Per la serie "quando i ricordi d'infanzia ti travolgono prepotentemente"..domenica mattina uggiosa e pigra, io e il mio moroso abbiamo voglia di coccolarci con un pranzo dai sapori tradizionali senza andare troppo lontano, e soprattutto lasciandoci consigliare dai fedeli recensori di GustaModena, che ancora una volta mi hanno permesso di scoprire un posto favoloso, di queli che per fortuna esistono ancora.
Dopo una breve consultazione delle varie recensioni la scelta ricade su questo trattoria a Colombaro, da cui poi potremo spostarci dopo il pranzo,senza fare troppa strada, in direzione di Formigine, dove nel fine settimana si è tenuta una manifestazione a base di dolci e leccornie varie. Per sicurezza prenoto telefonicamente un tavolo per due un paio d'ore prima del nostro arrivo, e il proprietario in dialetto mi dice che non ci sono problemi, salutandomi con un caloroso " A se vdom dop' sgnora!" (chiedo venia per eventuali inesattezze nella trasposizione scritta della comune espressione dialettale).
Arriviamo verso l'una in questo locale che giàdall'esterno suscita in me il ricordo dei posti in cui andavo da piccola con i miei nonni, le trattorie di una volta dall'aspetto familiare, e quando entriamo l'impressione iniziale è ancor più confermata: tavoli apparecchiati in modo semplice e ordinato, occupati quasi per intero da grandi tavolate di famiglie, cuoche col grembiule che girando velocemente per la stanza riempiono piatti su piatti di tortellini provenienti da enormi zuppiere fumanti lasciando dietro di loro una scia odorosa di brodo e di carne lessa, profumo di frittelle che aleggia nell'aria..insomma, è davero facile lasciarsi conquistare fin dai primi attimi da un posto così, che anche nell'arredamento sembra essersi fermato agli anni della mia infanzia.
Consultiamo brevemente il menù ma giàsappiamo che cosa ordinare: abbiamo voglia di gnocco e tigelle in abbondanza, rinunciando ai primi che pure sembrano avere un ottimo aspetto osservando i tavoli accanto, da accompagnare semplicemente con prosciutto crudo e cotto, formaggi misti e marmellata. Chiediamo anche due bottiglie di acqua naturale e frizzante, e nell'attesa delle nostre portate ci viene offerto un piattino con dadini di mortadella, scaglie di parmigiano e ciccioli frolli, per la gioia del mio moroso che non li assaggiava da diverso tempo.
Poco dopo ci vengono portati il vassoio con gli affettati richiesti, un piatto con almeno tre tipi di formaggi di varia stagionatura, una ciotola di stracchino (ottimo, così come i formaggi e gli affettati) e una di marmellata di amarene fatta in casa davvero eccellente: giusto il tempo di assaggiare un pezzetto di formaggio che arrivano prima le tigelle e poi il gnocco fritto, avvolti da due tovaglioli  e caldi bollenti. Tigelle davvero squisite, non troppo piene di impasto e morbide all'interno, più croccanti all'esterno e cotte alla perfezione: gnocco invitante e morbido, in pezzi di media grandezza che scivolano giù con gran piacere. Forse per i miei gusti si sente un tantino troppo il gusto inconfondibile dello strutto usato per friggere come da tradizione, ma devo ammettere che anche se non mi entusiasma a livello gustativo ciò conferisce al gnocco una morbidezza e una fragranza uniche, rendendolo soprattutto poco unto, anche a giudicare dal poco residuo che abbiamo notato sul tovagliolo dopo aver (ovviamente!) svuotato il cestino.
Abbastanza sazi ed enormente soddisfatti ci facciamo portare giusto una piccola aggiunta di tigelle da gustare con la marmellata di amarene, e per finire in bellezza una porzione di crostata casalinga fatta con la stessa marmellata servita come accompagnamento per le tigelle (penso di essere uno dei rari casi di persona che si entusiasma nel sentire menzionare la crostata nell'elenco dei dolci di un ristorante), che naturalmente è eccezionale: pasta frolla friabile ma non secca e nemmeno troppo dolce, farcitura abbondante, una fetta enorme di torta che condivido con il mio moroso e che assaporo con grande gioia nonostante il pranzo non troppo leggero.
Due caffe per chiudere il pasto e un conto davvero ottimo se rapportato alla quantitàe alla qualitàdel cibo e al servizio assolutamente cordiale,preciso ed informale proposto dal locale: qualche piacevolissima  chiacchera finale alla cassa con il simpaticissimo gestore, che sempre in dialetto (prima però ci ha domandato se lo capivamo e/o lo parlavamo) ci ha detto che noi giovani dovremmo mangiare più tortellini e tortelloni, zamponi e cotechini per stare bene..lo salutiamo con la promessa di tornare presto ad assaggiare la loro pasta rigorosamente fatta in casa, e mentre usciamo penso di nuovo ai miei nonni..il loro anniversario di matrimonio si avvicina, sono ben 55 anni,e mi piacerebbe davvero che potessere festeggiarlo in un posto così, pieno di buoni piatti che sanno di casa e  di ricordi che sbucano fuori da ogni angolo. Davvero un bel pranzo della domenica!
ÂÂ
05/11/2012
cara Ilaria, condivido in pieno...e poi il PRANZO della DOMENICA..secondo me e' piu' bello che andare a cena... :clap: :clap: