Sento metri, forse gnanca,
dalla piassa col leon,
sempre driti su man sanca,
te te trovi qual al Piron.
E dal Ponte de Basan,
tira drito su in saita,
da ciapar ‘na s-cianta pian,
cento metri de man drita.
Par magnar san e bon, no te resta ch’el Piron!
E' la simpatica presentazione di questo locale storico di Bassano nella sua nuova pagina web. In stretto vernacolo bassanese ti indica che è a due passi dal Ponte degli Alpini, sempre emozionante da vedere nonostante non sia più quello originale disegnato dal Palladio, ma ti dice anche che è nei pressi della piazza della Libertà, il centro del paese, dove vigila severa una statua del leone di San Marco.
Una famiglia di ristoratori, che già negli anni '30 aveva una trattoria a Bassano, "i Tre Scalini", seguita dall'osteria "Ai Combattenti", vicina alle rive del Brenta. Dal 1992 il pronipote, attuale proprietario, ha aperto questo ristorante che è considerato uno dei migliori del paese.
Strutturato in due sale di cui una soppalcata, non molto grande, in tutto una cinquantina di coperti, arredamento anni '60, ambiente accogliente e famigliare, "El Piron" propone una cucina di terra e di mare con un occhio di riguardo, naturalmente alle specialità venete. E se qualcuno è amante del baccalà, beh, questo è decisamente il posto giusto.
Il proprietario, gentilissimo, viene di persona a prendere le ordinazioni. Cominciamo con un antipasto che è uno dei cavalli di battaglia del locale, baccalà mantecato con crostini e sarde in saor. Niente da dire sul baccalà mantecato, uno dei migliori che abbiamo mai assaggiato, e veramente di livello le sarde in saor. Le avevamo già assaggiate in un bacaro veneziano anni fa ma mi erano sembrate un po' troppo forti come gusto. Queste erano invece delicatissime, con un giusto ed equilibrato connubio di cipolla bianca e pesce azzurro
Saltiamo i primi, ce n'erano alcuni molto invitanti, ma fuori ci sono 38 gradi e non era il caso di azzardare, così ci tuffiamo letteralmente sul baccalà alla vicentina con polenta. Questo per noi era una novità, un piatto mai provato. E' una specialità che comporta una preparazione lunga e che prevede non il baccalà in senso stretto, ma lo stoccafisso, quindi merluzzo essiccato e non salato. Poi, per uniformare il tutto i veneti lo chiamano baccalà ugualmente, ma per correttezza bisognerebbe parlare di stoccafisso alla vicentina. Cotto in parti uguali di latte e olio, sminuzzato e servito con un battuto di prezzemolo e aglio, è un piatto eccezionale. Il sapore è decisamente differente dal baccalà, molto più delicato, per niente salato e che si combina perfettamente con le fette di polenta grigliata. Veramente un gran piatto, da dieci e lode.
Oltre alla minerale abbiamo scelto come vino un bianco locale, il Garganego Tamaduoli, gradevole, dal gusto fruttato e che si accompagna benissimo al baccalà.
Terminiamo con due gelati alla vaniglia con caramello e scaglie di cioccolato, buoni, e con due caffè, così così, l'unica nota stonata del pranzo.
Prima di uscire scambiamo due amabili chiacchiere con proprietario e con lo chef.
Poi si riparte, per suggellare la giornata, alla volta di per Castelfranco Veneto, ci aspetta la Madonna col Bambino del Giorgione...