Giornata anomala rispetto agli orari di lavoro che mi permette di prendermela comoda.
Essendo abituato a ben altro bioritmo, sottovaluto le mie esigenze mangerecce mattutine e lungo la strada mi coglie la sindrome da voragine nello stomaco. Che fare? Tengo fede al programma che prevedeva una sosta ben più avanti o presto il fianco agli ancestrali richiami del mio stomaco?
Riesco a tenere la barra dritta sfilando i primi due posti tappa, ma nella mia mente s'insinua martellante il pensiero che di lì a poco incontrerò un forno, dove in tempi ormai remoti capitava di fermarsi. Mi dibatto fra me e me sul da farsi ed improvvisamente divento un estimatore di Oscar Wilde, pur non avendo mai letto per intero una sua opera.
"L'unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi" - Scriveva ... non so dove ...
Metto la freccia e mi fermo proprio davanti alla vetrina. Mentre scendo dall'auto mi travolgono i ricordi di una vita fa': i tempi dell'università, persone che non vedo da quasi vent'anni, quella volta che andai a recuperare alcuni amici che erano rimasti a secco di benzina con il Bulli beige del circolo proprio a poche centinaia di metri da lì ... Mentre la mia mente vaga su volti che ormai avranno lineamenti quasi irriconoscibili e sul traffico che quasi non esisteva, ho giàappoggiato la mano sulla maniglia della porta per entrare nel forno.
Il locale mi pare rimasto più o meno quello d'allora, di dimensioni modeste e con il bancone dove sono esposti pizzette, torte, brioches, stria, gnocco, ma anche companatico di varia provenienza ed ovviamente pane, panini e pagnotte a profusione.
Quando si cede alle tentazioni bisogna farlo per bene, così mi lascio sedurre dalle bolle rigonfie di un quadratino di stria sottile che mi rammenta la merenda delle scuole elementari e da un rettangolo di gnocco basso, di un bel giallo chiaro caldo, con tutti i buchini lasciati dai rebbi di una forchetta che s'intravedono sulla crosta superiore, come quello che comperavo nella bottega sotto casa e che poi passava la nonna a pagare.
Una delle due commesse me li avvolge in due pacchettini separati e me li porge con un sorriso, dicendomi: "Sono tre euro e venticinque".
...
... Aiuto ...
...
Quando la mia mano s'insinua nella tasca posteriore dei pantaloni, mi accorgo di essere senza portafoglio. Mi autoperquisisco ovunque con la tipica e stranita goffaggine che coglie chi si trova in imbarazzo. Cerco di abbozzare mentalmente qualche espediente per cavarmi d'impaccio, poi mi ricordo che detengo l'euro per il carrello della spesa e che nell'auto ho una moneta commemorativa da due euro che volevo regalare a mia figlia. Recupero tutti i nichelini in mio possesso, compresi i due centesimi sbucati inopinatamente dal nascondiglio del fazzoletto.
La signora mi rassicura con fare materno, dice di non preoccuparmi, che non fa niente, che le darò il denaro mancante quando ripasserò di lì. Con gentilezza estrema e con aria bonaria insiste a tal punto che cedo ed accetto i due fagottini, articolando tutte le mie scuse più sentite, assicurando (ed arrossendo) che sarei passato a saldare il conto al più presto.
Una volta in macchina, la preoccupazione è di un eventuale controllo delle forze dell'ordine, dato che la patente è rimasta nella giacca che indossavo ieri. Pazienza ... ormai è andata così e non ho il tempo per tornare a casa. Scarto le mie due tentazioni e pian piano, boccone dopo boccone, ritrovo il mio equilibrio psico-gastrico.
Il giudizio del palato si allinea soddisfatto all'impressione visiva ... Fragrantemente buone entrambe le focacce, sapido il gnocco, unto il giusto, più delicata e sorprendentemente morbida la stria.
A distanza di una settimana abbondante, mi fermo nuovamente per saldare il mio debito. Non c'è verso. La signora non accetta assolutamente i 25 centesimi che mancavano l'altra volta e mi sconta ulteriormente anche i 7 centesimi che eccedono la cifra tonda del conto odierno, con un sorriso ancor più radioso della settimana prima.
Stavolta provo io ad insistere, ma la signora è irremovibile, come il Bulli vent'anni fa' ... prima che tornassi con due litri di benzina dentro ad un flacone azzurro che fu di un ammorbidente ...
25/11/2012
bellissimo 7bis...la tua avventura e' dolcissima e piacevole, come un amarcord felliniana con la sceneggiatura di tonino guerra...con un pezzetto di gnocco e una striscia di stria hai nutrito l'anima di chi ti legge...e' questo che rende gustamodena unica, e tu hai contribuito a rendela speciale. :) :) :clap: :clap: