Recensione su Rifugio Castelberto Erbezzo
visitato da carolingio il 07.08.2012

Recensione su
Rifugio Castelberto
Erbezzo

Visitato il 07.08.2012
Consigliatissimo!!
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 16.50
Coperti: 1
3 commenti

Per sfuggire a Malacoda, Scarmiglione, Alichino, Cagnazzo, Calcabrina, Libicocco, Barbariccia, Draghignazzo, Ciriatto sannuto, Graffiacane, Farfarello e Rubicante pazzo, ANNIDATISI nel subconscio di mia moglie… dopo la dipartita di Minosse, Caronte, Nerone, Ulisse e Circe, e Scipione l’Africano che se l’era già dimenticato... che se ne infischiano dell’imminente arrivo di Caligola… ingrano la prima e punto in Lessinia, passando in 55 minuti dai 28° di casa nostra ai 18° dei 1650 metri di Malga Lessinia.

Cosa non si fa per queste donne!  :)

Lì, con altri quattro amici, procediamo per una tranquillissima passeggiata di 50 minuti fino al Rifugio Castelberto, dove eravamo già stati con Joy, Emma Phil ed Alfi, ma allora era ancora con i lavori in corso, in fase di restauro.

Adesso è finito, molto bello e molto curato, tutto di legno chiaro all’interno, belli ombrelloni beige fuori. Ma il sole incombe anche a quota 1769 e quindi, dopo aver girovagato un po’ per le trincee della prima guerra mondiale, a strapiombo sulla valle dei Ronchi che risale da Ala verso il Carega, ci portiamo all’interno del rifugio, dove c’è un’aria condizionata naturale.

Da bere un litro e mezzo di acqua gasata e un Valpolicella Classico Sasèti della cantina Monte Dall’Ora, vicinissima a casa mia. Il Classico lo prendo perché da pasto è ideale, secondo me, e prendo quello di questa cantina perché è biologico.

Dopo anni di suggerimenti, discussioni e proposte (e dubbi e perplessità da parte dei contadini), il gestore di questa cantina, assieme agli altri viticultori della mia collina (tutti tranne uno… chissà, riusciremo a convincere anche lui un giorno…) sta realizzando da quest’anno una sperimentazione senza l’uso di fitofarmaci per la tignola della vite.

Incominciamo a vivere senza l’odore dei veleni (e soprattutto senza respirarli).

Il vino è ottimo, profumatissimo e delicato. La bottiglia però ha un ricarico eccessivo, costa 18 euro, mentre in cantina costa 7,50.

La cameriera è simpatica, ma un po’ imbranatina, perché non riesce ad aprire la bozza e sta spaccando il tappo… Torna dopo un po’ con la bottiglia aperta e ce la deposita sul tavolo senza assaggio. Va beh, perdonata  :) , siamo in un rifugio.

Il pane è portato in tavola in “sacchetti del pane”, sono fette di pane senza sale, tipo toscano, buono. I servizi igienici sono molto belli e curati, sembra di essere nel sud Tyrol.

Io e la Marta ci dividiamo due piatti belli abbondanti: gnocchi di patate crude e ragù di cervo (gnocchi preparati partendo da patate crude grattugiate e poi impastate con farina, cotti in acqua bollente, con vino rosso, carote, sedano, cipolla, pomodori, come sta scritto sul loro menu) e goulash di manzo con carote, patate e cipolle stufate, su tre fette di polenta di granturco integrale e maizena. Veramente due ottimi piatti, fatti bene, presentati in modo semplice, ma con ricette particolari.

La Marta aveva ordinato orzotto alle ortiche e caprino di Malga Faggioli, però la nostra amica cameriera era arrivata lì con l’orzotto al tastasàl, chiedendo: “va bene lo stesso?”. No che non va bene… pensa un po’… ma è perdonata… l’orzotto lo mangia una delle nostre amiche, che scambia gli gnocchi con noi. Lo definisce comunque ottimo.

Il resto del menu è particolarmente invitante ed anche un po’ innovativo.

Come dessert noi due ci dividiamo un dolce di polenta con frutta secca e salsa al cioccolato, farina di mais fioretta, pinoli, uvetta, albicocche secche, canditi, cioccolato fondente. Mmmmm… una bontà. I nostri amici si fanno fuori un dolce ciascuno, non mi ricordo quale perché ero MOOLTO concentrato sul mio, ma alla fine erano molto contenti.

Loro chiedono quattro caffè, noi niente.

Dopo dieci minuti, visto che non arrivavano i caffè, mi alzo per chiedere se se li sono dimenticati (non c’era molta gente) e il proprietario invita la cameriera a farli.

Beh… perdonàti… intanto mi sono ascoltato i Pink in volume basso e soffuso dai loro altoparlanti, forse era quello della vacche…

Adesso però il cielo si appesantisce e nuvoloni neri minacciosi rendono incerto il nostro ritorno… passa un altro quarto d’ora e qui… MI INNERVOSISCO. Visto il mio sguardo, i caffè arrivano immediatamente e ce ne andiamo pagando 100,50 euro arrotondati a 100.

Ottima la cucina, di quasi alto livello, al top per un rifugio. Qualche problemino nel servizio e sul prezzo del vino, bilanciato però dal prezzo degli altri piatti, in rapporto alla loro bontà.

Barbariccia in cielo fa un rumore strano, che altri direbbero un tuono, ma chi ha studiato la Divina Commedia sa che non è così.  

 

3 commenti

joy
08/08/2012
Bel posto :yes: Niete scrosci improvvisi ???
PIPPI
08/08/2012
mi sono rinfrescata un pò anche solo leggendo il racconto, non sopporto l'estate. bella giornata e bella mangiata
carolingio
08/08/2012
Ciao joy, Barbariccia ci ha inseguito un po' ma poi ha desistito... tu ti ricordi ancora lo scroscio che ci ha preso mentre cominciavamo a mangiare l'altr'anno eh?... ;) :) Io non soffro troppo il caldo Pippi, ma se anche fa caldo cerco di non pensarci e così lo sento meno :) Certo che in montagna è un'altra cosa! :)
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