Recensione su Siro Torgiano
visitato da carolingio il 04.01.2012

Recensione su
Siro
Torgiano

Visitato il 04.01.2012
Consigliatissimo!!
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 20.00
Coperti: 1
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Come tradizione, quando torniamo in su passando dall’Umbria, se possiamo, ci fermiamo sempre a mangiare da Siro, anche perché è solo 3 km. fuori dalla superstrada, percorso che facciamo sempre anche per non spendere i soldi dell’autostrada (e col risparmio ci è venuto fuori mezzo pranzo... :) ). Sorvolo sulla descrizione del locale, già fatta in precedenza, salvo ricordare la strettoia della porta d’ingresso, che è a due battenti a molla (tipo saloon), prospiciente le scale interne, con una molla resistentissima che ti impedisce quasi d’entrare... :) ... oltre a questo, quando si apre leggermente la molla, si crea una forte corrente d’aria che sale dalle scale e dalla porta d’ingresso sottostante sempre aperta, che crea ancora più resistenza... Insomma, bisogna guadagnarselo il pranzo! :) :) Da bere ci facciamo portare una bottiglietta di Rosso di Montefalco della cantina Lungarotti di Torgiano (è a 700 mt. circa dal ristorante), del 2008, da 13,5 gradi. Il vino è eccellente, di un bel rosso rubino tendente al viola, profumo intenso, leggermente speziato, gusto abbastanza austero, con tanti tannini. Assieme, una bottiglia di acqua gasata. Cesto di pane non salato tagliato a fette, che per loro è normale, ma per me è molto apprezzabile in quel limitato periodo che staziono in centro Italia. Antipasto: carciofi crudi marinati nel limone con guanciale a listarelle. Era un piattone ovale gigante, abbiamo pagato una porzione, ma era per due o tre. Ottima idea, ci vogliono anche degli ottimi carciofi, come ci sono da quelle parti, tagliati giù a striscette fine fine. Buonissimo anche il guanciale. Per me poi faraona in salmì all’umbra con crostoni di patè di faraona. Piatto favoloso ed abbondantissimo: la faraona era in un sughetto delizioso di frattaglie di faraona e verdurine frullate. Un contorno in due: cipolle di Cannara al forno. Le cipolle erano quattro, grosse, molto buone, ma piatto un po’ insignificante, scarno. Per la Marta bacalà alla brace con grappolo di pachino confit. La consorte non ha gradito molto, peccato, neanche stavolta riesco a dar loro la valutazione massima. Il bacalà sembrava lesso, più che alla brace, buono ma di poco sapore, lo stesso dicasi per i pomodorini cirietti. Io avevo tentato di dirle che in una delle poche regioni italiane non a contatto col mare, forse è meglio orientarsi sulla carne, ma lei... con la scusa che il bacalà viene comunque dalla Scandinavia e siccome aveva voglia di pesce... 40 euro il conto complessivo del pranzo, a cui abbiamo aggiunto altri 20 euro per l’asporto di due porzioni (abbondanti) di faraona in salmì, una porzione di cinghiale in umido (erano in realtà due porzioni), una porzione di patate al forno, che avremmo fatto fuori la sera a casa con i figli. Strepitoso il cinghiale, della faraona s’è detto, patate normali, niente di particolare. Prezzo onestissimo, il coperto non si paga, rincaro molto modesto del vino.

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