Recensione su Au Comte Harscamp (Belgio)
visitato da carolingio il 19.08.2012

Recensione su
Au Comte Harscamp
(Belgio)

Visitato il 19.08.2012
Buono
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 30.35
Coperti: 1
2 commenti
Sulla via delle Abbazie della birra trappista – 6 Tornando da Maredsous ci fermiamo a vedere il Castello di Veves-Houyet (molto bello) e l’Abbazia di Rochefort (niente di particolarmente significativo, se non che fanno una birra eccezionale... ma, come ho già detto, sul posto di norma non vendono al dettaglio, consegnano solo la merce ai grossisti). Cicchiamo la Brasserie de Caracole, una birreria artigianale famosa in loco, per un’incongruenza dell’orario scritto sul loro sito (h. 13-19 tutti i giorni) rispetto all’orario reale (invece apriva alle 15...). Piuttosto bruttina da fuori, e disordinata, sporca, non penso che abbiamo perso molto. Non la consiglierei, anche se forse la birra sarà buona (ma ce ne sono talmente tante di buone...). Siamo di nuovo nella campagna del nostro B&B. Le Ardenne sono una zona avara di locali discreti e su Internet non avevo trovato niente che mi convincesse. Alla sera, visto che il pranzo l’avevamo fatto al sacco e che avevamo voglia di qualcosa di caldo e di particolare, chiediamo dunque consiglio al nostro B&B, che ci suggerisce questo ristorante, in un villaggio favoloso, Rendeux, a 3 km. di distanza, dopo aver visitato un altro paesino molto bello lì vicino, Durbuy. Sempre in mezzo alla foresta, saranno venti casette delle ochette, di mattoni stampati e/o di pietra grigia, che hanno fiori (gerani e campanule in particolare) che si gonfiano ovunque. Un colpo d’occhio magnifico! Roba da star fermi lì mezz’ora a rimirare e basta. Ma gavèmo fame... Anche la sala del ristorante è bellissima, tutta di legno, all’interno di una pluricentenaria casa di pietra grigia, pieno di suppellettili appese, travoni di legno antico, crocicchi, un gran gusto, veramente. C’è anche un dehors, carino, con ghiaino ed ombrelloni di legno, e sempre fiori. Bagno stranamente micro, ma pulito. Pochi i tavoli occupati. Con mezza minerale la Marta rinuncia all’alcol, e io, dopo due giorni di birra, comincio a sentire la mancanza del vino, quindi mi faccio portare un calice di Chardonnay francese, non meglio identificato, che la cameriera, una biondina molto bellina, mi porta senza farmi vedere la bottiglia. Niente entrèe offerta: beh, ci restiamo un po’ male, mi pareva una consuetudine molto positiva di queste zone... Ci dividiamo due entrèes di un menu a due piatti da 25 euro a persona (escluso il bere). 1 - Zuppa di moules con vino bianco, cipolla, panna, chorizo. Abbondanti le cozze, strano l’accostamento con il chorizo, che non so cosa centri... Comunque, piatto molto buono, anche se non di particolare elaborazione. 2 – Carpaccio di tonno rosso, su una sfoglia di wafer salato ripiegata e ricoperta di sesamo, e contornato da misticanza. Bel piatto anche questo, ottimo, la mancanza dell’entrèe sembra compensata da una cucina fatta bene, seppure un po’ sparagnina nelle quantità. SEMBRA. Nel cestino del pane, la camerierina ci porta tre-fettine-tre di baguette, e devo quasi subito chiedere di raddoppiare. Siamo italiani. Purtroppo i secondi non sono per nulla all’altezza. 1 – Galletto al forno con salsa di fondo bruno agrodolce, cotto male, molto poco, in qualche punto accessibile, ma con difficoltà. Era ricoperto di rucola ed accompagnato da una ciotola di patate novelle, cotte anche queste al forno (niente di particolare). Peccato. 2 – Petto e coscia di piccione, che avrebbe dovuto essere rosè nel petto e ben cotto nella coscia, ma che invece risultava crudo ovunque. Solo che il petto era anche mangiabile, abbastanza tenero seppur crudo, le due coscette invece un disastro. Questo piatto era accompagnato da un purè di piselli e patate mescolati assieme. Contorni poco fantasiosi. Rinunciamo al dolce, non siamo molto soddisfatti. Quando la camerierina ci chiede “Ça va?” io gli rispondo “micca tanttobben...” e spiego i motivi. La bionda, invece di scusarsi, mi aggredisce sgridandomi, e dicendomi che avrei dovuto dirlo prima, così lei lo avrebbe rimandato in cucina... cosa difficile da farsi perché le parti appena mangiabili si alternavano con quelle disastrose... e quando ho realizzato la generalità di una situazione di “crudezza” il piatto era già mezzo rovinato... Comunque mi sarei aspettato un atteggiamento diverso, la ragazza ha da imparare. Conto totale di 60,70 euro, che la bionda mi ha messo sotto il naso senza fare una piega. In Italia, ad Ascoli per la precisione, il ristorante, di fronte ad una situazione simile (tagliata molto nervosa, difficile da tagliare appunto), ci ha tolto il costo del piatto e ci ha offerto da bere l’anicetta, scusandosi... Per il nervosismo accumulato, la mancanza della mise en bouche (che là è quasi una regola), i secondi molto insufficienti, il vino messo lì senza farmi vedere cos'è e da dove è venuto fuori, l'atteggiamento inadeguato della cameriera e un conto per nulla a buon mercato, si meriterebbe uno su cinque, ma... oggettivamente, le due entrèes parecchio buone, il servizio nei tempi giusti ed il bellissimo ambiente mi inducono a salire a uno e tre quarti, arrotondato per eccesso. Giornata un po’ grama, nemmeno questo lo posso consigliare.

2 commenti

Jud-Barbieri
05/09/2012
.....ogni tanto capita !!! ciao e .........Langhe !!!!
carolingio
05/09/2012
Langhe, Langhe... !!! (vedrai come berrai bene... ;) :wine: )
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