Recensione su
La Cantina
San Benedetto Po
Visitato il
18.12.2011 Consigliato! Scritta da
carolingio Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
37.50 Coperti:
1 17 commenti
http://www.youtube.com/watch?v=_FXoyr_FyFw&feature=related
A mezzogiorno sale sulla scena, alle prese col cinquecentesco organo dell’abbazia polironiana di S.Benedetto Po, il Maestro Alfi.
Il prete ci ha aperto la canonica e, per il fianco della chiesa, siamo saliti sul soppalco di legno. Alcune illustrazioni di come funzionano e si accordano questi organi antichissimi, qualche pezzo per scaldarsi, e poi toccata e fuga di Bach a gran richiesta!
Bravo Alfi! Via verso il ristorante.
L’Osteria La Cantina è un locale molto bello, ricavato all’interno di una cantina, con pareti e soffitti (a volte) in mattoni originali molto antichi, faccia a vista. Curati nel dettaglio anche i mobili, tutti antichi e di un certo valore mi sembra. Bagni veramente belli, con trespolo e catino (del primo novecento) pieno di rose e viole profumate.
Fuori, nella piazza, di fronte all’abbazia, con un freddo pungente che sento in modo particolare (ci sono 5 gradi meno che a casa mia!), il banchetto dei “cicciolari” di Quistello al lavoro, coi loro profumini, ci ha fatto venire una gran fame… e probabilmente giànon mancava prima… :)
Siamo in otto. Oltre a me e Marta, ci sono Alfi e Rosa, Joy ed Emma Phil, Golosona e Mauro.
Il Maestro voleva strabordare, affamato dalla prestazione musicale, ma viene in parte stoppato e così ordiniamo “solo” cinque antipasti misti, che però mangiamo tranquillamente in otto.
Gli antipasti arrivano in fretta e devo dire che mi sono sembrati tutti buoni o molto buoni: un salame mantovano fatto in casa e stagionato per oltre un anno, eccellente a mio avviso, delle bruschette con prosciutto cotto (o porchetta? o spalla?) e una salsina di difficile individuazione, però buonissima, altre bruschette con salsiccia e tartufo (il tartufo era molto delicato, io l’ho sentito dopo che l’avevo giàintroitato), culatello (o prosciutto crudo? io non me ne intendo, ma mi pareva buono), petto d’oca affumicato in un’insalatina al balsamico (ottimo pure questo) e polenta col lardo, buona. Ho dimenticato qualcosa?
Assieme ai primi arrivano due piattoni con dei cornetti tipo pane ferrarese, non freschi e non entusiasmanti, assieme ad altri panini piccoli e tondi, ugualmente non entusiasmanti.
Ordiniamo poi quattro bottiglie di acqua minerale e due bottiglie di Lambrusco mantovano Imperiale Pjaföc della Cantina Virgili di Mantova, da 11 gradi. Bello denso, profumo fruttato e sapore persistente. Valido, secondo me.
“Ora et labora” era la massima di S.Benedetto, adesso trasformabile in “labora et ora”, cioè… intanto che lavori, prega Dio che il lavoro rimanga… così, nell’attesa dei primi, si parla di figli, di giovani e di prospettive non allegre…
Non ci mettono troppo ad arrivare i vassoi che ci dividiamo: tortelli di zucca, penne alla Ciccio (il cuoco Ciccio, che conosceremo a fine pranzo) e bigoli al sugo d’anatra. Ottimi per me i tortelli, cotti bene, sottofondo d’amaretto… molto buone anche le pennette, seppur condite con un semplice sugo di pomodoro e guanciale… buoni, anche se non particolarmente saporiti, i bigoli con l’anatra.
Ci dividiamo fraternamente anche i vassoi con i secondi: tagliata di manzo irlandese, magatello di vitello, stracotto di somaro. Buona la carne di manzo, tenera, cotta bene. Buono anche il magatello, una specie di girello di vitello, la carne che si usa per fare il vitello tonnato, cotto al forno presumo, ricoperto di una salsa di pesto e scagliette di un formaggio tenero o ricotta affumicata. Accostamento ardito…
Del somarello rimane invece lì mezzo vassoio, a conferma che non era il massimo, forse non cotto a sufficienza, non male male, ma leggermente stopposo e troppo dolciastro.
Pollice verso, deciso, per le patate al forno, che il forno l’hanno visto forse solo per l’ultima parte della cottura, perché sembravano prima lessate… il loro gusto non era granchè buono e difatti ne rimangono lì due mezzi vassoi.
Niente di particolare le verdure grigliate.
Giudizio controverso per i dolci: molto buono il semifreddo al cioccolato, così così il cheese cake ai lamponi, detto “dell’Osteria”. Non ho sentito il parere di Mauro per la sbrisolòna, semmai lo aggiunga.
Concludiamo la maratona con sei caffè (non ho chiesto com’erano, io non l’ho bevuto) e due grappini per me e per joy, il mio delle “Diciotto Lune” di Marzadro, grappa stravecchia ottima.
Il conto è di 301 euro, arrotondato a 300.
Che dire? Il prezzo non è a buon mercato, giusto più che altro per la quantitàdi roba mangiata, non per la qualitàcomplessiva. Ottimo il servizio e molto bello l’ambiente, simpatica la signora proprietaria con cui ci fermiamo a chiacchierare alla fine, assieme al marito cuoco Ciccio.
Per me sarebbe congruo un giudizio da tre cappelli e mezzo, ma il prezzo, un po’ impegnativo per quello che si è mangiato, in qualitànon sempre ottimale, non aiuta a salire.
Grazie a tutti per la piacevole compagnia! :) e alla prossima! :)
17 commenti
19/12/2011
Recensione che rispecchia perfettamente anche il nostro giudizio, certo che l'esibizione all'organo del Maestro Alfi è stata molto apprezzata, non capita tutti i giorni di assistere ad un esibizione ad uno strumento legato soalmente alle occasioni religiose importanti!! Ottima come sempre la compagnia :cheers: Alla prossima :chuckle: