Sur la route des vins d’Alsace – 8
Saverne non è il massimo in Alsazia, quanto a paesaggio ed estetica, ha un fiorellino solo nel cartello stradale dei “villages fleuris” (il massimo è tre), ma a noi interessava una sosta qui, dopo i tanti km. macinati di ritorno dalle Fiandre, perché avevamo visto su Internet delle recensioni da quattro su cinque, e un menu per il pranzo decisamente fuori misura per la Francia: 11, 80 euro!
Arrivarci in tempo (perché di solito, lì, alle 13,30 o alle 14,00 le cucine chiudono) è stata dura, per via di una coda mostruosa nel ring di Brussel e di lavori in corso per km. e km. nelle Ardenne (il Belgio è letteralmente sottosopra). Quando poi siamo entrati alle 13,31, il proprietario-cameriere ci ha detto “desolè, la cuisine est fermèe…”, cochon troton… la Marta sta per mettersi a piangere… ... perché eravamo anche stanchi e in Alsazia cominciava a fare un po’ più di caldo (27-28 gradi) rispetto a come ci eravamo abituati sul Mare del Nord.
Nonostante la frase del proprietario-cameriere, ho adottato un atteggiamento strano (strano anche per me)… cioè non mi sono mosso… non avevo la forza di muovermi... e ho continuato a guardarlo mentre si aggirava tra i tavoli, per alcuni minuti.
Probabilmente mosso a compassione, ad un certo punto mi ha detto che sarebbe andato in cucina a vedere se erano rimasti DEGLI AVANZI… :) (quelque chose...)
“Oui… j’ai le poulet, j’ai encore l’entrèe, le dessert aussi… si vous voulez…”
“Cassarollà! Mais certainement…”
Il locale, dentro è abbastanza carino, travi di legno laccato verdino-beige sul soffitto, belle cosine alle pareti… ma tutti sono sistemati fuori, sulla terrazza all’ombra, dove si sta da dio. Avevo giàavuto modo di osservare come l’escursione termica tra sole e ombra in Alsazia sia ben avvertibile, come da noi in Alto-Adige. La terrazza dàdirettamente su un fiumicello (e anche questo riflette un senso di freschezza), però, dalla parte di làdel fiume c’è un parcheggio sostenuto da una pesante e orribile piattaforma di cemento, che ne riduce notevolmente l’appeal.
Ordiniamo una mezza Carola gasata e mezzo litro di Pinot Blanc di Ribeauvillè, bello fresco e pure buono. Solito cestino di fettine di baguette. Bagni decorosi e puliti.
Io ordino il menu for lunch, mentre mia moglie preferisce prendere un piatto unico di pesce.
L’entrèe ce la dividiamo un po’: è un’insalata greca, con feta, pomodori, carote, mais, insalata verde, olive nere denocciolate, brumoise di zucchini crudi, una leggera maionese con erbe di Provenza. Niente di eccezionale, ma buona.
I tempi di attesa non sono lunghi, il locale stava svuotandosi; era pieno di francesi, assolutamente non turistico, credo offra menu di lavoro per bancari o simili.
Il mio piatto principale conteneva un ottimo spezzatino di pollo, veramente molto gustoso, cotto assieme ai peperoni, con patate fritte (artigianali, cioè tagliate da loro, non lo solite industriali) e la stessa insalatina mista dell’entrèe (fatto su cui ho storto un po' il naso... ma era buona uguale).
La Marta ha invece mangiato un risotto cremoso ai legumi baby, squisito (cotto molto bene), con sopra un filetto di orata... molto molto buono il tutto.
Il dessert ce lo siamo diviso e mi sembrava di essere tornato sulle nostre montagne dell’Alto-Adige: strudel caldo con panna, presentato su una lastra d’ardesia grezza, con coulis di alkekengi e con lo stesso frutto a fianco. Veramente delizioso. Bravo lo chef.
Il conto totale è stato di 44 euro, molto molto poco per la Francia.
Questo posto non ha “alta cucina”, ma si mangia molto bene e se uno è di passaggio da quelle parti vale la pena fermarsi (specialmente a pranzo).
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02/09/2012
mica male come avanzi :)