Recensione su Osteria Giulietta e Romeo Verona
visitato da carolingio il 23.12.2012

Recensione su
Osteria Giulietta e Romeo
Verona

Visitato il 23.12.2012
Consigliatissimo!!
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 21.50
Coperti: 1
6 commenti

Che bella Verona di notte, con le luminarie artistiche e il freddo pungente che ti attanaglia il naso, che nemmeno il profumo caldo ed avvolgente dei bomboloni riesce a sciogliere. Poi, a rendere la cosa più piacevole e ad elettrizzare il falchèto, ci si mette anche la corista della nostra nidiata, che ci invita ad un appuntamento sotto la bianca stella di Natale, che ad ogni inverno, da trent’anni a questa parte, viene allestita e sbuca fuori dall’Arena, con un arco alto una settantina di metri, per atterrare in Piazza Brà.

L’osteria è in corso S.Anastasia, in centrissimo, tra la cattedrale e Piazza Erbe, ed è un locale semplice, con tre sale non tanto grandi, su tre livelli diversi collegati da due scalette, muri giallo paglierino e tanta gente giovane. Finiamo lì, perché il coro di mia figlia Elisa si esibisce prima sotto la stella, poi in via Mazzini, il passeggio principale di Verona, quindi nel cortile Mercato Vecchio, dove ci sono i mercatini, sotto la Scala della Ragione, dove un portale gotico taglia a metà una trifora di epoca precedente, con uno stridore che molti non sentono, abituati all’antico “sempre bello”. E la Scala della Ragione è a un tiro di schioppo da Piazza Erbe e da corso S.Anastasia.

C’è un menu “veronese”, che ha cinque sei primi ed altrettanti secondi, per 17 euro, bevande escluse, centrato molto sulla carne di cavallo e di asino, credo per via della presenza di una rinomata macelleria di carne equina lì vicino alla cattedrale. Poi un altro menu, chiamiamolo “non veronese”, sempre a 17 euro, prezzo fisso, con altri piatti. Scegliamo il “veronese” e, di primo, entrambi ci facciamo portare bigoli co la sardèla. Di secondo la Marta ordina una tartare di cavallo, io… non riesco… non riesco più… Nel mio lento, lentissimo, trasbordare verso un’alimentazione non animale, non riesco più a mangiare carne di cavallo o di asino.

Sotto la stella, negli arcovoli dell’Arena, adesso c’è la mostra dei presepi. Mia zia Anna, che se ne è andata poco tempo fa a 97 anni, quando ero piccolo, ogni anno mi portava, rigorosamente a piedi, in giro per tutte le chiese di Verona a vedere i presepi. Mi torna in mente sta cosa, mentre ascolto l’Elisa che, con i suoi amici, canta “Tu scendi dalle stelle” e mi rimbalza l’immagine dell’asinello. Prima o poi, forse anche quella del bue… chissà… e tutti gli altri animali…

Bogoni. Polenta e bogoni ordino io, stasera va così. Da bere, per me un calice di Valpolicella Ripasso Sartori, per la moglie un calice di Soave non identificato, per entrambi una bottiglia di S.Pellegrino frizzante. Il mio calice è ottimo, profumatissimo. Sartori, già presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, raccoglie uve anche di contadini della mia collina, quasi come una cantina sociale. Il Soave della Marta risulta invece poco significativo, un po’ scialbo seppur bevibile, cantina non indicata, ma io l’avevo avvisata. In tavola un cestino di pane normale, due mantovanine, un panino all’olio.

Bellissima l’idea di mettersi a cantare in piazza e per le strade di Verona, vicino a srilankesi che lanciano con l'elastico paracadutini viola per aria nel cielo nero, invitandoti a comprarli, e alle statue umane, che vidi per la prima volta a Parigi e a Londra una quindicina di anni fa. Vicino all'ala dell'Arena c’era un’improbabile statua bianca della libertà, con annesso piattino per i soldi sotto, raggiunta poco dopo da una “mummia” coperta d’oro, tanto per restare in tema di mummie… :) I nostri coristi, in cambio della loro performance, vogliono invece solo un pensiero, scritto su un quadernone posto su un leggìo davanti a loro… una sorta di condivisione… mi è piaciuto.

I bigoli erano due piattoni abbondanti con un sugo molto buono, a base d’acciughe, uvetta passa e pinoli. La pasta era industriale e precotta (è arrivata in cinque minuti), ma era precotta bene, perfetta di cottura. I miei bogoni buoni, senza eccellere, cucinati con un bel po’ di pomodoro. Per la cronaca ne ho trovato uno di plastificato, non so come e perché. Polentina molla, normale. La tartare era molto buona anche quella, a detta di mia moglie, seppur non tagliata a coltello, senza però un minimo di verdurine, nemmeno come guarnizione.

Servizio veloce, attento e… privo di sorrisi. Bagni belli e puliti. Il giudizio complessivo sarebbe da tre e mezzo, ma lo arrotondo a quattro per un conto onestissimo di 43 euro (non fanno pagare il coperto, anche se l’acqua costa 3 euro e i calici pure… ma siamo in pieno centro storico di Verona…) e poi perché è Natale  :)

Tanti auguri a tutti   :) 

 

6 commenti

Reginalulu
24/12/2012
Tantissimi Auguri anche a te Carol ! :) :cheers:
Zemian
24/12/2012
La domanda del veronesignorante arriva puntuale... cosa sono i bogoni? :mmm: Ehm... troppo facile chiederlo al Sig. Google... meglio sentirlo da un indigeno. :chuckle:
tata
24/12/2012
Con nostro immenso dispiaere, questo e' stato il primo anno che non siamo venuti a verona il sabato prima di Natale.Era una bella tradizione, ma non sempre si puo' fare come si vuole....Saluta la grande stella da parte nostra....e speriamo in un anno migliore...grazie per il racconto...mi sembrava di essere con voi..Buon Natale
PIPPI
24/12/2012
romeo e giulietta a verona... non si poteva ciamare diversamente un locale da quelle parti. buon natale carol e anche io voglio info sui bogoni
carolingio
24/12/2012
I bogoni sono le lumache. E' una parola germanica-cimbra ("bogòn-snèkan"), poi rimasta nel dialetto come bogòn - plurale bogòni. La zona privilegiata di coltivazione è l'alta Lessinia est, appunto dove vivono ancora minoranze cimbre - celtiche. A S.Andrea di Badia Calavena, in corrispondenza della ricorrenza che è il 30 novembre, all'ultima domenica di novembre o alla prima di dicembre, si svolge la Festa dei Bogoni, un mercato di paese, vecchio di 800 anni circa, dove vengono vendute anche altre cose. Per tradizione, un tempo i bogoni venivano venduti alla mattina prestissimo, prima del sorgere del sole, perchè erano il cibo dei poveri e questi volevano evitare di doverci pagare le tasse. Dicembre è il mese migliore per mangiare i bogoni. C'è un vecchio ritornello dalle nostre parti, che mi hanno insegnato i miei genitori da piccolissimo...: "Bogo-bogonèla... tira fora i corni... se no te meto in padèla... ti e tò sorèla..." :) Zemian, mejo de gùggol! :) Ciao Luisa, augurissimi anche al tuo meraviglioso picolìn :) Stella salu-Tata! :) Romeo e Giulietta... pieno di coppiette giovani (come noi ;) )
Zemian
26/12/2012
'boia... che servissio! :-). Di sicuro su gugol non trovavo tutta questa roba... :clap: ... Un'ulteriore riprova che il cibo è anche cultura (e póo a's magna ánc!) :lol:
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