Recensione su Oree du Bois (Francia)
visitato da carolingio il 31.03.2013

Recensione su
Oree du Bois
(Francia)

Visitato il 31.03.2013
Buono
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 20.65
Coperti: 1
3 commenti

Bourgogne – 7


Chateauneuf vale da solo un viaggio. Fantastico il castello, fantastico il villaggio medievale, abbarbicato sull’orlo di una collina posta proprio sopra il Canal de Bourgogne, dove dovevamo fare un giro in bici (c’è una pista ciclabile che lo costeggia per decine di km.), ma abbiamo dovuto accontentarci di una bella camminata svelta, a causa del freddo pungente.

Anche l’Orèe du Bois è molto bello. Ricavato in una casetta a crocicchio, pure all’interno ha mantenuto le caratteristiche antiche con un arredamento adeguato. C’è un caminone centrale nella sala da pranzo, acceso ovviamente (fuori c’era un grado, chiazze di neve ovunque e un’arietta tagliente), che sale fino al soppalco, dove ci accomodiamo noi. Il tavolino però è microscopico, ci stanno a malapena due tovagliolini di carta aperti.

La mise en bouche potevano anche risparmiarsela: è un microbicchierino con salatini da supermercato, di quelli che trovi ogni tanto nei baretti di periferia.
Il cameriere arriva troppo presto, non abbiamo ancora scelto.
Notiamo che non c’è un menu fisso come in molti altri ristoranti, ma si sceglie solo alla carta ed è soprattutto creperie.
Devo quindi chiamare una cameriera per dirle cosa abbiamo deciso cosa prendere, perché nel quarto d’ora successivo non si ferma più nessuno.

Ordini.
Potage del giorno, a base di sedano frullato. E’ una broda calda che va giusto bene per metterci a posto lo stomaco e per scaldarci… discreta… ma io, a casa, forse faccio di meglio.

Insalata capuccia con chèvre, cetriolini e noci. Piatto insignificante condito non granchè bene.

Ottimo il mio bicchiere di St. Chinian rosso, aromatico, corposo, speziato, con ogni probabilità il miglior rosso che abbia bevuto in questa uscita francese… anche se non è un vino della Borgogna, ma viene dal sud, dal Languedoc-Roussillon, assomiglia molto al Cannonau sardo.
Assieme abbiamo bevuto mezza S.Pellegrino ed il cestino del pane conteneva il solito pane della Borgogna a fette.

Crêpe di farina di grano saraceno con mele, besciamella e noci. Non particolarmente attraente e saporita la crêpe, anni luce rispetto a quelle mangiate in Bretagna. L’accostamento mela-besciamella è da discutere e le noci lì però non le abbiamo viste.

Rotolo di pancetta di maiale con piselli e fagiolini e lardòn.
Stendo un velo pietoso su due lardòns secchi (cotica di maiale), incrociati sopra il piatto. La carne era molto grassa e il piatto insufficiente, con dei legumi buttati lì, buoni per carità i legumi…
Vedo, dai piatti che vengono portati agli altri ospiti, che spuntano patatine fritte da stadio, che saranno anche buone, però...

Decidiamo di rinunciare ad ordinare il dolce.
Non possiamo dire che ci fossero cose cattive, ma la qualità dei prodotti, l’elaborazione, il tipo di piatti proposti e la presentazione non avevano niente a che vedere con la cucina francese che m’intendo io.
Il conto è di 41,30 euro in due, giusto tutto sommato. A mia parziale discolpa, devo dire che è stato l’unico posto che ho trovato aperto la sera di Pasqua, ovviamente nella località più turistica della zona.

Riusciamo a mala pena a fare due tre foto di Chateauneuf by night… fuori siamo già sotto zero.
Via di corsa nella nostra calda chambre d’hotes.

 

3 commenti

Zemian
10/04/2013
Oh... non è che ti può sempre andar bene, eh? ;) Poi, complice la traduzione al modenese, noto una certa contraddizione nei "lardòns secchi"... :chuckle:
carolingio
10/04/2013
oddìo... cosa vuol dire lardòn in modenese? i francesi indicano il bacon, la parte più grassa... quelle lì erano due strisce di cotica con sotto il grasso rinsecchito, cotto probabilmente il pomeriggio...
Zemian
11/04/2013
Tradotto "lardone" quindi indica una parte del grasso del maiale ma si usa anche per indicare qualcuno che litiga molto con la bilancia... :-)
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