Il locale è giàstato descritto e non c' è nulla da aggiungere. Non è certo di grandi dimensioni e, dunque, la prenotazione è d' obbligo.
Il cameriere, con modo simpatico, ci porta al nostro tavolo, sufficientemente ampio per noi tre, in una specie di nicchia vicino alla vetrina, cosicché siano un po' fuori dal passaggio dei camerieri.
Il menù viene recitato a voce (non c'è un supporto scritto, e questo è un peccato, perché non è facile una scelta meditata; ma se si ha l' accortezza di orecchiare la recita ad altri tavoli, ci si può preparare...) e dalla lista di specialitàscegliamo: tonnarelli alla gricia, tortelli di erbe e pasta con ceci e arzilla. Come secondo: involtini di verza, scamorza alla piastra e trippa alla romana.
Da bere, due bottiglie di acqua minerale e mezzo litro del vino della casa, rosso, che si rivelerà piacevole.
I tonnarelli sono molto abbondanti (caratteristica tipica dei primi piatti romani), cotti al punto giusto e saporiti di guanciale e pecorino, con abbondante dose di pepe (a parte, viene portato un cestino con peperoncini interi e un paio di forbici, ove si voglia aumentare il grado di piccantezza). Mia figlia apprezza i suoi tortelli, conditi con sugo di pomodoro, mia moglie apprezza la pasta con ceci e arzilla: un enorme piatto di ditalini in brodo di ceci e razza (di questo si tratta): il gusto del pesce ben si sposa con quello dei ceci.
Molto buona anche la trippa alla  romana: un sugo, non prevalente, al pomodoro, arricchito dal formaggio pecorino e alleggerito e rinfrescato dalla mentuccia; vengono apprezzati anche gli altri secondi.
Per pulirci la bocca, io e mia moglie ci dividiamo un piatto di puntarelle, condite con olio e alici: la verdura fresca e croccante, bene insaporita dal condimento, è quello che ci vuole dopo questo ricco pasto.
Un tiramisù diviso in tre è la degna conclusione di un pasto semplice, ma ottimo.
ÂÂ
12/11/2012
Bentornato :)