Sulla via delle Abbazie della birra trappista - 2
Salutata Orval, saliamo ancora verso nord, mantenendoci su un altopiano finchè la strada improvvisamente non scende a precipizio verso rocce e boscaglia. In fondo ai tornanti, entriamo a Bouillon, una cittadina particolare, fortificata in una specie di largo canyon, nata sull’ansa, fatta a forma di cappola, del fiume Semois, un serpentello che scorre con curve e ghirigori per decine di km.
In pianta, la forma di cappola nell’ansa del fiume è uguale a Cesky Krumlov, non fosse che là, il fiume è la Moldava (e non fosse che la Budweiser a me sembra decisamente inferiore alle belghe).
Nella via centrale c’è il Marchè de Nathalie, punto vendita della Brasserie de Bouillon, una birreria artigianale che vende le sue, ma anche le altrui birre. Stanzone unico, spoglio di per sé, ma attraente solo per il fatto che è completamente tappezzato, e riempito anche nella parte centrale, di scaffali di legno pieni di bottiglie di birre artigianali diverse, trappiste e d’Abbazia.
Campeggia un cartello: “Pas d’Orval” e saràcosì in tutta la Wallonia… Manca anche la Westvleteren tra le trappiste belghe; abbiamo scoperto dopo che viene anch’essa venduta solo in Abbazia (e dietro appuntamento). I prezzi vediamo che sono incredibilmente bassi per noi, da 0,95 a 1,50 euro a bottiglia da 33 cc., a seconda del tipo di birra.
Avevo giàletto che all’Abbazia di Notre-Dame de Saint-Remy, a Rochefort, non vendono birre. Chi riesce a farsele dare, ci riesce solo per un colpo di fortuna, incrociando un frate disponibile… supplicandolo… e, minimo, viene consegnata una cassa da 24 bottiglie. Quindi, puntiamo subito ad acquistare le Rochefort, che sono di tre tipi: - quella a tappo rosso, la Sei, birra rossa, da 7,5 gradi - quella a tappo verde, la Otto, birra marron verso il giallo, da 9,2 gradi - quella a tappo blu, la Dieci, birra marron verso il rossastro, da 11,3 gradi. Devo dire che sono eccellenti tutte e tre (le abbiamo bevute i giorni successivi), forse le migliori trappiste in assoluto che ho bevuto, a mio giudizio (che vale poco)… anche se è una bella lotta…
Secondo le diciture (traggo da Internet, io non riuscirei a distinguerle, se non per l’entitàdella sudata successiva), la prima, ha un sapore consistente, leggermente speziato, e un gusto intenso di caramello, frutta, uva forse. È prodotta una sola volta all'anno e rappresenta circa l'1% della produzione totale. Per questo è la tipologia più rara e piuttosto difficile da trovare (noi ne abbiamo fatto incetta più avanti… :) ). La Otto ha un aroma più pronunciato e fruttato (bisognerebbe berne due vicine per scoprire se è vero… ma come si fa a berne due di seguito?... oppure degustarle nel luogo di produzione, come da noi nelle cantine, ma questo non mi risulta sia consentito). La Dieci ha una schiuma molto compatta il cui sapore variegato ricorda un misto di frutta candita, fico, miele, spezie, liquirizia, cannella... bla bla… :)
I gradi di questa birra sono alti, bisogna stare attenti a non berne troppa, specialmente noi italiani... i più, abituati a birre strasse, con poco grado, che, al confronto, ci dice un belga, sembrano lavatura di piatti. L' acqua utilizzata per queste birre viene attinta da un pozzo, situato all'interno delle mura del monastero. Anche le Rochefort mi lasciano un pronunciato retrogusto di liquirizia.
Val-Dieu. Non è birra trappista, è birra d’Abbazia. Ovvero i frati avevano smesso di farla da tempo, ma un laico, alcuni anni or sono ha ripreso l’attivitàdella Brasserie dell’Abbazia. Dalle informazioni ricevute, le birre d’Abbazia belghe sono diciassette e sono, come le trappiste, contraddistinte dal loro marchio di garanzia e protezione. Vengono prodotte da varie birrerie “laiche”, a seguito di una ricetta originale tramandata nel tempo dall'Abbazia che le ospita o a cui fanno riferimento. Per "proteggere" questa tradizione, l'Unione delle Brasseries del Belgio nel 1999 ha creato un logo con cui i vari birrifici possono etichettare una loro birra con il nominativo di "Birra d'Abbazia”. Le condizioni per poter usare il marchio sarebbero: 1) Che il Monastero esistente abbia venduto i diritti per poter utilizzare il proprio nome (o addirittura la vecchia ricetta, se il monastero in passato brassava) nella produzione di specifiche birre ad un birrificio. Questi pagheràdelle Royalties che serviranno all'ente ecclesiastico per la propria sussistenza e per beneficienza; 2) Che l'AutoritàEcclesiastica (in questo caso la Chiesa Cattolica) abbia venduto i diritti per poter utilizzare il nome di un’Abbazia non più esistente che in passato abbia prodotto birra per il proprio consumo. Anche in questo caso il birrificio dovràversare delle Royalties che serviranno per scopi caritatevoli.
La bionda Val-Dieu: sembra che la ricetta risalga ai primi anni del 1200, fa 6 gradi, non è filtrata e non è pastorizzata. In bocca, subito dàsull’amabile, ma poi rimane un retrogusto amarognolo. Ritenuta digestiva. Io non riesco ancora a guardare alla differenza di schiuma; schiuma non troppo spessa, dicono gli esperti. La Bruna Val-Dieu è leggermente filtrata e subisce una nuova fermentazione in bottiglia (un po’ come lo Champagne o lo stesso Cremant tra i vini). Fa 8 gradi, sa un po’ da caffè. La Triple Val-Dieu sembra si rifaccia ad una ricetta monastica rivista dall’attuale produttore. Fa 9 gradi, è di colore giallo pesante e come gusto assomiglia alla bionda, solo che è parecchio più alcolica. Val-Dieu è tra Aachen e Maastricht, spostata e distante dal nostro percorso, quindi non possiamo andarci e la prendiamo qui.
La Brasserie artigianale di Bouillon fa quattro birre diverse, tutte non filtrate e che rifermentano in bottiglia (quindi tendono ad affinarsi e a cambiare leggermente gusto nel tempo, come con alcuni tipi di vino): - la Cuvèe de Bouillon (birra bionda, fa 6,5 gradi) - la Medievale (birra ambrata, di malto, fa 6 gradi) - la Bouillonnaise (birra bruna, fa 7 gradi) - la Blanche de Bouillon (birra bianca, fa 5,5 gradi, è la più leggera).
Ne abbiamo preso una per tipo, Rochefort, Val-Dieu e Bouillon, e abbiamo speso 13,35 euro in tutto.
Questo negozio, se si passa da quelle zone, è veramente imperdibile. Non abbiamo fatto incetta, perché, essendo all’inizio del viaggio, non avevamo ancora sufficienti informazioni o le avevamo molto più vaghe di adesso. Azz…
ÂÂ
02/09/2012
L'anno scorso di ritorno dall'Olanda valeva la pena fare un giro in queste zone (ed erano in programma!)...qui gli amanti della birra stanno sbavando :)