Recensione su La Barchetta Campogalliano
visitato da carolingio il 26.02.2013

Recensione su
La Barchetta
Campogalliano

Visitato il 26.02.2013
Consigliato!
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 22.50
Coperti: 1
18 commenti

Cominciano a svegliarmi i cinguettii sul tetto, la mattina presto. E come succede quasi sempre, quando arriva questo anniversario, sento anch’io i primi sbuffi di aria di primavera e quindi mi metto più leggero, anche se, per la verità, sotto il sole dell’Emilia trovo ancora parecchia neve e tre gradi meno che al nord.

Festeggiamo il nostro quarantesimo compleanno, cioè quarant’anni da quando ci siamo conosciuti… trentanove da quando si sta insieme a tutti gli effetti… e una dozzina e mezza di anni di più per il mio genetliaco (cerco di confondere un po’ con i numeri…). Il giorno coincide, stranezze della vita… stavolta convalidiamo la ricorrenza con 24 ore di anticipo per via degli impegni di lavoro. Dobbiamo recuperare un po’ di nocini dalle parti di Maranello e dunque decidiamo di fermarci anche a provare questo posto, cui da tanto tempo puntavo per quanto avevo letto.

Lo stomaco è vuoto, ma cerco di superare quel senso di nausea che mi pervade da un po’ anche a stomaco vuoto, e che lunedì ha toccato il culmine quando, all’ultimo minuto, ho ceduto e sono andato a votare. Due schede: un voto per un ulteriore tentativo di fiducia e un voto arrabbiato per dire quello che non va. Perché questa brutta sensazione passi del tutto occorrerà che queste due componenti combinino qualcosa assieme. Stiamo a vedere e aspettiamo…

Devo dire che l’immagine esterna del locale non mi ha aiutato molto a far passare il disagio. Casetta anni 50, isolata in mezzo ai campi innevati, con dietro l’orripilante (per me) tubolare di cemento della ferrovia. Dipinta con un improbabile verde pisello, ha marmetti fini attorno alle finestre e tapparelle vecchie color arancio scuro. Direi non proprio bella. Dentro non è tanto tanto meglio, mi si perdoni, ambiente rustico, andante. E’ martedì mezzogiorno, ma il locale è quasi pieno, con un certo chiacchiericcio; noto parecchi single maschi, probabilmente in pausa lavoro.

Il cameriere, appena seduti, ci versa gentilmente due flutes di prosecco… trevigiano mi dice, non mi ricordo se Omomoro o Omomorto, la bottiglia l’ha portata via subito. Offerta apprezzabile ed apprezzabile anche il vino. Non era il top, ma era comunque buono. Poi chiediamo una bottiglia di minerale gasata, un calice di sangiovese superiore e un calice di lambrusco grasparossa. Non ricordo le cantine scritte sulla carta vini – peraltro abbastanza ben fornita – e non ci hanno fatto vedere le bottiglie. Ho sentito lo SS-TOCC del tappo stappato nella zona bar (fuori dalla nostra vista) un attimo prima di ricevere i calici; le bottiglie sarebbe meglio stapparle davanti agli avventori, ma siamo in una trattoria ruspante, quindi va bene anche così. Buoni entrambi i vini: ben profumato il sangiovese, migliore del lambrusco che però era ghiacciato… secondo me va servito un po’ meno freddo, ho dovuto aspettare parecchio prima di poterlo bere e di sentirne in parte l’aroma e il boccato.

In tavola, pane nero e cornetti di tipo ferrarese, niente di particolarmente ricercato, ma ugualmente entrambi buoni.

Di primo prendiamo un piatto di spaghetti al torchio con guanciale, cipolla e pecorino, e un piatto di orecchiette con melanzane, zucchine, olive nere, scaglie di ricotta salata (“leggermente piccanti” stava scritto sul menu), che poi ci dividiamo, io e mia moglie.

Gli spaghetti sono arrivati dopo sei - sette minuti ed erano evidentemente precotti, perché non si possono cuocere in così poco tempo, di quel diametro e al torchio. Erano al limite, quasi oltre il tempo di cottura, abbastanza buoni nel complesso, però un po’ “slacquarissi” e all’esterno leggermente molli, non si sentiva il pecorino e il guanciale era distante qualitativamente da quello che avevo mangiato nel Lazio lo scorso anno.

Le orecchiette ugualmente abbastanza buone, ma gli zucchini non c’erano (forse erano tritati, ma noi non li abbiamo visti) e il “leggero piccante” non si sentiva proprio. Anch’esse precotte, le orecchiette sono arrivate circa tre minuti dopo gli spaghetti… non ci mettono così poco a cuocere.

Non siamo una gran tavolata, siamo in due. Sarebbe stato preferibile portare in tavola i due piatti assieme. Sono piccole attenzioni, che rendono il pasto più piacevole.

Come secondo ordiniamo un piatto di faraona, mi sembra cotta al forno, e una “barchetta” di insalata di molesini con larghe scaglie di grana, aceto balsamico e guanciale ancora. La faraona aveva un intenso sapore di cortile, di volatile ruspante, come dalle mie parti non si sente spesso… mi ha fatto venire in mente quando, da piccolo, andavo a mangiare in campagna, in una corte dagli zii di mia mamma nella provincia di Mantova. Stoppo subito ricordi che ricominciano ad affollare la mia mente.

Abbondante in quantità (ne abbiamo mangiato in due), tenera e gustosa, la faraona era però un piatto un po’ scarno, anche come presentazione, e costava 14 euro. Forse, ma è solo una mia personalissima impressione, o un suggerimento (chiamiamolo così), sarebbe stato meglio togliere un po’ di faraona, un paio di euro e aggiungere qualche guarnizione di verdura per arricchire il piatto. Ma posso capire che, tra gli avventori, c’è anche chi preferisce ingozzarsi in quantità.

La barchetta d’insalata costava 6 euro, buona, con tanti molesini (ma al supermercato una quantità così non costa neanche mezzo euro), ben mangiabile. Il guanciale però, quattro cinque fette fine fine, sembrava pancetta arrotolata seccata al forno… anche qui forse siamo stati condizionati dal guanciale mangiato in centro Italia, ben diverso.

Niente dolce, siamo a posto. Il cameriere/proprietario mi chiede se desidero un nocino, che accetto volentieri. Le Streghe, ottimo secondo me. 45 euro il conto finale, onesto nel complesso perché ci abbiamo mangiato in due. Il servizio è stato celere e gentile, seppur un po’ sbadato nei frangenti segnalati.

Mi trovo, come sempre, in difficoltà ad assegnare una valutazione complessiva. E’ un po’ superiore ai tre, ma, complice anche la severità di mia moglie, che in questo giorno particolare devo senz’altro tenere in considerazione, non raggiunge i quattro.

Usciamo in mezzo alla neve, che si scioglie al sole formando piccoli rigagnoli risplendenti sull’asfalto, giusto il tempo di sbagliare strada e di intravedere la Secchia lì vicino. Ivano Fossati scandisce all’autoradio, con la sua voce roca e sillabata, “io so soltanto che con te ho aspettato… qualche cosa che non è arrivato…”. Mi gusto l’amara, un po’ triste, canzone, che peraltro rispecchia bene la situazione contingente.

“Ma la casa del serpente ha i suoi colori, il sole ne sta fuori, non sfiora la fragilità di chi fa della paura una sua serenità…”

E’ una circostanza che spesso si generalizza e si evidenzia in parecchie situazioni diverse, ben oltre il rapporto a due tra maschio e femmina, molto più di quanto non si pensi.

“Io so soltanto che con te ho aspettato… qualche cosa che non è arrivato…”

 

18 commenti

lukeforever
27/02/2013
Complimenti x la rece, x i 40 anni insieme, mi sei solo caduto sull'articolo... nn la secchia, ma il secchia! :chuckle:
joy
27/02/2013
Peccato per il pasto non all'altezza della ricorrenza :(
Reginalulu
27/02/2013
Buon compleanno e buon anniversario ! :cheers:
d.d.
27/02/2013
Buon comple-anniversario anche da parte mia :cheers: :cake: :cheers:
gi
27/02/2013
anche da parte mia ! :) :cake: :cheers:
tata
27/02/2013
buon compleanno e buon anniversario :cake: :cake: :)
Opera02
27/02/2013
Complimenti x i 40 anni con sua moglie. Veramente un bel traguardo. Io sono a 34 e ne sono felicissimo. Complimenti anche per il suo scrivere. Complice anche la canzone di Fossati, ha reso tantissimo la situazione reale. grazie
Zemian
28/02/2013
Quante cose che si fanno in quarant'anni di convivenza (o connivenza, secondo i punti di vista ;))... quante esperienze, quanti momenti da ricordare assieme pigramente adagiati su quel divano (sfondato) ricoperto da un'improbabile ciniglia arancione...:-) Quindi buon compleanno e complimentoni, 40 anni assieme sono una bella prova di democrazia domestica... anche io, per effetto di un metabolismo comportamentale accelerato ( :super: :mmm: :super:), li ho superati di slancio... e gli effetti si vedono. :chuckle:
carolingio
28/02/2013
Grazie a tutti per gli auguri e i complimenti :). Luke, grazie anche per il simpatico commento :) In effetti ho un certo allenamento... perchè da piccolo sono caduto veramente più volte nella secchia :) Fino ai miei tre anni e mezzo, in casa avevamo solo un cessetto sul poggiolo e niente vasca da bagno, così io facevo il bagnetto in una grossa secchia di alluminio che noi chiamiamo "brenta" (come il fiume, anche in Veneto). Mia mamma metteva un pentolone di acqua sulla stufa a bollire e poi la mescolava con l'acqua fredda. Era la stessa brenta dove poi lei lavava i vestiti su un'asse di legno appoggiata sopra. Io ero tentato di scrivere il Secchia (cioè il fiume Secchia), ma poi ho letto da qualche parte che si dice anche la Secchia, anzi, su questo link http://nuke.catfishingitalia.it/LinkClick.aspx?fileticket=W%2Bj6OOQJr%2Fs%3D&tabid=481&mid=1533 si legge addirittura che è "IL Secchia per i reggiani" e "LA Secchia per i modenesi" (boh?). Tra l'altro anche il Brenta (fiume) in dialetto veneto tra Vicenza e Padova si dice "La Brenta". :) Joy, non abbiamo mangiato male, è stato un pranzo discreto nel complesso. La questione è che quando si hanno certe aspettative positive, e poi si nota uno scivolone su alcune cose importanti come (per me italiano) la cottura della pasta o come (per me veneto) la temperatura del vino, allora si percepisce una delusione maggiore.
LBC
28/02/2013
Anche Buon Anniversario, oltre che Buon Compleanno!! :) Mi dispiace che non sia stato all'altezza delle aspettative, soprattutto viste le ricorrenze... :( In effetti ci sono andata sempre di sabato o domenica, probabile che durante la settimana il servizio sia molto piu' "base", soprattutto a pranzo...
Heinrich-von-Trotta
28/02/2013
Caro, lingio! Questo fu un luogo storico, ora riesumato da alcune gestioni di ristoratori. Qui si mangiavano le migliori lasagne del circondario. E non dovevi neppure chiedere il menu perchè era uno solamente: quello che la moglie del passatore aveva preparato. Erano altri tempi, ben oltre un trentennio fa... Spero avrai avuto l'ardire di arrivare (pochi passi) al Ponte della Barchetta (ex passo Barchetta)... Quando io frequentavo questo luogo c'erano barche in cemento ricoperte con assi di legno che permettevano il passaggio salvo livelli d'acqua proibitivi. Nulla di tutto ciò, in quanto a genuina ed aristocratica spartanità, potrà mai coincidere con quanto da te trovato! Rebus sic stantibus...
johnnybazoo
28/02/2013
Auguri anche da parte mia, in ritardissimo come al solito
7bis
28/02/2013
La vita comincia a quarant'anni !!! :lol: ... O no ??? :mmm: Nel modenese, in dialetto diciamo la Se[c]cia, al femminile, ma qui sono tentato di chiedere anche il supporto e l'aiuto di Zemian per la destra orografica e di Testapelata per la rive gauche per una conferma, prima di procedere ad interpellare Andrea Barbi ... Non si tratta di par condicio post-elettorale, altrimenti si dovrebbe citare anche il canto dei grilli là sui monti ... ;) Dalle persone che vivono sulle sue sponde a nord di Padova, almeno fino a Fontaniva, ho sempre sentito chiamare al maschile il Brenta, o semplicemente Brenta senza l'articolo determinativo in dialetto ... Forse però queste considerazioni antropologiche, idrografiche e semantiche sono off topic ... :sisi: Cerco di recuperare immediatamente esprimendo il mio apprezzamento per il nocino Le Streghe :yes:
carolingio
01/03/2013
Grazie anche a chi si è aggiunto. Heinrich, proprio sbagliando strada sono andato addosso al ponte della Barchetta (il navigatore me lo dava come attraversabile in macchina) ma non sapevo della sua storia (e neanche del suo nome, l'ho visto ora). Numerobis, in Trentino lo chiamano senz'altro il Brenta, però man mano che si scende verso la pianura veneta assume sempre più il nome femminile (ho letto che c'è la Brenta vecchia, quela nova, la Brenta superiore ecc.), ma non è escluso che qulcuno lo chiami al maschile. Facciamo così, come con la/il Secchia: si può dire in entrambi i modi, così abbiamo risolto :)
Zemian
01/03/2013
Sempre off topic (ma terribilmente interessante :-)) provo a dare il mio contributo sullo spunto di 7bis in quanto appartenente alla destra orografica. Storicamente per i reggiani è "Il Secchia" per i modenesi "La Secchia". Curiosamente, però, nel mio dialetto è "Al Sècia" ed in molti posti della bassa idem... per la cronaca nel Prignano più volte l'ho sentito/a nominare "La Sècia". Ciò non costituisce assolutamente eccezione, in quanto la ns. provincia è divisa in ben 5 macroaree dialettali (modenese di città, carpigiano, mirandolese, frignanese e bolognese) all'interno delle quali vi sono numerose aree e microaree... ma questo discorso appassionante :inlove: è meglio continuarlo davanti ad una cassa di lambrusco. :cheers:
7bis
01/03/2013
Attendiamo anche l'off topic dalla rive gauche e poi ... :jump: in d'l'acqua !!!
lukeforever
01/03/2013
Cmq se ci riferiamo ai fiumi solo a quelli in dialetto nn si mette l'articolo panera o secia qual si voglia!Se invece parliamo di contenitore d'acqua allora la secia ci sta'. x quando riguarda i dialetti, direi che ben piu' di 5 sono le aree, ogni comune ha la sua spigolatura dialettale!
Lisus
01/03/2013
Al Sècia anc a Campgaian. Sono stata alla Barchetta un tre mesi fa, e devo dire che concordo coi cappelli dati da Carolingio, un po' in calo a mio parere rispetto a qualche anno fa. La cotoletta è stata una delusione: a parte il fatto che su 3 che sono arrivate al tavolo due erano bollenti e l'altra appena tiepida, la carne non era per niente tenera. Però la zuppa inglese quella si che è da 5 cappelli!
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