Prima di partire per la vacanza ci capita di vedere un documentario su Budapest, in cui viene raccontata la storia imprenditoriale di questo ragazzo, che ci colpisce e ci annotiamo una visita.
Il locale che si e’ inventato, che gestisce con altri giovani, e’ a pochi metri dal mercato centrale; ogni mattina presto va a scegliere le verdure fresche con cui prepara le zuppe (Leves, appunto, in ungherese).
Il menu del locale (davvero microscopico) e’ estremamente ridotto: 4 zuppe del giorno e 5 tipi di panini.
La particolarità del format e’ che le zuppe (buonissime!) vengono servite in bicchieroni (della capienza di una birra media, circa) di cartone, tipo Starbucks per intenderci. Solo che al posto della cannuccia c’e’ un cucchiaio di plastica.
Il pranzo e’ stato lungamente contrattato :) Mia figlia ed io non eravamo troppo convinti di questa esperienza vegetariana, mia moglie era invece molto piu’ intenzionata all’assaggio: alla fine abbiamo ceduto, e ci siamo dovuti ricredere, sono davvero buonissime (e non del tutto vegetariane ;) )
Ogni zuppa costa attorno ad 1,5 euro circa, oltre al gusto del giorno e’ possibile scegliere aggiunta di formaggio e di cubetti di pane croccante.
Nella mia (in cui riconosco pomodori, cipolla, carote, forse l’immancabile paprika che la rende un po’ piccante, e pezzettini di pollo) faccio aggiungere sia formaggio che pane.
All’esterno ci sono 3 micro tavolini (si mangia in piedi, giusto per appoggiare il bicchierone) e ad ogni cucchiaiata la sorpresa cresce, sia per il sapore intenso e squisito della zuppa, sia per la capacita’ di costituire un vero e proprio pranzo, seppur leggero.
Ci torneremo a pranzo anche il giorno successivo e prima della partenza ci faremo preparare alcuni panini per il viaggio, che mangiati appena incartati, col filoncino scaldato e croccante, sono spettacolari (per la cronaca, un panino piccolo costa 490 fiorini, cioe’ un euro e cinquanta, quello “large” 690).
Sempre frequentatissimo (facile dover fare un po’ di coda) da studenti e impiegati della zona.
Per quanto mi riguarda, se si e’ a Budapest, un passaggio e’ imperdibile.