Recensione su
Dal Gal
Verona
Visitato il
06.06.2012 Consigliatissimo!! Scritta da
carolingio Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
27.00 Coperti:
1 4 commenti
Son quasi dieci anni ormai che abbiamo impiantato su sta confraternita e, da quando lo posso decidere io, una volta all’anno, andiamo a mangiare fuori assieme.
Non è per ricorrenza però, perché sono cene, come si dice... di lavoro :)
El Gal de S.Massimo si trova in una strada tranquillissima, a senso unico, nel centro della frazione poco fuori Verona.
L’insegna luminosa esterna, di plastica bianca colorata, è “all’insegna” del cattivo gusto; scusate la ripetizione, che calza a pennello, a mio avviso, per sottolineare la banalitàperiferica dell’elemento visivo.
Anche l’interno non è il massimo: arredo datato, anni sessanta-settanta, con una vetrata di alluminio anodizzato oro che dàsu un patìo, coperto da un tendone, direttamente su un giardino ricolmo di rose rosse, quest’ultimo carino.
Ma siccome l’ho scelto io, per il sentito dire del cibo, non dovrei neanche azzardare lamenti sull’estetica. Lo scrivo per dovere di descrizione :)
Sistemate le pie donne, in modo che stiano lontano dagli spifferi (ci sono delle tende di plastica trasparente aperte sui lati del tendone), ma che sentano anche il profumo delle rose (operazione delicata, da elaborare attentamente), decidiamo subito di abbordare la specialitàdel posto, ovvero i primi, tutti fatti in casa, che vengono portati per cinque volte, con cinque portate e qualitàdiverse.
Da bere due bottiglie di Valpolicella Classico Masi del 2010, uno dei migliori della nostra zona, e sei bottiglie di acqua, mezza gasata e mezza no. Siamo in undici.
Bagno normale, con un rubinetto “a schizzo” che mi ha lavato tutte le braghe. Pane in tavola abbastanza andante, con alcuni grissinoni integrali.
L’argomento principale, oltre alle diverse situazioni che seguiamo da tempo, con sacchetti alimentari, vestiti e piccoli contributi economici, sono le iniziative da intraprendere per aiutare le persone colpite dal terremoto. Una di queste iniziative riguarda GustaModena.
Non è per questo, ma è solo una coincidenza, cominciamo con dei tortelloni ripieni di scamorza e noci, al burro con mezzi gherigli di noci sparsi: eccellenti, mai mangiata pasta ripiena così buona al di sopra della bassa mantovana. Cotti alla perfezione, belli pieni e sodi, ottimo accostamento di gusti. Arrivano su dei vassoi e ad ognuno viene versata una quantitàa piacere, che per me corrisponde ad un piatto normale.
Secondo primo: sono dei fagottini ai formaggi, fatti con la pasta delle lasagne. Me ne è stato dato uno bello grosso, ma era sufficiente, morbidissimo e gustoso, bello fumante.
Il terzo primo io lo salto: sono crespelle ai funghi, molto apprezzate dalle pie donne, che temono gli spifferi, ma pascolano alla grande, senza titubanze.
Ogni tanto passavano i camerieri con un vassoio di qualcosa a chiedere se ne volevamo ancora.
Quarto primo: risotto all’amarone con il radicchio rosso di Verona. Molto buono anche questo, ma forse quello meno positivo, per il fatto che non si era asciugato bene bene, non era perfetto.
La cameriera ci cambia il piatto, accorgimento gradito anche in una trattoria ruspante come questa, dato che il risotto aveva impiastricciato tutta la superficie.
Una riflessione sulle esternazioni del Vasco in occasione del concerto pro terremoto, che non vedràla sua partecipazione in quanto, riporta lui, la caritàsi fa in silenzio, senza pubblicità.
Si tratta di un principio vetero cattolico che non mi trova assolutamente d'accordo e che ha ridotto questa nostra povera Italia a parlare solo del male, e non del bene. Il bene bisogna pubblicizzarlo, con il dovuto equilibrio, perchè fa bene.
Quinto primo: tagliatelle al petto della faraona. Erano delle tagliatelle molto larghe, che qui si chiamano lasagnette (mentre le lasagne si chiamano anche pasticcio). Eccellenti, piatto abbondante, sugo grandioso, cottura perfetta.
Sembra che non ci stia più niente, invece quasi tutti ordiniamo il dolce, anche questo fatto in casa. Porzioni abbondanti e presentazione stavolta quasi da alta cucina, anche nelle forme ardite dei piatti. Io ho mangiato un tiramisù alle fragole, squisito.
Il servizio è stato gentile e solerte, i piatti portati con la giusta cadenza, senza aspettare troppo.
Conto di 27 euro a testa, direi giusto nel complesso. Molto a buon mercato i cinque primi, per 18 euro. Cari i dolci per questo tipo di trattoria: andavano dai 4,5 ai 6 euro a testa.
Non è un posto romantico, ma si mangia proprio bene e si digerisce meglio. Utile da conoscere.
Prima di andar via, la Luigina, una delle pie donne, ci legge la poesia in dialetto di una autrice veronese:
Scoltème mi
che g'ò spariènsa,
ò tanto studià,
són quasi 'na siènsa.
El mondo el se ciàpa
così come el vièn,
che se ciàva anca la salute,
basta star bèn.
4 commenti
08/06/2012
Direi un bel carico di carboidrati, dieta ideale per un ciclista :yes: dopo gli ultimi eventi hai deciso di abbandonare il calcio?