Recensione su La Rana Magreta
visitato da Classe80 il 25.05.2012

Recensione su
La Rana
Magreta

Visitato il 25.05.2012
Consigliato!
Scritta da Classe80
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 20.00
Coperti: 1
0 commenti
Venerdì sera cena con due colleghi (e amici). Tocca ad uno di loro decidere il posto e da tempo ci parla di questo ristorante, fra l’altro gestito dalla famiglia di un suo amico. Dopo un veloce aperitivo partiamo quindi in direzione Marzaglia, destinazione La Rana. Già dal parcheggio ci rendiamo conto che il locale è pieno, ma per fortuna abbiamo prenotato. Entriamo e ci accoglie proprio l’amico del mio amico che, dopo i saluti, ci informa che c’è un po’ da aspettare (ma non avevamo prenotato!?). Chiediamo tre birre per ingannare l’attesa. Dal frigo escono tre lattine: due Moretti e un’altra che non ricordo (cominciamo male, me ne rendo conto, ma forse a fine recensione capirete le mie amnesie). Giusto il tempo di consumare la cerveza ed il nostro tavolo è pronto. Il locale è old-style. Per la verità io l’ho trovato molto old e poco style. L’arredamento è quello di “una volta” nel senso che non l’hanno mai cambiato. Ma chi viene in questo ristorante non cerca certo l’eleganza e la raffinatezza. L’amico-cameriere ci recita il menù da cui scegliamo un tris di primi (tortelloni burro e salvia, gnocchi pomodoro e gorgonzola, tagliatelle al ragù), un tris di secondi (involtini fritti, coppa al forno, guanciale) e ovviamente un tris di contorni (patate al forno, peperonata, bietole aglio e peperoncino). Da bere puntiamo sul rosso e ci propongono: Lambrusco, Sangiovese o Nero d’Avola. Anche qui siamo tentati dal tris ma alla fine desistiamo e optiamo solo per gli ultimi due. Il servizio è veloce e subito arrivano i primi. Ottime le tagliatelle al ragù, che sono fatte in casa e si sente. Buoni anche gli gnocchi (pur nella semplicità della ricetta) anche questi fatti in casa mentre non mi convincono i tortelli (un po’ troppo cotti). Via con i secondi. L’involtino è gustoso: promosso a pieni voti. La coppa non è niente di speciale e personalmente la preferisco alla griglia. Diciamo rimandata a settembre. Bocciato infine il guanciale: bruttino da vedere e troppo secco nella cottura. Tutte buone le verdure ma il mio personale Oscar per il miglior contorno (o la borsa di studio, per rimanere in tema) và alla bietole, davvero deliziose. Dei vini non ricordo le cantine ma le scelte erano comunque obbligate (mentre per il lambrusco mi pare che un po’ di varietà ci fosse). Di certo però non si trattava di etichette pregiate. Chiudiamo con cinque amari: due Sambuca, due grappe barricate e un Montenegro. Il prezzo, considerato quello che abbiamo ingurgitato, è da record: 20 euro a crapa. Tre cappelli mi sembrano il giudizio più corretto considerato anche che, sia per me che per i miei compagni d’avventura, la digestione non è stata proprio una passeggiata!

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