Cena dei Cinghiali, edizione 2012.
Con alcuni amici storici abbiamo da qualche anno istituito la tradizione della "Cena dei Cinghiali": tra il 22 e il 23 dicembre, dopo una preparazione meticolosa e infiniti giri di email, battezziamo un luogo che ci pare in grado di ospitare un gruppo di 6/7 cinghiali, ovviamente solo maschi, veramente difficili da gestire nel corso della serata. Le regole della serata di solito sono semplici: si mangia oltre le capacitàumane e si beve di conseguenza. Chi si ferma è perduto. Il gruppo tra l'altro è composto da alcuni noti personaggi della politica modenese, che solo per la serata abbandonano ogni remora di rispettabilitàe diventano peggiori di quanto si potrebbe immaginare vedendoli in pubblico.
Comunque. Dopo lunghe discussioni sulla scelta del locale, optiamo per un posto raggiungibile a piedi, dato che tutti teniamo alla patente. Si propone la "Trattoria di Via Ferrari", non ancora testata da nessuno ma che, tra passaparola e recensioni, si presenta bene. Prenotiamo.
Il locale è carino, stile moderno ma senza eccessi di fighettismo trendy. Con un lampo intuitivo niente male il tavolo che ci viene proposto è accanto all'entrata: a parte un paio di spifferi, la scelta è esatta. Noi non subiamo il chiacchericcio degli altri tavoli, ma soprattutto gli altri tavoli non subiscono noi 6.
Ci accoglie e ci segue poi per tutta la serata un cameriere giovanissimo, che chiameremo Frenci. Il ragazzo, nonostante la giovane età, non sbaglia un colpo: preciso e attento, il suo servizio è in crescita nell'arco della serata nonostante la stanchezza, Je dis BRAVO!
Frenci ci propone subito con sagacia un misto di antipasti della casa, che noi confermiamo con entusiasmo (e tanta fame), composto da 2 gratin di zucca, ottimi, 2 porzioni di calzagatti - di cui io non sono un grande fan ma rispettabili - e un vassoio di gnocco fritto con culaccia, leggero il gnocco e notevole la culaccia. Nel frattempo due bottiglie di labrusco grasparossa evaporano, o perchè rotte o perchè degnissime dei nostri bicchieri.
Arrivano poi i primi. Ne abbiamo ordinati 3, sincerandoci che non fossero serviti giànel piatto - pratica odiosa servire i bis/tris giàcomposti nei piatti - ma su vassoi. Si parte da tortelloni di zucca al ragù, poi tagliatelle al ragù e infine conchiglie all'intingolo, per un trionfo di pomodoro e tradizione, ma tant'è.
I tortelloni soffici, col ripieno delicato e il ragù ben dosato. Le tagliatelle decisamente filologiche alla tradizione, con una cottura appena eccessiva ma questo è parte del piatto nostrano. Le conchiglie, con il sugo di cacciattora molto saporito non sono forse il miglior piatto di sempre ma da provare. Unico neo: il pane è finito. Ma dopo un paio di solleciti cominciano ad arrivare a ritmo continuo cestini di tigelle, piacevolissime.
Ci rimane un po' di curiositàper i tortellini in brodo, specialitàdella casa e della suocera del gestore, ma dopo un confronto aperto decidiamo di passare ai secondi. La scelta è tra varie tipologie di carni, che, per non sbagliare, scegliamo quasi tutte secondo la logica - da vecchi amici - di condividere il più possibile. Prendiamo quindi 2 tagliate di angus - una blu e l'altra media - un filetto alla senape e un filetto lardellato al gorgonzola. Poi un cestino triplo di tigelle con un tagliere di affettati misti, il tutto ricoperto da una montagna di patate al forno, citando Tex Willer. Frenci ci accompagna in questo tragitto decisionale indirizzandoci e suggerendoci con tatto, ironia e senza tirarsi indietro da prese di posizione personali, cosa apprezzabilissima. Intanto anche la quarta bottiglia di lambrusco non è più tra noi. Pace all'anima sua.
Le tagliate di angus sono molto buone: la carne è di qualità, la cottura come da richiesta. Veramente speciale il filetto al gorgonzola, peccato ce ne fosse rimasto solo uno perchè ne avremmo volentieri presi un pallet intero. Quello alla senape buono ma non eccelso, forse perchè la senape non è cotta con la carne ma spalmata sopra dopo, creando un contrasto un po' difficile.
Niente da dire su tigelle, affettati e patate: nessuno di loro ha visto l'alba del giorno dopo.
Guidati ancora da Frenci e sulle note del rinomato coro "DOLCE-CAFFE' NOCINO!!!" ci avviciniamo alla fine: Frenci ci porta, insieme alla quinta bottiglia, un vassoio di coppe di mascarpone, decorate e servite con un rimando degnissimo di nota, e un piatto di torte della casa, permettendoci così di creare il matrimonio perfetto tra mascarpone e torta barozzi o simili, con relativa goduria sensoriale. Ottimo.
Si chiude, appunto, con caffè e Nocino, e poi ovviamente col giro della casa (altro coro), che si concretizza in grappe varie.
La spesa è quella di cui sopra, e ovviamente nessuno ha nulla da ridire, ci mancherebbe. Si era pronti ad almeno un deca in più.
In conclusione: Cena ottima, porzioni non esagerate ma per un ristorante cittadino degne di rispetto, servizio come detto preciso e attento e ottima gestione della serata. Bene Bravi Bis! Si torneràsicuramente per un pranzo o una cena a due.
23/12/2012
benvenuto su gm Fabio! :)