà volentieri il bis dei caffè. Il conto totale, per tutta questa esperienza, durata all'incirca tre ore e mezzo, è di 190 euro a persona, che arrotondiamo a 200 e lasciamo come mancia ai ragazzi che se la sono meritata ampiamente. La spesa è certamente importante. In questo caso abbiamo avuto anche un trattamento privilegiato, visto il rapporto di alcuni di noi con il titolare. Ma come detto, siamo a Forte dei Marmi, e anche questo si paga. Le bottiglie bevute sono state tante e sicuramente costose, visti anche i formati speciali, ma sulla qualità e la preparazione della materia prima non si discute: eccellente, sicuramente il miglior pesce mai assaggiato prima d'ora. Con questo voglio dire che, magari con un altra compagnia, si può tranquillamente spendere anche una cinquantina di euro in meno. Che sono comunque tanti. Con 150 euro si può tranquillamente andare a mangiare ottimo pesce, con altrettanta soddisfazione, in moltissimi altri posti di livello, e magari qualcosa in tasca rimane anche. Ma di sicuro, una volta nella vita merita una visita. E quella volta che capita, sarà una grande esperienza, che a distanza di ore e giorni, farà ancora rivivere i sapori ed i profumi, come a me in quest'istante.

27 commenti

Tapparella
07/10/2011
Il modo migliore per cambiare l'umore nero dato dalla giornata uggiosa è leggere un racconto così ben dettagliato di un pasto del genere, e dire pasto è senz'altro riduttivo. Complimenti Kava: sembra di sentirli, i profumi e i sapori che hai così ben descritto!
zingaraia
07/10/2011
certo che dopo un valzer viennese del genere, cadere con parmigiano e mortadella! condivido con te in merito al costo, però giustamente una volta merita. sono sincera a Forte dei Marmi personalmente non investirei tanto.
Jimi-Hendrix
07/10/2011
Un posto da Vips, complimentoni!
Tapparella
07/10/2011
Un nostro amico toscano ci raccontava che la madre non lo faceva mai alzare dal tavolo se prima non "si puliva la bocca" con il formaggio. Personalmente non l'ho affatto vista come una caduta, anzi, non so perchè mi è sembrato altamente "poetico".
joy
07/10/2011
:clap: :clap: Una recensione da applausi, più che il numero dei cappelli, o il consigliatissimo come giudizio, è molto bello leggere la tua esperienza. Complimenti!! :yes:
zingaraia
07/10/2011
anche mio padre affermava questo, ed aveva ragione, è stata una battuta, naturalmente scherzavo! devo imparare come si fa ad inserire le immagini, rende meno "duro" un commento.

07/10/2011
Spettacolare Kava.. Complimenti davvero!
mizoguccini
07/10/2011
E bravo Kava! Forse personalmente avrei qualche dubbio a spendere una cifra simile per una cucina tutto sommato tanto "semplice" (a quel prezzo si può andare anche in parecchi tre stelle, in Francia almeno, oppure per restare sul pesce provare come lo trattano Cedroni o Uliassi, spendendo anche meno), però la tua descrizione è tanto potente che la voglia mi viene. Peccato per quei vini non indovinati, meno male che sei intervenuto tu a correggere la rotta.
Kava5150
07/10/2011
Grazie a tutti. In effetti, anche dalle nostre parti l'usanza di "pulirsi la bocca" con il formaggio c'è sempre stata, ed anche in questo caso apprezzata. Il pecorino poi era qualcosa di speciale. Non solo, mortadella e crudo di alta qualità hanno fatto il resto. Riguardo alla spesa, mizo, sono d'accordo. Questa è stata la mia perplessità sulla valutazione finale, al di là dei vini, che però molti hanno apprezzato. In realtà, accettando un invito da una compagnia del genere, sapevo già in partenza a cosa sarei andato incontro, e quindi avevo già preventivato la spesa. Di certo, la prossima volta che vorrò provare pesce un po' più elaborato, Uliassi sarà il primo della lista.
Kava5150
07/10/2011
@mizo: poi ce la faremo a fare un salto in Piemonte, ne sono convinto ;)
mizoguccini
07/10/2011
Eh... campa cavallo.
monicas
08/10/2011
Complimenti per la bellissima esperienza, Kava! Come sempre non è tanto importante il giudizio finale in cappelli, quanto entrare nella descrizione e comprendere il senso dell'esperienza vissuta, e tu sei stato molto bravo a rendermi partecipe.
Lucy...ah
08/10/2011
Conosco di fama questo locale e confesso che mi ha sempre incuriosita. Dopo la tua dettagliatissima descrizione mi hai invogliata ad andare, specialmente per i crudi. Complimenti davvero anche da parte mia.....con un pizzico di sana invidia.
carolingio
09/10/2011
Kava, mi unisco alla scia di complimenti per come hai scritto la recensione (come sempre del resto :) ) e ci hai reso partecipi delle tue sensazioni. Tu scrivi sempre bene, son sincero, a volte si dà per scontato, ma è bene ricordarlo qualche volta, fa bene anche al sito. Da parte mia, anche qui son sincero, devo dire che non ho alcuna invidia per questa esperienza. Provengo da una famiglia povera, ho il massimo rispetto per il denaro, ho sempre dovuto sudarlo, non ho il miraggio della grandeur, anche se adesso qualche soddisfazione al ristorante ogni tanto riesco a prendermela. Quando leggo di recensioni dove si spendono 200 e passa euro per una cena mi vengono i brividi. Forse ha ragione chi dice che è la stessa cosa risparmiarsi 10 cene da 20 o 25 euro e poi farne una così, ma è più forte di me, preferisco posti dove si mangia ugualmente bene spendendo poco, o parecchio di meno. Quando arrivo a 50-60 euro circa, mi sembra una cifra sufficiente per mangiare superbene. E poi - è un limite mio certamente - non credo che riuscirei a cogliere la differenza tra il mangiare super-ottimamente a 50 euro e mangiare super-ottimamente per quattro-cinque volte tanto. E’ una differenza che non riuscirei a recepire (anche se non mi azzardo a provarla, ed è già una contraddizione… :) ), come quella in generale tra un prosecco extra-dry e un Cartizze, che costa quasi il doppio, se mi è consentito un esempio per farmi capire (anche se in questo caso la prova è molto meno dispendiosa). Quindi concordo con i tuoi quattro cappelli, motivati (spero d’aver capito bene, stavolta) da un costo eccessivo. Entrare nella descrizione e comprendere, far condividere, il senso dell'esperienza vissuta, è bello e anche importante. Però è importante anche il giudizio finale. Leggo che osservazioni e discussioni sul giudizio finale, in base alla descrizione, sono sempre state fatte su questo sito, opportunamente. Penso alla miriade di persone che utilizzano il sito senza farsi vedere, mordi e fuggi, che guardano alle medie e non stanno tanto lì a leggere tutte le recensioni, come fanno invece una cinquantina di persone circa, quante saranno quelle che frequentano il sito stabilmente.
zingaraia
09/10/2011
Complimenti Carolingio, pillole di saggezza.
corpicino
09/10/2011
Bottigliozza da 6 litri qualche altra di Bellavista qualche magnum tra bianco fermo e bolle francesi...un lambro...era pesce sotto sale? :rofl:..caro Kava ci tocca x forza un giro al Black bass per capire chi fa il crudo piu' buono :chuckle:
Kava5150
09/10/2011
Molto volentieri, Corrado. E poi ne ho altri due da farti provare. Riguardo le tue considerazioni, carolingio, ne vorrei fare alcune anche io. Non sono nato ricco nemmeno io, ho enorme rispetto per il denaro, essendo abituato anche io a sudarmelo, nè ho manie di grandezza. Sono quindi in parte d'accordo con quello che dici, ma di certo non provo i brividi leggendo di pasti da 200 o più euro, se in qualche modo li trovo motivati. Si può ragionare fino a domani che non è indispensabile un pranzo del genere, ma del resto non è nemmeno indispensabile comprare un'Audi quando si può raggiungere gli stessi luoghi con una più economica Fiat, come non è certo indispensabile spendere 5 euro al giorno per fumare, sapendo quanto fa male. Ma tant'è. Ti dico di più: fino a qualche anno fa nemmeno io avrei mai preso in considerazione un pranzo del genere, e ti basta osservare che in 4 anni e più di 260 recensioni, non sono mai arrivato a spendere più di 80/90 euro, e comunque molto saltuariamente. Però mi è successa una cosa: in questi anni ho approfondito un argomento che mi è sempre piaciuto, ovvero tutto quello che riguarda il cibo e il vino. Mi diverte cucinare e con il tempo mi sono appassionato sempre più. La svolta l'ho avuta grazie ad un vecchio ristoratore che cucinava pesce, con il quale diventai amico, che mi insegnò tantissime cose sulla cucina e sui vini che fino ad allora ignoravo. Da lì ho cominciato a vedere le cose sotto un altro aspetto. Negli anni ho stretto altre sincere e bellissime amicizie con altri ristoratori, imparando ancora ed ancora. Ho visitato cantine insieme a loro, non per andare semplicemente a bere, ma per la sana curiosità di capire cosa c'era dietro un "semplice" calice di vino. E così ho imparato, sentito pareri anche diversi, assaggiato ed abbinato cibi a vini. Mi sono iscritto al corso di 1° livello dell'Ais per avere una migliore infarinatura di base, ma la passione è aumentata, e quindi ho portato a termine tutti e tre i livelli. In più, la passione è diventata anche un lavoro, diventando rappresentante di vini. Ho ancora tanto da imparare, ma una cosa è certa: per me andare in un ristorante, qualsiasi esso sia, non è solo per un semplice pranzo. Vado per stare bene in compagnia innanzitutto, ma anche per imparare, per capire, per confrontarmi. Non è un caso che in questa occasione la compagnia non del luogo fosse composta da un ristoratore e da un rappresentante di vini da Bologna, da due ristoratori dal Mugello e da due ristoratori ed un casaro dall'Appennino Modenese. Di certo, per me questi pranzi sono occasioni rare, soprattutto per il prezzo, ma anche perchè, con tutta la buona volontà, ho ancora quella passione di cui parlavo che mi anima, e se andassi a mangiare fuori troppo spesso, mi passerebbe di certo la voglia. Riguardo al prezzo: parlando proprio ieri con due amici che erano presenti al pranzo, ho capito che in realtà avremmo ben speso di più. Essendo il tavolo molto grande, non c'era la possibilità di vedere bene cosa capitava in ogni angolo, ma ho scoperto che le bottiglie sono state ben di più di quelle viste, il che ha portato il costo dei soli vini a quasi un centinaio di euro a testa. Tralasciando pranzi del genere, ovunque si vada si può comunque spendere poco come tanto. L'essenziale è mantenere costante e giusto il livello fra qualità percepita e prezzo. Adesso come adesso, non saprei dove sia possibile spendere 20 euro per un pasto completo e di qualità. Vivendo a Bologna, posso solo dire che in centro si fa davvero fatica a spendere meno di 30 euro per un primo ed un secondo di qualità, vino escluso. Modena è certamente meno cara. Forte dei Marmi è sicuramente carissimo. In un locale come Lorenzo, poi, dove l'altissima qualità della materia prima deve per forza avere un costo, c'è da considerare anche il fattore vino, tutt'altro che indifferente, vista l'importantissima carta che hanno. Se mediamente il rapporto del vino rispetto al conto totale è di un terzo del valore, in locali come questo è facile salire ampiamente, come è successo nel nostro caso, arrivando a più del 50% del valore. Per finire, un vecchio detto toscano non sbaglia: "Quando la roba l'è bona, ci sentono bene anche i sordi". Di pesce buono ne ho mangiato tanto, e di tutti i tipi. Ma quello di Lorenzo è di gran lunga il migliore che abbia mai assaggiato.
Kava5150
09/10/2011
A proposito del giudizio finale: per quanto mi riguarda è sempre stato il "riassunto" delle mie esperienze, la giusta conclusione di quello appena scritto. La recensione vera e propria serve per spiegare e motivarne il voto. E' così che deve essere, secondo me. Sicuramente ci sono quelli che seguono il sito rimanendo anonimi, solo per un rapido utilizzo. Credo però che di siti per fare un "mordi e fuggi" ce ne siano tanti altri e ritengo che chi si ferma su GustaModena, da attore o solo da spettatore, lo faccia proprio perchè ha l'interesse di leggere più approfonditamente, cosa che sugli altri siti in generale non può fare.
monicas
10/10/2011
Complimenti Kava,pillole di buon senso.
carolingio
10/10/2011
Ti ringrazio per le delucidazioni Kava, capisco che se uno è un po' del settore ha anche altri orizzonti rispetto ad un "amatore".
mizoguccini
10/10/2011
Mi sento in qualche modo tirato in ballo dal commento di carolingio, per una ragione molto semplice: se mettessimo le recensioni di GM in ordine di prezzo a persona, probabilmente tra le prime dieci cinque sarebbero mie; anzi, sono quasi stato un apripista per questo genere di resoconti qui su GM, prima del mio arrivo c'erano solo poche recensioni della Francescana, dileggianti ancor più che negative, mentre in tempi successivi sono apparse recensioni di Vissani e della Pergola di Heinz Beck o altri posti del genere. Ciononostante, come ho spiegato più volte, io non sono affatto ricco, tecnicamente anzi secondo le tabelle di reddito io rientro nella fascia povera della popolazione, solo che definirmi "povero" (dal momento che non sono come certi ministri...) mi sembra un insulto, tra l'altro anche a causa delle cene che decido di permettermi; per alcuni, i ricchi appunto, andare in certi locali non è un problema, per altri si tratta di una questione di priorità: la percentuale delle mie entrate che spendo per il cibo, e per il cibo di lusso in particolare, è molto più alta di quella di una persona normale, d'altra parte moltissime altre note di spesa comuni sono decisamente ridotte o addirittura assenti nel mio bilancio. L'esempio di Kava delle automobili e delle sigarette l'ho fatto ai tempi della mia recensione della Francescana, e sono entrambe voci che segnano zero nella mia contabilità. Il fatto è che è vero che la differenza tra l'alta cucina e la cucina normale non è percepita (o perlomeno apprezzata) da tutti, ma finché uno non la prova non può sapere se così sarà per lui; mia madre, che pure amava il cibo e la cucina, non concepiva i ristoranti di lusso: vuoi per la sua educazione marxista, vuoi per l'aver vissuto davvero la fame durante la guerra, vuoi per il sospetto professionale che una simile inclinazione nascondesse una qualche forma di nevrosi non sarebbe mai entrata nei ristoranti in cui mi reco io; quindi, pur essendo stato abituato fin da piccolo al buon cibo, non ho conosciuto l'alta cucina che quando ho cominciato ad andarci a mie spese. Ed è stata una vera rivelazione: la notte dopo la mia prima cena in un ristorante stellato non ho dormito per l'emozione, ma non "non ho dormito" nel senso che ho faticato a prendere sonno, non ho letteralmente smesso tutta la notte di pensare e ripensare alla cena, in preda a un'eccitazione incontenibile. Sulla base di queste esperienze io ho deciso che, anche a costo di rinunciare a molte altre cose, nella mia vita mi sarei concesso di spendere cifre considerabili folli per provare i piatti che certi chef sono in grado di inventare nelle loro cucine (per altro è da poco che ho ripreso davvero a farlo, in quanto per quasi due anni, dal settembre del 2008 fino a tutto giugno del 2010 non ho visitato nessun ristorante gastronomico), infischiandomene sia del buon senso da economia domestica, sia dei sensi di colpa che potrebbero venirmi dal mio retroterra culturale. Per cambiare argomento, visto che stiamo parlando di un ristorante di Forte dei Marmi: la giunta comunale ha deciso che in centro non potranno aprire locali di cucina etnica. "Non si tratta certo di un provvedimento xenofobo - spiega il sindaco, Umberto Buratti - ma di tutela e valorizzazione delle attività del nostro territorio", sindaco che crede di sfuggire alle accuse di razzismo spiegando che sono banditi tanto i kebabbari che i pub inglesi... come se discriminare tutte le culture straniere anziché solo qualcuna annullasse la discriminazione.
Kava5150
10/10/2011
Non sono d'accordo, e mi sembra una frecciata volutamente polemica. Carolingio ha ben espresso un pensiero che sono sicuro sia comune a tanti. Io per primo ho ammesso che fino a qualche anno fa avrei pensato le stesse cose. Forse perchè l'andare fuori a mangiare spesso è visto come un occasione per stare insieme, ma facendo una cosa che si deve fare per forza. Mi spiego: possiamo vivere tranquillamente senza macchina, senza vestiti firmati, senza tante cose superflue, ma di certo non viviamo se non mangiamo. Ecco quindi che il pranzo fuori diventa un'occasione per fare qualcosa di indispensabile, in un modo diverso. Se poi ci mettiamo che tanti ragionano pensando a quanto sarebbe costato loro un pranzo consumato al ristorante andando a fare personalmente la spesa e cucinandosi tutto a casa, allora proprio andiamo fuoristrada. In primo luogo perchè non si tiene conto dei costi fissi, quindi affitto del locale, utenze, dipendenti, ecc ecc. In secondo luogo perchè, soprattutto in un locale di qualità, la ricerca delle materie prime è alla base di tutto. E la qualità si paga, tanto. Faccio un esempio: ieri a Sestola ho visto in vendita dei porcini a 28 euro al chilo. Sicuramente buoni. Ma la settimana scorsa, in cucina da un cliente, è arrivato un fornitore, con diverse qualità di funghi porcini freschi, nostri del Trentino, non di qualche paese dell'est, ed il ristoratore ha scelto quelli di prima scelta: 30 euro al chilo, da pulire e cucinare. A questo punto, chi ha ragione? Entrambi. Ma bisogna tenere conto di queste cose, che sono il motivo per cui si può trovare una tagliatella ai funghi a 7 euro come a 16. In più, anche la cucina può essere una passione o un lavoro, oppure entrambi, ed è il motivo per il quale per qualcuno non è inconcepibile spendere, ogni tanto, certe cifre. Folle è pagare una bottiglia di Cristal 700 euro al Billionaire; 300 euro per un pranzo all'Enoteca Pinchiorri è, come dice giustamente un amico, un capriccio. Che si paga, sicuramente, ma che regala molta soddisfazione a chi è in grado di apprezzarlo.
Kava5150
10/10/2011
Naturalmente, il mio commento non era in risposta a mizo.
mizoguccini
10/10/2011
Non preoccuparti, l'avevo capito. ;)
pattyb
12/10/2011
Arrivo tardissimo ma voglio assolutamente fare i complimenti a Kava per la recensione dettagliata e piacevolissima, come sempre. Purtroppo non amo i crudi (ahimè) e quindi non avrei apprezzato una buona parte di questo pranzo ma devo dire che avrei gustato con piacere tutto il resto. Che invidia!!!! :)
barbe
12/10/2011
Complimenti! Mi sono sempre piaciute le tue recensioni, sia quelle di un'osteria da 15€, sia quelle di un locale da 190. Ogni tuo racconto, dalla lettura veloce, è arricchito da note tecniche e da spunti di riflessione, oltre che essere un preciso resoconto. Leggo ancora questo forum, e racconti come questo tuo, quanto come l'ultimo di mizo, non possono far altro che "regalarmi" piacere. Vedo che ci sono ancora utenti che scrivono per pura e gratuita passione, nella speranza che il tempo da loro dedicato alla comunità possa essere utile, anche solo per far sognare un po' ... Si, sognare ... anche di una grande esperienza "di tavola" come fosse una favola, non come un incubo che fa rabbrividire!
Kava5150
13/10/2011
Che dire? Grazie a tutti voi. Era da un bel po' che non scrivevo una recensione, e questi commenti sono la migliore soddisfazione per me. Quindi grazie, grazie ancora.
[wpuf_form id="14284"]