Sur la route des vins d’Alsace – 5
L’Alsazia è bellissima. Saràun’affinitàelettiva (vigne ovunque), saràche è pulitissima, saràche amano i fiori e sembra abbiano il culto del bello, saràche sono precisi (senza essere asfissianti come alcuni svizzeri… :) ), saràche ci capito sempre col bel tempo… ma è un piacere starci.
Itterswiller è un piccolo villaggio lungo e stretto, che affianca, parte per parte, la stradina principale che lo collega agli altri paesini della zona di Barr. Sommerso di gerani… sulla cima di una collina… ha un panorama spettacoloso di sotto, che arriva fino in Germania, di làdal Reno.
Messa in un parcheggino la macchina, a piedi andiamo a cercare il ristorante per l’ultimo nostro giorno qui e, camminando, ci imbattiamo in una delle tante cantine che costeggiano il percorso. Non è splendida esteticamente come la maggior parte delle altre, ma attira la nostra attenzione il cartello verde “agricoltura biologica”, ripetuto all’esterno e sull’ingresso.
Dentro troviamo Luc Faller in persona, con cui ingaggio una discussione (anzi un dialogo proficuo, perché eravamo sostanzialmente d’accordo) sull’uso del biologico nella viticultura, non dopo aver assaggiato il suo Cremant nature. E’ eccellente.
Ed è eccellente anche quello che sta facendo, con un gruppo crescente di altri viticultori. Lì, sta succedendo quello che succede anche da noi: pian piano gli addetti ai lavori si accorgono che con il bio è meglio, è meglio anche per la loro salute, oltre che per quella di chi beve il loro prodotto, e il tutto non determina nessuna perdita significativa.
Il suo Cremant costa 8,50 euro, qualcosa in più degli altri, ma a me sembra un obolo giustificato. Fintantochè tutti i confinanti non si saranno convertiti, c’è del lavoro in più per ripulire i lati del vigneto che confinano con chi usa i veleni.
Ne prendo tre bozze e confido che gli svizzeri non me le confischino…
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