Recensione su La strada Vetto
visitato da Il.Mascetti il 08.09.2012

Recensione su
La strada
Vetto

Visitato il 08.09.2012
Consigliatissimo!!
Scritta da Il.Mascetti
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 20.00
Coperti: 1
2 commenti

 

PREMESSA

Ho segnalato questo Bar Trattoria e ne scrivo quindi la prima recensione sperando che, sedoveste mai passare da queste parti, vi vorrete fermare in questo bar e salutarmi l'Ivonne.

NARRAZIONE

Il Devis, noto cultore delle trattorie alla buona, quelle senza insegne e non riportate sulle guide, decide di tendere una trappola al Mascetti, che essendo trappolaio nato ci casca in pieno e si fa convincere ad andare a passare il sabato sera presso la magione di costui alla Gatta, frazione di Castelnovo ne' Monti dove il nulla regna incontrastato. La tattica adottata dal mio degno compare nonché fraterno amico, anche lui noto farabutto e lestofante, è stata studiata in maniera particolarmente subdola: mi ha infatti accennato ad un problema di cui doveva parlarmi in privato, isolati dal resto del mondo, davanti ad un buon bicchiere di whisky torbato comprato per l'occasione ("oh! a tò anca cumprè al Laphroaig selezsiòun Samaroli cat fà dvintér mat" mi dice il galantuomo), e un buon sigaro cubano (io me li fumo sorseggiando whisky e non Rhum e allora? qualcosa da dire?). Del tutto disinteressato al problema ventilatomi, ma molto attratto dal Samaroli inizio a dare segni di cedimento... e senza nemmeno fingere preoccupazione domando quale sia il programma per la cena; sul punto rimane vago dicendo che si può decidere al momento, parlandone insieme mentre togliamo lo zucchero cristallizzato e filtriamo e travasiamo il gineprino, il laurino ed il prospino(altra nefandezza di cui ha abusato per invogliarmi). "Ok va bene, ci vediamo più tardi nel pomeriggio. Viene anche la mia donna così se ceniamo fuori e si deve guidare ci pensa lei e se siamo troppo disintegrati per andare a letto con le nostre gambe ci aiuta lei". A lei il programma piace perchè assieme al Devis c'è sempre da ridere a crepapelle e poi anche lei gli vuole bene; se davvero ha un problema di cui vuole parlarmi è mio dovere di amico essergli accanto ed ascoltarlo. - "E se si beve il Samaroli io mi ci fiondo!" ... "Fai ribrezzo !" - "ma il Samaroli no!" Dopo un'oretta e venti di viaggio accompagnato da un'accesa discussione inerente la mia dubbia moralità arriviamo finalmente alla Gatta e quello che trovo è lì per lì molto sconfortante... Non ci sono liquorini da travasarefiltrareassaggiareimbottigliare, il mio amico sembra di ottimo umore e quindi non pare aver alcun problema ma sopratutto il Samaroli non c'è... mi guardo nervosamente attorno in modalità visiva tattica tipo Robocop/Terminator ma non c'è! Sono caduto in una dannata trappola. Il lurido parolaio almeno mi dice che la cena è già stata organizzata e ha dovuto inscenare tutta quella montatura perché se mi avesse raccontato la verità non ci sarei mai andato. Fortunatamente arriva presto ora di cena tra una chiacchiera e l'altra (e anche qualche fetta di salame contadino) e quindi si prende l'auto per dirigerci, dice lui, dall'Ivonne a La Strada, vicino a Vetto, luogo che alcuni credono non esistere nemmeno; pare infatti che nessuno ci sia mai stato, nessuno tranne gli abitanti di La Strada, vicino a Vetto. Un pò come il favoloso regno di Agarthi diciamo. Quando arriviamo lo scenario è desolante; avete presente "Il ragazzo di campagna" con Renato Pozzetto? Che abita a Borgo Tre Case, frazione di Borgo Dieci case? Ecco immaginate Borgo Tre Case in Appennino Reggiano e siamo lì. C'è un'insegna che indica la presenza di un bar e pare proprio che noi si vada li a cenare.

Bar Trattoria La Strada recita il cartello. Fuori, davanti all'ingresso ci sono già dei vecchietti che guardano la strada in attesa di qualche passante o di qualche auto su cui fare commenti, questi non hanno nemmeno il treno da guardare come nel film di Pozzetto eh! Quando passiamo noi stranieri, ma sopratutto la mia lei, si sente un pò di brusìo di sottofondo e anche un paio di bestemmie secche e volgari come piacciono a me. Il primo ambiente è esattamente come ve lo immaginereste: un semplice bar di una frazione in mezzo al niente, qualche amaro nazionale sopra agli scaffali, qualcosa d'importazione e anche qualche bel liquorino di produzione artigianale, la macchina dell'espresso e il sorriso vero e simpatico della titolare, la signora Ivonne, giunonica bionda sui 40-45 con un'ottava di reggiseno, la quale ci fa subito accomodare nella sala interna. Purtroppo non c'è nessuno perchè, ci dice la signora, a pranzo erano tutti al matrimonio di un paesano e quindi son tutti a letto ubriachi come dei tacchini hahahahaha. La saletta è semplice ed in apparenza (e di fatto) pulita. Essendo gli unici clienti ci domanda subito cosa vogliamo bere elencandoci i lambruschi a disposizione oltre al vino della casa (toscano sfuso). Con sorpresa tra i lambruschi ci sono anche l'Ottocento e il Pra' di Bosso; noi optiamo per quest'ultimo con soddisfazione. Le facciamo capire immediatamente che siamo lì per i tortelloni e la signora ci dice che quella sera avevano solo quelli verdi e quelli di patate dato che non aveva trovato la zucca buona per preparare questi ultimi. Questo dettaglio mi garba assai. Le chiediamo di portarci 3 bis di tortelloni (in questo caso 3 bis a cosa equivalgono?) e nell'attesa gnòc frét arzân con dal salùm. Arriva il vinello bello fresco e si inizia coi brindisi: "a chi ci odia e chi ci ama e chi non beve alla goccia è un figlio di ... mondana" e via discorrendo, insomma ci siamo capiti.

Giunge anche il nostro antipasto, gnocco a pasta alta, pezzi di piccole dimensioni come pare lo facciano da quelle parti, non troppo unto e davvero gustoso. I veri professionisti come me lo aprono e provvedono a colmare la parte cava interna dello gnocco con il parmigiano reggiano grattugiato, per poi arrotolare il tutto nel salume, nella fattispecie coppa! Ho ancora l'acquolina ... Finisce la prima bottiglia e se ne ordina immediatamente una seconda, sempre Pra' di Bosso! Termina anche l'antipasto, le chiacchiere si fanno più concitate e l'allegria si fa strada anche per me, consolatomi ormai per il raggiro subito. Arriva il primo vassoio di tortelloni misti e due scodellone piene di condimenti facoltativi; in una funghi porcini e nell'altra un invitante battuto... La pasta è spessa ed il colore è abbastanza chiaro, color paglia diciamo; le forme e le dimensioni dei tortelli sono tutte diverse e quindi la produzione è incontrovertibilmente artigianale; il ripieno dei tortelli verdi è prevalentemente di erbette ed è decisamente abbondante, eccellente!; il ripieno dei tortelli di patate è altrettanto copioso e si sente molto bene il sapore del soffritto; Squisiti! Son contento di esser stato abbindolato! Il Devis è un lavandino peggiore di me, che sono solo un imbuto a confronto; la signorina sembra più un cinghiale stavolta e grufola con gesti di apprezzamento per il pasto... i tortelli, benché abbondanti terminano alla svelta cara la mia Ivonne.. "Ivonne... portacene un altro vassoio per 3, di bis, come se fosse antani, e una porzione per 2 di tagliatelle ai porcini, sempre come se fosse antani!" L'Ivonne con quel bel sorriso rubicondo scappa subito in cucina a buttar giù la pasta nella marmitta. La seconda bottiglia è finita ed arriva anche la terza... stiamo assumendo anche noi le sembianze dei tacchini! Bis di Bis di tortelli per 3 come sopra; slacciamo le cinture signori, si vola! E tanto non stan più chiuse le cinture signori! La cinghialina grufola contenta nei suoi 47 kg (ma come diavolo fa? -_-') e anche lei partecipa attivamente alla spartizione di quei piccoli scrigni deliziosi e fumanti. E' il momento delle tagliatelle ai porcini; anche queste rigorosamente fatte a mano, o meglio tirate col mattarello date le porosità della sfoglia, imperfezioni della superficie della tagliatella verace indispensabili a trattenere meravigliosamente quel prodigioso sughetto trapelato dai funghi porcini freschi. A questo punto una mente sana capirebbe che è ora di finirla, ma non lui, non quel m a s c a l z o n e r i p u g n a n t e del Devis che ha l'ardire di ordinarsi anche la formaggella alla griglia avvolta nella pancetta. Lui ha detto che era spettacolare, e io mi fido. L'aspetto ad onor del vero era invitante "da bòun"! "Ivonne, ci porti tre caffè? Il mio me lo porti col Dietor per favore?". True Story... questo non necessita commenti giusto? Chiudiamo con grappe e amari offerti dalla casa. Ci volevano proprio un paio di brucia-budella per sturare il gargarozzo... 20 Euro a testa. Devis, ciarlatano giostraio (con rispetto per i ciarlatani) che non sei altro, grazie per avermi fatto fesso! Io dall'Ivonne ci torno, e voi? Cioè voi non ci siete stati, ci andate?    

2 commenti

Lisus
20/09/2012
An ghè dobi, mè a m'al ségn in quei da pruvèr a la svelta Grazie per la segnalazione
Il.Mascetti
20/09/2012
Noblesse oblige!
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