Recensione su Pomodoro e Basilico Vimercate
visitato da Zemian il 12.09.2012

Recensione su
Pomodoro e Basilico
Vimercate

Visitato il 12.09.2012
Buono
Scritta da Zemian
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 18.00
Coperti: 1
1 commenti
Considerato che da diverso tempo è nella (sconfinata) lista delle cose da fare, decido di far visita ad un fornitore con cui abbiamo appena iniziato un rapporto di lavoro. Per ora tutto fila liscio, l’azienda ci pare seria così come i suoi uomini… bene. L’appuntamento è a Vimercate, in una giornata tutta a toni di grigio: RAL 7000 il cielo, RAL 7042 l’asfalto, RAL 9007 le automobili con 4 anelli, RAL 7023 gl’innumerevoli capannoni in cemento a vista, grigio è il tailleur delle iperattive impiegate locali, grigio è il completo d’ordinanza dei solerti impiegati lombardi, grigia è la divisa dei finanzieri che incrocio nel tragitto… Il poco che ho visto di Vimercate mi riporta ad altri anonimi paesi nelle vicinanze: tutto secondo copione, case e cantieri (molti semiabbandonati, ahimè) che si accatastano gli uni agli altri, diffusa architettura per il mio gusto decisamente discutibile, piano regolatore che definire garibaldino è un sottile eufemismo…. Tra le cose piacevoli che ho notato il ponte San Rocco, veramente una perla in un negozio di bigiotteria cinese di ultima categoria. Già nei gg. scorsi il mio interlocutore ha insistito perché mi fermassi a pranzo… lo accontento con piacere perché è un ragazzo con cui è piacevole intrattenersi e perché a tavola si combinano sempre i migliori affari. Aperitivo di rito in un bar vicino al ristorante condito da discussioni (non noiose) su materiali, termini di pagamento, concorrenza, ecc. ecc. Un cenno sul beveraggio… prosecchino dolcinino lòfino ed uno sull’accompagnamento… pezzi di filone di pane ultragommosi mod. Big-Babol con formaggio indefinito e salume con l’aspetto di un crudo ed il sapore di un lonzino (?...non ho approfondito). Probabilmente gli aperitivi non sono la specialità della casa… Ci dirigiamo quindi nel vicino ristorante ed entriamo, nonostante il locale sia pressoché vuoto (ricordo un paio di altri tavoli oltre al nostro) veniamo fatti accomodare da un raga (bèla raga…) in un tavolino da 2: un po’ piccolino… tanto che nel sedersi io ed il mio fornitore oramai ci baciamo (vedi? Hanno ragione gli strateghi del marketing evoluto… bisogna entrare nella sfera della confidenza fornitore/cliente… se lo bacio appassionatamente divento un mago del marketing!). Mi guardo un po’ attorno… posto abbastanza grande… sedie, tovaglie e tovaglioli sono un’alternanza di vivi colori rossi e verdi in contrasto, parquet in laminato color teak, alle pareti colori accesi con predominanza di giallo ed in alcuni punti dei fiori dipinti, bagno e bancone 80’s style… insomma, per il mio gusto un’accozzaglia di stili e colori assolutamente improbabile. Il menù è già sul tavolo, l’elenco delle preparazioni è talmente lungo che non l’ho nemmeno letto tutto (saranno oltre 200)… carne, pesce, pizze, risotti, zuppe, cartocci, insalate, e chi più ne ha più ne metta declinati in molteplici varianti… bròt ségn… possibile che il Prof. Ernesto Bignami non sia mai passato da queste parti? E dire che non era distante… Come sempre faccio quando sono in trasferta accompagnato da indigeni, faccio scegliere il mio commensale che conosce l’articolo e frequenta il locale; entrambi sappiamo che è un veloce pranzo di lavoro quindi non dobbiamo fare un nozze (pranzo di lavoro diverso da cena di lavoro dove le briglie sono abbondantemente sciolte ed i cavalli corrono felici…). Intanto che mi spiega che la specialità della casa è il “cartoccio”, alla ragazza sveglia & spigliata che prontamente arriva ordina una mezza boccia di vino ed un cartoccio Salah (già la porzione è commisurata per 2 persone). Il vino è uno Chardonnay Grecanico siciliano… non aggiungo altri dettagli perché piuttosto lòfi. Gl’ingredienti del cartoccio Salah sono: pasta da pizza, linguine ai frutti di mare, scampi, polpa di granchio, gamberi, pomodoro fresco e basilico. Dopo una breve attesa arriva la sorridente, smilza & tatuata ragazza di cui prima (ha un bel modo di fare, piuttosto solare in contrasto con il grigio plumbeo del cielo) con un carrello con sopra il cartoccio, piatti e ferri del mestiere (saldatrice esclusa). Si presenta in una teglia di ceramica ovale a bordi alti tipo pirofila completamente avvolto dalla pasta da pizza, fate conto di vedere un megafocaccione: prontamente la cameriera, con consumata maestria, taglia la pasta che copre il tutto, divide, fa le porzioni ed impiatta direttamente sul carrello… un po’ come si usa in certi ristoranti con la fiorentina piuttosto che con i pesci… sicuramente meno nobile ma curioso. La porzione è abbondantissima (bene bene…), solo di linguine saranno 180 g a cranio: immaginate il tutto con i frutti di mare, crostacei, pasta da pizza che razza di sgnoffola avete sotto la Vs. canappia! La mia canappia però non da segni di vita, o meglio: non spicca l’odore di pesce, l’unico chiaramente distinguibile è quello del pomodoro. Quest’abitudine di annusare i piatti me la porto dietro da sempre e sempre da sempre (che bello usare sempre SEMPRE, caro Sempronio) mi costava un scupazòn (amichevole, s’intende) da parte di mio padre che mi faceva regolarmente snasare sulla pietanza… con conseguente ilarità del tavolo. Da notare che anche oggi accade, quando mi coglie impreparato… Prima di passare all’assaggio noto che la polpa di granchio descritta nel menù altro non è che surimi o surini che dir si voglia: presente in grande quantità nel piatto, i pezzi sono per la maggior parte srotolati tipo rotoli di carta igienica in mano al Monèlo (forse il calore tende a disunirli? Mah…)… decisamente pollice verso. Le linguine sono cotte a puntino, di buona doga e consistenza (le preferisco così, un po’ ciunte in luogo di quelle muffine che sembra di mangiare delle ragnatele), il condimento non ha saporacci od altro tuttavia sa di poco… seppia, vongola, cozza, scampo, gambero, surimi hanno tutti lo stesso (poco) sapore o quasi, tipico della roba surgelata standard. Una piccola parentesi sul pesce surgelato: non mi sento di condannarlo tout court in quanto in commercio c’è anche pesce surgelato di ottima qualità e pezzatura (magari non acquistabile nella grande distribuzione) e che a volte fa la sua pesce porco (bodianus scrofa) figura. Va poi da sè che ricercare e scegliere il ristorante con pesce fresco è assolutamente normale… mi fanno comunque sorridere quegli avventori (tipicamente zemiani o petroniani in trasferta, non me ne vogliate) che a Cervia chiedono dei gamberi carabineros da mezzo kg l’uno (grossi come un mio braccio) “ma mi raccomando, pescati stamattina alle 4.18 qui in spiaggia al bagno 71…”. Tornando alle linguine, avvicinandomi per strati (è una vera montagna) alla pasta della pizza (che ora fa da letto alle linguine) si fanno via via più saporite ma più unte… gli ultimi 2 piani della Torre di Babele non li affronto, sono già sazio e la sottostante pasta della pizza bella giétta (questa volta vi aiuto: molto unta) che incorpora linguine und frutti di mare si presenta decisamente aggressiva, non la posso affrontare. L’Amico Cerase non si fa scrupoli e disintegra tutto (da notare che quando io ero al penultimo piano lui era già li che spazzava le cantine…), caffè di rito e siamo a posto. Mah… per come ho inquadrato questo posto lo vedo più da compagnie di giovanotti che vengono a sbaraccare mangiando in quantità e non spendendo delle fortune, tuttavia francamente è molto distante da ciò che personalmente ricerco. Già rispetto ad altri luoghi italiani questa pianura lombarda soffre di poca identità gastronomica, o quantomeno si è talmente dispersa che ora è veramente difficile ritrovarsela, ma se poi il tipo di locale standard offre delle preparazioni ultraglobal… la portiamo all’estinzione. E non parlo solamente di quest’esperienza, in passato tante e tante volte ho avuto la medesima impressione. Due cappelli d’incoraggiamento, il secondo strappato con la quantità monstre delle linguine e l’efficienza della cameriera. Ora andiamo, il “cielo grigio su foglie gialle giù” ha iniziato a bombardare con delle gocce che sembrano dei tortellini… e ci stiamo bagnando copiosamente il coppetto!

1 commenti

Zemian
18/09/2012
Mi ero dimenticato di aggiungere che nel (pressochè infinito) menù erano presenti anche diversi beveraggi tipo cocktail, ed anche insalatoni vari, taglieri, ecc... il tutto per completezza d'informazione. ;)
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